Banana Joe non sarà il miglior film di Bud Spencer, ma è uno dei pilastri della mia fanciullezza, visto e rivisto infinite volte e sempre gradito. Dunque quei fotogrammi mi fanno sentire a casa, sono come immagini di un album di vecchie foto; indipentemente da quello che ne possono pensare gli altri, per me hanno valore. Bud Spencer lo gira tra Chi Trova Un Amico Trova Un Tesoro ('81) e Nati Con La Camicia ('83), mentre lo storico compagno Terence Hill sta fermo un turno. Spencer è anche l'ideatore del soggetto, sviluppato poi in sceneggiatura da Mario Amendola, Bruno Corbucci e lo stesso Steno che dirige la pellicola. Un team che difficilmente avrebbe potuto deludere. Se ci aggiungiamo pure uno stuolo di caratteristi di prim'ordine e la solita soundtrack dei fratelli De Angelis, abbiamo un risultato praticamente perfetto (ripeto, al netto delle critiche mosse al film anche dai frequentatori del cinema di genere e segnatamente di Spencer e Hill). Non c'è niente da fare, la musica degli Oliver Onions è magica, le loro colonne sonore stanno ai film di Bud e Terence come quelle dei Goblin stanno ai film di Dario Argento; se si vuole essere onesti, una parte del merito è anche loro. Senza non sarebbe stata la stessa cosa.
Nell'isola caraibica di Amantido, Banana Joe si prende cura di un villaggio commerciando banane. Consegna il raccolto al porto di Limas e scambia i proventi con medicinali, cibo e beni di prima necessità per gli indigeni. Tutto scorre tranquillo sino a quando un boss della mala, il signor Torsillo, non mette gli occhi sull'isola, decidendo di costruirci una fabbrica di banane ad alta industrializzazione. Torsillo perseguita in ogni modo Banana Joe, l'unico che gli si oppone, mentre le autorità, colluse a tutti i livelli, facilitano e difendono il boss. Inutile dire che, Banana Joe avrà ragione su tutta la linea a suon di sganassoni e buon senso.
Il personaggio di Banana Joe è una specie di Forrest Gump ante litteram incrociato con Crocodile Dundee, con un fisico però che gli consente di averla sempre vinta su chiunque. Ingenuo, ignorante, di indiscutibile simpatia, presunto figlio di una zingara bianca, è un po' il buon selvaggio che difende Madre Natura dall'uomo avido e moderno. E' il gigante che protegge gli indigeni costi quel che costi. Il cuore del film è la sua vita in città quando, costretto dalla burocrazia, deve riuscire a procurarsi una licenza per la vendita delle banane, pena il sequestro del barcone e l'interruzione della sua attività. Qui Joe si scontrerà con il progresso, lui che non aveva mai messo piede fuori dall'isola e che indossa gli stessi vestiti da sempre (li lava mentre fa la doccia). Ha difficoltà con i termini complicati (irresistibile il tormentone di "pinco pallino"), non sa cosa siano permessi, documenti, licenze e timbri, non ha mai visto la televisione e prende alla lettera qualsiasi cosa gli venga detta (come quando deve "buttare fuori a calci" dal night dove presta servizio chiunque infastidisca la vedette). La sua penosa esperienza all'ufficio anagrafe, dove viene continuamente rimbalzato da un addetto ad un altro, con una infinita richiesta di carte da produrre, tutte impossibili da concedere se prima non se ne hanno altre che però a loro volta richiedono la sussistenza di quelle precedenti, ricorda un po' l'episodio di Asterix e Obelix ne Le 12 Fatiche Di Asterix, quando deve farsi concedere un lasciapassare, una di quelle rare occasioni in cui anche l'astuto Asterix vacilla. La burocrazia kafkiana si rivela distruttiva per la sanità mentale del malcapitato.
Comprimaria femminile è Marina Lagner (Miss Germania 1975 e seconda classificata a Miss Mondo lo stesso anno), chanteuse del club di proprietà di Torsillo. Nel 1980 l'avevamo vista accanto a Montesano in Odio Le Bionde. Il suo personaggio, così come la sua recitazione, è abbastanza evanescente, scialbo, classica bellona bionda e statuaria ma di poca sostanza. Tutto quel che fa è mostrare le gambe. Il suo rapporto con Joe è più o meno quello di Ann Darrow con King Kong. Gianfranco Barra (Torsillo), Enzo Garinei (ragioniere di Torsillo), Giorgio Bracardi (sergente Josè Felipe Maria Martiño) danno una gorssa mano a rendere più polposo il film. Bracardi in particolare è perfetto nel ruolo di sergente scapestrato, sempre in bilico tra un fascistone ed un idiota totale. Bellissime le esotiche locations colombiane e immensa la title track degli Oliver Onions, ma nel film vengono citate anche "Brotherly Love" da Pari E Dispari e il tema di I Due Superpiedi Quasi Piatti.