Belle Da Morire

Belle Da Morire
Belle Da Morire

Esiste un film omonimo di Bruno Sesani del 1992, ma questo è Belle Da Morire di Bruno Mattei, prodotto direct to video esattamente dieci anni dopo, quando Mattei si avviava a chiudere la propria carriera registica (il suo ultimo film è del 2007, Zombi: La Creazione). Il 2002 è un anno di erotismo per il cineasta romano, abituato a spolpare generi cinematografici vari; anche Capriccio Veneziano (sempre con Emily Crawford) e Privé (noto anche come L'Ultima Donna) appartengono allo stesso anno di Produzione, così come nel 2003 sarà la volta - tra gli altri - di Snuff Killer, thriller digitale sempre dai risvolti erotici. Mattei era abituato a girare film in quantità industriale, come noccioline, il che, soprattutto nella parte conclusiva della sua carriera, ha spesso portato a prodotti cialtroneschi e abborracciati. Belle Da Morire è uno di questi.

La sceneggiatura (parole forti....) si abbevera abbastanza platealmente alla fonte di Verhoeven e del suo Showgirls (1995), riducendo quella pellicola hollywoodiana estremamente glamour e fiammeggiante ad una cafonata exploitation di periferia, tra sexy bar e villette con piscina. Una sorta di traduzione rozza e maccheronica del film di Verhoeven, già volgare di suo. Qui abbiamo il Blue Angel (stesso nome del Blue Angel Cafè di Joe D'Amato, 1989) nel quale decine di lap dancer si dimenano incessantemente, mentre il padrone Bruno (Hugo Baret, qui accreditato come Barret) tesse i suoi loschi traffici con piglio autoritario e un po' sadico. Tra le regine del locale c'è Dany (Emily Crawford), che sembra avere una marcia in più delle altre, sia sul palco sia come cervello. Dany è la sorella di un'altra ex ballerina del Blue Angel, suicidatasi in seguito all'esasperazione nei confronti di Bruno (e subito dopo averne scoperto il tradimento). Tra amorazzi, esibizioni al palo e complicità con altre ragazze, Dany cerca di smascherare Bruno. - SPOILER: l'epilogo avviene ad una festa privata a casa dell'uomo, durante la quale Dany uccide un trafficante d'armi arabo e fa ricadere la colpa su Bruno, il quale finirà in galera.

Belle Da Morire ha innanzitutto un problema col titolo, perché di attrici belle non ce n'è neppure l'ombra (da morire poi...) , il che non è un difetto da poco per un film erotico che vive di ragazze costantemente nude la cui unica attività è eccitare gli avventori del locale (e per proprietà transitiva gli spettatori del film). La Crawford ha molta confidenza col palo e si vede ma, al di là di quello, il cast pare davvero una carovana improvvisata di ragazze il cui unico merito è di aver accettato di apparire in un film zozzo, con tutte le conseguenze del caso. Le prove recitative sono agghiaccianti, i fisici sono decisamente poco glamour, (persino trucco e parrucco sembrano da centro commerciale domenicale), il talento di ballerine e lap dancer è imbarazzante. Saltano agli occhi unicamente i seni visibilmente rifatti di Natalie Kochman (che ha tre pose in croce, una delle quali vietata ai minori di 18) ed il protagonismo della Crawford, leggermente più digeribile delle altre, bel fisico ma totalmente inespressiva. Come thriller il film funziona poco, non c'è la minima tensione, nessuna zona oscura, l'unico aspetto inquietante è il modo nel quale Bruno tratta le sue dipendenti, umiliandole e costringendole a rapporti sessuali con sé e con altri uomini. Ogni scusa è buona per piazzare quattro salti attorno al palo e qualche scena di copula. L'aspetto erotico è burino e dozzinale, pare un porno casereccio ma espunto delle scene più esplicite (anche se ci si ferma appena un attimo prima). Alla Crawford va dato atto di non essersi tirata indietro e di essersi spesa in ogni modo per assecondare i voleri di Mattei. Comprese scene del tutto non sense, come quando, dopo una nottata di lavoro al Blue Angel, torna a casa e decide di mettersi in baby doll e autoreggenti, un'immagine tutta a favore dello spettatore allupato ma affatto credibile per chi fino a mezzora prima aveva indossato biancheria sexy ed aveva dovuto intrattenere una platea di maschi infoiati.

Allo spettatore rimane una noia indicibile ed il desiderio frequente di usare il fast forward per arrivare alla fine del film. Non si capisce quale possa essere stata la ratio di girare una roba del genere. Solleticare le zone inguinali degli spettatori, d'accordo, ma Belle Da Morire non è davvero niente di che, se ne contano a centinaia di film erotici più interessanti e significativi di questo. E' quasi tutto intollerabile in questi 96 minuti di niente. Come giustificare il tizio palestratissimo con la faccia da tronista della De Filippi che fa il barman del Blue Angel, nonché il ballerino, il modello, il musicista e poi il cassiere del supermercato quando mette incinta la Kochman? E il mitico Rashid, finto arabo italianissimo? Un filmetto raffazzonato, svogliato e volgare, più nelle intenzioni che nelle nudità, perché tratta il pubblico come un branco di beste da sfamare con frattaglie di pessima qualità. Scorsi i titoli di coda, indugerete forse ancora per un minuto a pensare alle forme della Kochman e ai balletti oliati della Crawford, poi archivierete il tutto alla voce "da dimenticare" e cancellerete dalla vostra esistenza questa prova di Mattei. E invece esiste pure il sequel, che però non è manco per niente un sequel, ma viene usato maldestramente lo stesso titolo per quella che a tutti gli effetti è invece un'opera di rimontaggio di Ljuba - Corpo E Anima, altro direct to video di Mattei del '97.

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