Tradita A Morte (aka Lady Emanuelle)

Tradita A Morte (aka Lady Emanuelle)
Tradita A Morte (aka Lady Emanuelle)

Pasquale Fanetti è un regista e direttore della fotografia che ha orbitato tra il soft core ed il cinema hard conclamato. Alla regia si firmava Frank De Niro ed oggettivamente ha firmato dei film leggendari per il sottobosco italiano, quello del cinema stracult, di genere, zozzo e fiero di esserlo. Ha avuto un rapporto professionale particolarmente proficuo con Ileana Carisio, al secolo Malù (e Ramba), pure lei attrice che si è prestata tanto all'erotismo quanto al porno. Di una bellezza stratosferica, Malù è stata una donna incredibilmente sensuale, capace di riempire lo schermo con la propria fisicità, a prescindere dalla qualità delle pellicole a cui ha partecipato, in larga maggioranza scarsissime cinematograficamente parlando. Tra queste c'è Tradita A Morte, la prima credo che vede assieme i due, da qui partirà il loro sodalizio che durerà per 4 o 5 film. Il titolo internazionale della produzione fu Lady Emanuelle, assecondando il plateale e maldestro tentativo di agganciarsi ai filone emanuellesco, tanto quello originale quanto quello apocrifo avviato in Italia da Bitto Albertini e proseguito poi con Joe D'Amato. Ma in fin dei conti Emanuelle c'entra come il cavolo a merenda poiché Malù nel film è in realtà nientemeno che la nipote di Lady Chatterley (altro aggancio con Sylvia Krystel che nel '81 sarà Lady Chatterley per Just Jaeckin). Per altro Malù stessa sarà per ben due volte la lady scozzese di D.H. Lawrence, nel 1989 per Lorenzo Onorati in La Storia Di Lady Chatterley e nel 1991 per Fanetti (L'Amante Di Lady Chatterley). Questa sua discendenza provoca l'interesse di una scrittrice lesbica, Lyonn (Micaela... senza cognome) che intende documentare il ritrovamento del diario della zia di Emanuelle. La frequentazione professionale tra le due si tramuta ben presto in altro. Il compagno di Emanuelle, Michael (Gianni Macchia) è un bruto che vorrebbe sempre possederla ma lei oramai è spiritualmente sempre più distante, a tal punto da accettare l'amore saffico di Lyonn. Anche in questo caso però non saranno rose e fiori. - SPOILER: se inizialmente Lyonn sfrutta la passione per scrivere il suo libro, poi rimane davvero legata a Emanuelle, ma a quel punto sarà lei a non credere più nella sincerità del loro rapporto ed a preferire la corte di uomini ed in particolare di un ragazzino, che però a sua volta è un gigolò (forse addirittura gay) per conto di un protettore. Emanuelle dovrà riscattarlo ad una partita a biliardo per averlo per sé. Lyonn nel frattempo inscenerà il proprio suicidio per non farsi lasciare da Emanuelle ma questa partirà ugualmente con il toyboy abbandonandola per sempre.

La storia è un pretesto per mostrare quante più scene di nudo possibili. Malù è praticamente sempre intenta a fare sesso e ogni volta una breve introduzione narrativa fa da cornice al momento della copula. Concettualmente il film è estremamente vicino ad un porno, ciò che materialmente cambia è che Fanetti si autolimita, lasciando gli uomini con i pantaloni e le donne con gli slip, tutto il resto vola via o viene comunque pesantemente palpeggiato per lunghi minuti. I dialoghi sono agghiaccianti, la sceneggiatura è un colabrodo e la recitazione non verrà ricordata negli annali della Academy. Anche la regia è sciatta, spesso le stanze dove si gira sembrano delle scenografie maldestramente ammucchiate per dare una parvenza di verosimiglianza alla situazione, che nell'arco di pochissimi minuti terminerà sempre nello stesso modo, con Malù in posizione orizzontale e qualcuno/a a farle compagnia. E' ovviamente un bel vedere, un gran bel vedere considerando le già menzionate qualità di Malù, ma a livello filmico siamo all'imbarazzo. Per altro, forse a rafforzare la tematica lesbica, accade che ogni volta che un uomo voglia Malù praticamente si arrivi ad un passo dallo stupro, non esiste nulla di intermedio. C'è anche qualche momento notevolmente kitsch, come ad esempio l'imitatore di Renato Zero che si esibisce in un locale equivoco dove poi Malù e Micaela finiscono a fumare un narghilè e a far tresca con una cinesina infoiata. Grandi dialoghi con tacco a spillo e abiti da segretaria Publitalia anni' 80 avvengono inspiegabilmente sugli scogli in prossimità del mare, per non parlare della presenza di Antonio Zequila, habituè degli erotici sconclusionati del periodo, che già di per sé garantisce un altissimo livello di sconforto. Brutta forte la colonna sonora. Inspiegabile la locandina del film in versione Lady Emanuelle dove il volto della donna pare quello di Emmanuelle Beart... con una mela poi, perché?

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