Underwater

Underwater
Underwater

William Eubank nel 2011 ha diretto Love, che è un film di fantascienza, mentre nel 2014 ha diretto The Signal, che è un film di fantascienza, a differenza di Underwater che è un film di fantascienza (anche se robustamente innervato di horror). Tutto si può dire tranne che il regista americano non mastichi il genere e non ne sia attratto. Dei tre, il film licenziato dalla 20th Fox (ultimo ad avere il marchio 20th Century Fox, poiché a seguito dell'acquisizione della compagnia da parte della Walt Disney la dicitura è mutata in 20th Century Studios) è quello a più alto budget, segna che chi di dovere credeva in Eubank. La scelta del cast dice già qualcosa del film; in prima linea come protagonista Kristen Stewart, la affiancano facce note della serialità televisiva (Jessica Henwick da Game Of Thrones e T.J. Miller da Silicon Valley), quindi Vincent Cassel e Gunner Wright, già protagonista di Love. Difficile schiodarsi dalla testa che la pellicola sia una derivazione piuttosto marchiana di altri franchise pregressi, primo fra tutti Alien. Che ciò sia dovuto ad un sincero sentimento di omaggio da parte di Eurbank, o ad un misto di pigrizia e ruffianeria non saprei dire, ma certo lo spettro degli xenomorfi di Giger e delle atmosfere di Ridley Scott aleggiano sovrani in molti fotogrammi di Underwater.

Si comincia dalla mise della Stewart, la quale quando non ha la mecha tuta di ordinanza, è sempre in biancheria intima, riprendendo molto da vicino l'abbigliamento canottiera e mutandine di Ellen Ripley. Il suo sguardo dolente, la sua espressione sempre sofferente e pensierosa, il taglio di capelli militare (assolutamente razionale dato il contesto), aumentano a dismisura il parallelo con il personaggio interpretato a suo tempo da Sigourney Weaver; idem la coloritura caratteriale, apparentemente fragile, ma in realtà determinata e combattiva. In poche parole, Norah Price è Ellen Ripley. I commilitoni che condividono con lei la permanenza nella stazione subacquea di trivellazione richiamano abbastanza il plotoncino che accompagnava Ripley, con le dovute declinazioni cromatiche, c'è il battutista spiritoso con la precisa funzione di smorzare la tensione, c'è il carismatico leader maschio alfa, c'è la carne da macello pronta al sacrificio, eccetera. Fino a che non si manifestano le creature contro cui gli attori dovranno confrontarsi siamo dentro Alien in piena regola, per atmosfere, dinamiche, oscurità ed architetture; poi si innesta la variante Lovecraft, dato che mostrini e mostrone sono calligraficamente ricalcati sull'immaginario letterario dello scrittore di Providence. Il creaturone definitivo è Cthulhu sputato, senza margine di errore. Del resto lo ha ammesso lo stesso Eurbank, l'ispirazione è quella. Solo che si va un po' oltre l'ispirazione, siamo alla mimesi vera e propria. Il che un po' stona perché, come detto, non si fa altro che passare da un tributo all'altro, prima Alien ora Cthulhu.

Underwater è troppo scarno, troppo vuoto, vive di luce riflessa, non ha personaggi fenomenali, la Stewart non ha il carisma della Weaver (e, più in generale, della protagonista), mentre Cassel di carisma ne ha da vendere ma qui è del tutto sprecato, il suo personaggio non vale niente, lo avrebbe potuto interpretare chiunque e pare rappresentare unicamente un'occasione di guadagno facile per l'attore che lo avrà recitato ad occhi chiusi. I dialoghi non lasciano il segno, alcune situazioni sfidano la sospensione del senso di incredulità; a 14000 metri di profondità (Fossa delle Marianne) una semplice micro crettatura nel casco della tuta la compromette interamente e la fa implodere in un istante (giusto, la pressione è insostenibile), tuttavia i nostri trovano tranquillamente impigliato sul fondo dell'oceano un cadavere umano nudo, quello non implode, non si polverizza. Per non parlare del razzo sparato dalla Stewart tenendo il lanciarazzi sostanzialmente appoggiato sul proprio caso, senza che ciò provochi il minimo effetto collaterale. Si salvano pochissime scene e l'uso di certi accorgimenti un po' glamour, come i rallenty durante le esplosioni, fanno pensare più ad una pubblicità della Apple che ad un angoscioso fantahorror. Inoltre non ho apprezzato per niente la cornice complottista del film, particolarmente evidente sui titoli di testa e di coda, troppo qualunquista e prevedibile, né sembrano brillanti quelle mezze frasi buttate lì tipo che trivellando il fondo dell'Oceano "abbiamo preso troppo alla Natura e non avremmo dovuto", filosofia new age spicciola e davvero troppo esile per sostenere la sceneggiatura. Peccato perché il soggetto di Underwater era assolutamente intrigante ma lo sviluppo - per i miei gusti - si è rivelato banale e dozzinale, per palati grossolani che si accontentano di poco.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica