The Equalizer – Il Vendicatore

The Equalizer – Il Vendicatore
The Equalizer – Il Vendicatore

Un bell'equalizzatore serve sempre, rende i suoni nitidi, puliti e potenti, però nel nostro caso non abbiamo a che fare con Bang & Olufsen o con Pioneer ma con Denzel Washington, in arte The Equalizer (meglio traducibile con "il riequilibratore", di torti). Antoine Fuqua torna a lavorare con Washington dopo Training Day e, come al solito, si dedica al thriller venato di tanta azione, il genere a lui congeniale. Il film nasce da una serie televisiva andata in onda negli States dall'85 all'89 che si chiamava proprio The Equalizer (Un Giustiziere A New York da noi, trasmessa da RAI 2 nei '90). Robert McCall (Denzel Washington) è un omino tranquillo, lavora da Home Mart, un ingrosso di articoli fai da te, e vive la giornata scandendo il tempo col suo cronometro da polso. Ogni cosa è precisa, abitudini, piccole manie, oggetti collocati al proprio posto. La notte non dorme, la passa in gran parte in un bar leggendo libri. Qui, sera dopo sera, scambia due parole con Teri (Chloe Grace Moretz), una giovane prostituta con l'aria di chi non vorrebbe fare quello che deve fare. Una notte Robert passeggia fino a casa con Teri, la quale viene fermata dal suo magnaccia, picchiata e portata via in auto. Le sere successive Teri non torna al bar e Robert inizia ad indagare sulla faccenda. Risale alla Mafia russa che gestisce il traffico di prostitute e si offre di "comprare" Teri (che in realtà si chiama Alina) dai suoi padroni. - SPOILER: Riceve rifiuti ed irrisione, tanto da portarlo ad agire. Da quel momento si mette in moto una macchina di morte che giungerà inesorabile fino all'ultimo cadavere per ottenere lo scopo prefissato, giustizia e libertà.

Da un punto di vista di ritmo, azione e belle scene, The Equalizer non ha nulla di cui rimproverarsi. Mi piace molto come gira Fuqua, il genere thriller action ce l'ha nelle vene, e la sua predilezione (fisiologica) per eroi neri e storie non "caucasiche" (come forma mentis, oltre che come epidermide) rendono i suoi film sempre interessanti. The Equalizer però ha degli aspetti che mi sono piaciuti meno rispetto ad altri suoi lavori. Il più marchiano è la totale invincibilità del protagonista. Più che un ex agente della CIA, McMcall è un supereroe a tutti gli effetti. Ha i sensi acuiti, vede e percepisce tutto in anticipo, i suoi processi logici corrono alla velocità della luce, anticipando ogni contromossa. Nel momento dell'azione non esiste forza in Natura che possa ostacolarlo. Siamo oltre il killer perfetto, il passo verso un Predator, un Robocop o un Terminator è breve. Capito questo meccanismo, il divertimento un po' ne risente. McCall non è mai, neppure per un solo istante, in pericolo, gestisce ogni situazione in maniera esemplare, gabba qualsiasi nemico, è sempre nel posto giusto, al momento giusto e cioè in anticipo. D'accordo, l'eroe è l'eroe, ma qui è come giocare ad un videogame avendo i cosiddetti "cheats", i codici, i trucchi per potenziarsi a dismisura e uscire indenni da ogni schema, contro qualsiasi mostro. Alla fine la tensione viene penalizzata, per il semplice motivo che non c'è più tensione. Si vibra un po' solo quando il cattivissimo Nicolai Itchenko (Marton Csokas, vagamente somigliante a Kevin Spacey) massacra e maciulla un po' di gente in giro, ma come entra in gioco McCall andiamo in powerplay e chi si è visto si è visto, si tratta solo di aspettare i titoli di coda.

Il secondo aspetto che non mi convince di The Equalizer sono quei movimenti di macchina un po' fighi che imperversano ogni qual volta c'è da sottolineare i "super poteri" di Denzel Washington; zoom improvvisi sui suoi occhi e sugli oggetti che mette a fuoco, sottolineati da effetti sonori, per far arrivare plasticamente allo spettatore il messaggio che.... sì, l'uomo bionico sta per entrare in azione e sfascerà tutto, con precisione certosina, in 3...2...1....Sbaaaam.....Skatabaaam....Sbatrooooshhhh! Fuqua si fa un po' prendere la mano da effetti furbini e faciloni, togliendo sobrietà al film, che pure non pecca in violenza e stile, visto che le esecuzioni di McCall sono piuttosto cruente e sadiche. Il che fa da contraltare alla estrema gentilezza d'animo dell'uomo, altruista e mite con il prossimo, soprattutto coloro che hanno bisogno d'aiuto, come Alina e come il suo collega di falegnameria Ralphie (Johnny Skourtis). Nel film non c'è ombra di Polizia, i russi (ritratti a forza di stereotipi, con tanto di icona della Madonna nell'ufficio) e il giustiziere agiscono in una città dove non c'è da rendere conto a nessuno. Qui pochi agenti che vediamo sono tutti corrotti al soldo degli ex comunisti ora convertitisi al capitalismo selvaggio e criminale. Al posto di Washington - e diretto da Paul Haggis - ci sarebbe dovuto essere Russel Crowe, il quale probabilmente avrebbe dovuto ritrovare la forma de Il Gladiatore per reggere il ruolo.

Trailer ufficiale

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