Amore E Morte Nel Giardino Degli Dei

Amore E Morte Nel Giardino Degli Dei
Amore E Morte Nel Giardino Degli Dei

Amore E Morte Nel Giardino Degli Dei è uno piscodramma decadente e un po' mortifero (azz, un po' .... guarda il finale!), con una puntina appena di erotismo e qualche nota psichdelica, intesa come estetica onirica e non come commento musicale (invero anzi piuttosto pesante). Trascorsi i 90 minuti di visione sono rimasto soddisfatto ma, in tutta sincerità, durante il film mi ripetevo spesso di stare vedendo qualcosa di terribilmente noioso, rischiarato unicamente dallo splendore di Orchidea De Santis, bella come il sole (bella come sempre) in questa pellicola. Scavolini, sceneggiatore (ad esempio in Tutti i Colori Del Buio), qui all'esordio come regista (ma è pure il suo epitaffio), veniva descritto come un tipo intellettuale e molto meticoloso, e tale è l'impronta data al film, che, soprattutto inizialmente, nella fase di "costruzione", procede con una lentezza esasperante (e qualche inquadratura, a mio giudizio, velleitaria). La Blanc ha pure dichiarato di non aver mai capito troppo della storia. Un ornitologo che soggiorna per i propri studi presso una immensa villa con parco, scopre casualmente dei nastri magnetici abbandonati; ascoltandoli scopre antiche vicende morbose di amore e morte accadute in villa anni addietro. Si appassiona al racconto narrato dalla protagonista (Erica Blanc), sino alle estreme conseguenze....

Come detto, il film mi ha fatto un effetto strano, poiché per buona parte sono stato convinto che mi sarei semplicemente annoiato a morte, ma via via, col procedere della storia, ne sono invece rimasto sempre più coinvolto, proprio come l'anziano professore, e la disarmante bellezza di Orchidea e della Blanc hanno fatto il resto. Va anche detto che pure i dialoghi sono molto convincenti, mai banali; apparentemente pretenziosi, eppure accattivanti e originali (in particolar modo tutta la ricostruzione che Manfredi, Peter Lee Lawrence, fa dell'accaduto e degli ultmi giorni in villa). I personaggi sono estremamente credibili, ed anche i luoghi geografici (zona di Spoleto?) sono di una meraviglia ammaliante. Come viene narrata la storia rivete un'importanza paritetica rispetto al cosa viene narrato, anzi forse l'ambientazione è la vera marcia in più di Amore E Morte Nel Giardino Degli Dei. Pare che Scavolini abbia voluto intenzionalmente realizzare un film dal taglio psicanalitico, il che naturalmente ha raffreddato le pulsioni erotiche e ha impresso allo scorrere del tempo un metro tutto relativo (diciamolo: lento ed allucinato). Pochissime le sequenze apertamente erotiche, anzi in realtà nessuna, forse appena la scena d'amore tra Orchidea e Manfredi nel parco, ma roba molto casta. Assai più carica di tensione, sebbene parca nei dettagli visivi, la scena nella quale la Blanc e Orchidea cedono alla propria attrazione reciproca; pochissimi fotogrammi durante i quali la Blanc sbottona il corpetto di Orchidea, e lo spettatore immagina il resto. Stacco e ripresa sul fondoschiena della de Santis, terminato il rapporto amoroso tra le due. Peccato davvero non aver potuto approfondire di più. Un film non facile, un po' intorcinato ma appassionante.

Trailer ufficiale

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