Amore E Guerra

Amore E Guerra
Amore E Guerra

Sesto lungometraggio di Allen ed ultimo dei cosiddetti film "puramente comici" del regista newyorkese. Egli racconta spesso come da più parti gli venisse rimproverato (lamentela che ricorre ancora oggi) di aver abbandonato quella vena scanzonata, a tratti persino demenziale, per dedicarsi a storie dal sapore più agrodolce ed esistenziale, laddove non completamente drammatico. Suppergiù il tipo di critica mossa al nostro Carlo Verdone, con esiti evidentemente diversi ed una filmografia del tutto imparagonabile tra i due. Dopo Amore E Guerra (Love And Death in originale) arriverà Io E Annie, che consacrò definitivamente Allen come un autore con la A maiuscola a colpi di Oscar (quattro, tra cui miglior film e miglior regia). Venne accolto trionfalmente ma segnò anche il distacco di Allen dal "ridere e basta". E se Io E Annie rende più sofisticato e sottile il senso dell'umorismo di Woody Allen, Interiors (1978) lo disintegrerà completamente, ispirandosi in primis direttamente a Bergman e attestandosi come pellicola drammatica tout court, ad appena tre anni di distanza dalle divertenti "corbellerie" di Amore E Guerra.

Intendiamoci, nessun film di Allen è davvero interamente ed esclusivamente "comico", perlomeno nel senso più deteriore del termine, ovvero vacuo e superficiale. Anche quello apparentemente più "stupido", fatto di situazioni slapstick, facce buffe e tanta fisicità, nasconde in realtà un retroterra culturale notevolissimo. Amore E Guerra è forse la sublimazione di quel periodo, poiché unisce a quel substrato una dimensione letteraria di tutto rispetto, parodiando addirittura la letteratura russa, da Tolstoj a Dostoevskij, passando per Nabokov.(i riferimenti alle ragazzine di 12 anni come gioie della vita, nonché il retino da farfalle di Boris/Woody Allen, omaggio al Nabokov entomologo e collezionista di farfalle). Accade tanto esplicitamente, ad esempio nella citazione dei titoli delle opere letterarie, quanto implicitamente per ambientazione, contesto, atmosfere, eco e rimandi più o meno scoperti. Abbastanza geniale come Allen manipoli una materia solitamente così ostica e "grave" piegandola ad un racconto divertentissimo, scoppiettante e dal ritmo indiavolato. I dialoghi con Diane Keaton non danno tregua, eppure le tematiche sono cose leggere leggere come morte, guerra, disperazione, amori dolorosi, eccetera. Fondamentale la convergenza di immagini e musiche ad opera di Prokofiev, una sinergia magnifica. I ripetuti incontri con la Morte, il Tristo Mietitore, se da un verso evocano Il Settimo Sigillo di Bergman, dall'altro non possono non materializzare i fotogrammi dell'episodio finale de Il Senso Della Vita dei Monty Python, stessa "seria" comicità, stessa severa, rigorosa e realistica rappresentazione del non-sense e del grottesco. La danza macabra che prelude ai titoli di coda è davvero suggestiva e potente, nonostante si tratti "solo" di un film comico. Molto bella la fotografia del film (Ghislain Cloquet), affatto banale e o tirata via, anzi.

Gli 85 minuti di Amore E Guerra sono una miniera di citazioni che va, come detto, dalla letteratura russa al cinema espressionista; ma anche da Mel Brooks (la battuta sul "potrebbe piovere") al "solito" Bergman, dalla poesia di Eliot ai colti riferimenti filosofici (usati appositamente in modo decontestualizzato ed estremizzato) di Gurdjeff e Demianovič Uspenskij. Questo anche più di altri è uno degli episodi della filmografia di Allen da vedere e rivedere poiché ogni nuova visione cela nuovi campi semantici da esplorare e analizzare, il tutto con mano apparentemente leggera, nonostante Allen si immerga completamente nelle grandi ed irrisolte dicotomie dell'essere umano. Dalle invidie culinarie di Napoleone (James Tolkan) alla bellissima contessa Alleksandrovna (Olga Georges-Picot), dallo scemo del villaggio all'addestramento militare di Boris Gruschenko, Amore E Guerra fa sbellicare dal ridere, affascina e fa riflettere sin dall'incipit quando, in riferimento alla morte, la voce off di Oreste Lionello/Allen recita: "Assolutamente incredibile, essere giustiziato per un crimine che non ho mai commesso. Ma in fondo non siamo tutti su una stessa barca? Non è così per tutta l'umanità? Tutti, alla fine, vengono giustiziati per un crimine che non hanno mai commesso."

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