Ricordo bene quando uscì xXx al cinema (2002), le dichiarazioni di Asia Argento erano più o meno le seguenti: "Basta con gli agenti segreti in giacca e cravatta sempre precisini ed inamidati, adesso è tempo per una nuova generazione di eroi tamarri, sbattuti e in canotta". Grossomodo lo slogan pubblicitario del film. xXx infatti si proponeva di essere esattamente questo, un action spionistico di nuova concezione, un aggiornamento per il popolo giovane (di Mtv....oggi si direbbe di Facebook), stanco di vedere armadi pieni di capi Armani e Versace, e Martini agitati (non mescolati). Come novello Bond viene chiamato Vin Diesel, uno che di tamarraggine se ne intende, fresco fresco di successo di Fast And Furious. La stessa Asia ci mette il suo per intorbidire la cornice, qui fa la femme fatale che è cattiva ma poi è buona, anzi diventa proprio la principessina da difendere. Vin Diesel è un campione di sport estremi che bazzica brutti ambienti; viene prelevato da Samuel L. Jackson, capo della NSA (National Security Agency), per un piano di reclutamento della feccia; l'idea è che il governo americano si è rotto las pelotas di perdere agenti sul campo, quindi d'ora in poi si raccatta lo sterco della società, gente però di provate attitudini sul campo, e li si rieduca alla vita di agente segreto. Se piace bene, sennò fa lo stesso. Xander Cage (Vin Diesel) viene quindi spedito in Repubblica Ceca, sulle tracce di Anarchia 99, gruppo di ribelli sovietici che progetta di affondare il globo in una guerra batteriologica, per poi sorgere ad ordine nuovo della democrazia libertaria (il minimo sindacale del reazionarismo). Tra le loro fila c'è la Argento, che pare una zozza del gruppo, e invece è un'infiltrata pure lei, del governo di Mosca però. Come è...come non è, arriva Diesel e in 10 minuti azzera Anarchia 99 a colpi di sganassoni e battutine sborone. Salta ovunque, scassa tutto, picchia sempre e bon, vola a godersi il meritato riposo a Bora Bora, con l'Argento in bikini che, amorosa, gli porta i cocktail.
Asia non poteva immaginare che di lì a qualche anno i produttori di 007 le avrebbero dato retta, chiamando Craig a fare l'agente tamarro. Almeno in questo, xXx ha il merito di esserci arrivato prima; il suo problema però è che gli autori del film non ricevevano gli stessi emolumenti di quelli arruolati per Bond. Il risultato è un film svaccatissimo, stravisto e prevedibile in ogni suo aspetto. Persino i momenti action e gli effetti speciali (su tutti, la valangona di neve che, a dispetto di ogni logica e legge fisica, tutto travolge ma risparmia Diesel) sono anonimi e poco saporiti. La cosa più divertente del film sono le continue sboronate di Diesel, talmente plateali da non farti credere mai, neanche per un attimo, che quello è veramente un agente della NSA che sta salvando patria e pianeta. I cattivoni sono una gang di quelle che trovi nei vicoletti sotto casa, appollaiati sul muretto a progettare la conquista del mondo a colpi di musica techno e pizzetti scolpiti da un parrucchiere fashionista. I dialoghi del film sono....mammamia! Tutto è facilissimo, banale, elementare, le imprese dei buoni scorrono via lisce come l'olio. Samuel Jackson interpreta forse il ruolo più ridicolo della carriera, il capoccia sfregiato che parla come un manuale da accademia di Polizia. Strano perché a dirigere c'è Rob Cohen, uno che di roba buona ne ha fatta, ma, al di là del ritmo stratosferico impresso al film, di xXx non rimane veramente altro da ricordare non appena arrivano i titoli di coda. Anzi un paio di cose si, la Argento ovviamente (non perché il suo personaggio sia memorabile, ma perché a casa mia vive di rendita) e la colonna sonora rockettona, con tanto di Rammstein ad apertura di film.
Poteva mancare un sequel? In originale si chiama State Of The Union, ma per noi beoti italiani è stato ribattezzato The Next Level, richiamando l'estetica di un videogme. Protagonista stavolta Ice Cube (mejcojoni), e super cattivo William Dafoe. Pure Jackson insiste a fare il generalissimo. Io non l'ho visto ma dice che, se possibile, è pure peggio del primo.