Un Angelo Per Satana è un horror gotico nientemeno che di Camillo Mastrocinque, regista (e in taluni casi sceneggiatore pure) di tanti Totò movies, tra i quali i celeberrimi Toto, Peppino E La Malafemmina, Siamo Uomini O Caporali?, Toto Lascia O Raddoppia, e più in generale di tante pellicole basilari per la commedia italiana, come I Motorizzati ('64), Gentitori In Blue Jeans ('60), La Cambiale ('59), Diciottenni Al Sole ('62), e l'elenco praticamente potrebbe non aver mai fine (fate un salto su Wikipedia e avrete soddisfazione). Mastrocinque però amava esplorara generi anche diversi, ed eccone un esempio: reclutata la regina degli horror italiani degli anni '60, Barbara Steele, ed uno stuolo di ottimi altri attori e caratteristi di corredo (fra i quali spiccano Claudio Gora, Aldo Berti, Marina Berti, Anthony Steffen e addirittura Mario Brega!), imbastisce Un Angelo Per Satana, in qualche modo una riedizione di La Cripta E L'Incubo, sempre di Mastrocinque ('64), che presenta molte assonanze di trama con Un Angelo Per Satana. Il sor Camillo palpa e maneggia le ambientazioni gotiche come fossero sempre state il suo habitat naturale, dando vita a momenti di grandissima inquietudine, oscurità e tensione macabra...e chi l'avrebbe mai detto?
Certamente la presenza scenica di Barbara Steele - protagonista indiscussa del film, che largheggia e giganteggia, strabordando ben oltre i confini della pellicola, diventando, come spesso le accade, un personaggio nel personaggio - aiuta tantissimo a rendere interessante, eccitante, magnetica la storia, che ovviamente verte su maledizioni, streghe e ammazzamenti vari. Impagabile la Steele che gigioneggia per il paese rurale di un Italia ritratta nel dopoguerra, irretendo tutti i maschi del luogo (e non solo maschi...), e aizzandoli l'un contro l'altro, generando il caos. Quegli occhi luciferini, quell'intensità di sguardo, quel corpo mefistofelicamente spigoloso, non conoscono pari in tutta la storia del cinema horror. Divina.
La trama si ispira ad un racconto di Luigi Emmanuele ma leggo che i riferimenti letterari sarebbero molteplici, da Fogazzaro a Mérimée, senza contare una certa contaminazione con il mondo di celluloide della Hammer, imprescindibile per l'epoca. Un Angelo Per Satana è purtroppo l'ultimo film di stampo horror diretto da Mastrocinque, che probabilmente, nel genere, avrebbe potuto dare ancora molto altro. Oggi Un Angelo per Satana non sarebbe in alcun modo considerato un film contenente scene erotiche, ma per il '66, tra un film e l'altro di Don Camillo, certi momenti pruriginosi della Steele devono aver creato notevoli scompensi ormonali e erezioni incontrollate (su tutte, la scena di seduzione saffica con Ursula Davis). Il bianco e nero inoltre conferisce un ulteriore sapore vintage-gotico al film, l'effetto nostalgia si trattiene a stento, acuito dai quasi 50 anni che ci separano dalla genesi dalla produzione. Verissime molte osservazioni desunte dall'esegesi critica al film che fa Exxagon, che mi permetto di citare con malcelata invidia ed ammirazione; ovvero che la narrazione ha un certo taglio da sceneggiato televisivo dell'epoca (e la cosa, a parer mio, è tutt'altro che un limite, anzi) e che i luoghi agresti e rurali (senza che sia mai citato un riferimento geografico o storiografico che possa fissare nello spazio e nel tempo la vicenda) anticipano in qualche misura le ambientazioni care anche al Pupi Avati cosiddetto "antigotico". Il film vale assolutamente la visione, per mille motivi diversi, non ultimo la buona resa data dall'edizione Sinister Film del dvd, anche se in qualche passaggio i dialoghi "saltano", ma vista la vecchieria della pellicola, di meglio non era veramente possibile fare. Da notare due errori presenti sul retro copertina; il film risulta diretto da Antonio Margheriti, anziché da Mastrocinque, e "...con un cast su cui primeggia il fascino ambiguo di Barbara Steele.nali della fantascienza in celluloide". Comprensibile, arrivati alla Steele hanno perso la testa....nalismagc*#§§ç@