Torno A Vivere Da Solo

Torno A Vivere Da Solo
Torno A Vivere Da Solo

26 anni dopo Giacomino torna a vivere da solo. Ok, non si ride come nel primo Vado A Vivere Da Solo, ma la sfida era improba, stiamo parlando di un capolavoro del cinema comico italiano degli anni '80, però la mise en scene operata da Jerry Calà - qui anche regista - è carina, dignitosa, tiene botta e non trasforma il film in un decrepito tentativo di reciclarsi e stare a galla nonostante l'impietoso scorrere dei decenni (che poi suppergiù è ciò che è stato detto quasi all'unanimità su questo film). Il cast è piuttosto vivace e ben assortito. Certo, Tosca D'Aquino e Randi Ingerman nella parte di due stronze antipatiche - praticamente loro stesse - lì per lì mi ha gettato in un profondo sconforto; ci mancava la Ferilli e avevamo fatto il tris delle piacione più insopportabili d'Italia. Don Johnson è del tutto inutile, probabilmennte scritturato per consentirgli di saldare gli ultimi debiti con le mignotte del boulevard, però... però ... c'è uno Iachetti stranamente sobrio, asciutto ed in parte, un Paolo Villaggio eroico come sempre, ed una Eva Henger che pare la Madonna di Lourdes (perdonate la blasfemia) per come illumina la pellicola ad ogni sua comparsata. Clamorosamente bella e oltretutto molto brava e puntuale nel suo ruolo; d'accordo, non si tratta del Dottor Zivago, ma Eva è assolutamente credibile, brillante, spigliata nel suo ruolo di moglie bella, per altro senza alcuna scena di nudo o di "arruffianamento facile" per il pubblico che la conosce in ben altre (s)vesti. C'è pure sua figlia Mercedes, che interpreta la figlia di Jerry, molto somigliante alla madre (e questo non so se sia un bene o un male pensando al bene della ragazzina....). Il film è divertente, simpatico, molto leggero e scorre via bene, peccato per un dvd del tutto privo di extra, roba che manco 20 anni fa (in compenso online si trovano molti video con le papere sul set e i backstage), scelta un po' incomprensibile.

Trailer ufficiale

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