Barry Battles e Griffin Hood erano due sceneggiatori che avevano girato un paio di corti in totale autonomia sbaragliando un po' ovunque; avendoci preso gusto, ed incoraggiati dai buoni risultati, decidono di tentare un lungometraggio, il loro primo film. Si barricano in casa e stendono una prima versione dello script, poi la fanno circolare un po', ricevono offerte, rivedono la sceneggiatura e iniziano il casting; quindi noi, il pubblico, andiamo al cinema (o aspettiamo il bluray sul divano, come il sottoscritto) a vedere The Baytown Outlaws. Pellicola sudista che più redneck non si può, questa storia deve moltissimo a Rodriguez (e, per proprietà transitiva, a Tarantino), perché senza Desperado, C'era Una Volta In Messico e Dal Tramonto All'Alba (ma anche Le Iene e Pulp Fiction) probabilmente non sarebbe potuta esistere, o sarebbe stata molto diverso nel suo taglio, sotto tutti i punti di vista, fotografia, saturazione dei colori, ironia, sensualità, politicamente scorretto, sangue, violenza, parossismo. Né possiamo dimenticare le vixen di Russ Meyer che, anche qui al momento giusto tornano a far capolino.
Siamo alle prese con i fratelli Oodie, tre bifolchi dell'Alabama che ammazzano gente su commissione per fare il busco. Un bel giorno ricevono un incarico atipico, una donna (Eva Longoria) li assume per recuperare il proprio figlioccio; bisogna andare a casa dell'ex marito, prendere il ragazzo e possibilmente ficcare una pallottola in testa al daddy (Billy Bob Thornton). 25 mila bigliettoni convincono gli inizialmente diffidenti ragazzuoli (salvare la gente non è esattamente il loro forte). E la missione parte, naturalmente sarà un macello, e lungo la strada i tre scellerati avranno a che fare con personaggi improbabili degni di un videogioco dai livelli di difficoltà progressivi, fino alla resa dei conti finale. La forza di The Baytown Outlaws non è l'originalità (chi è abituato a Cristina Comencini o James Ivory probabilmente salterà sulla sedia, ma il fan medio del cinema pulp o post tarantiniano saprà esattamente cosa aspettarsi) quanto l'efficacia. Quel che è fatto è fatto bene, molto gratificante da vedersi. Il film è asciutto, concreto, succede una cosa dietro l'altra senza momenti di stanca; non ci sono vuoti, solo elementi utili, una corsa sulle monatgne russe che finisce al top dell'adrenalina. I tre Oodie sono dei bellocci maschissimi, e faranno sicuramente la gioia del pubblico femminile; d'altro canto nemmeno gli uomini hanno di che lamentarsi poiché, se non bastasse la Longoria, abbiamo addirittura un commando di prostitute bikers al gran completo. I "mostri di fine livello" che gli Oodie devono incontrare nell'ordine sono: villa del narcotrafficante Carlos (Thornton), commando di mignotte, pirati cingolati dell'autostrada (una roba molto alla Mad Max), altro commando di indiani un po' bikers un po' ninja. Ce n'è per tutti i gusti insomma, solo che gli Oodie sono gente tosta e di esperienza, è muto contro muro.
La musica sottolinea a dovere i paesaggi rudi, caldi e spigolosi del Sud (naturalmente non mancano i Lynyrd Skynyrd); Brick Oodie per tutto il film indossa una canotta con la bandiera confederata stampata sopra. L'ultima volta che un Oodie si è lavato credo risalga a quando c'era il muro di Berlino, idem per l'ultima volta che hanno risposto con educazione a qualcuno. Tre brutti ceffi, sciamannati, arruffoni (visto che il film comincia con una strage fatta in una casa dove non avrebbero dovuto essere....avendo sbadatamente sbagliato indirizzo); in tutto questo politicamente scorretto fatto di violenza, sangue, allusioni sessiste, turpiloquio, eccetera, dove il più pulito ha la rogna, Battles - che cura la regia - infila un ragazzo paraplegico, una inaspettata parentesi di buoni sentimenti all'interno del massacro senza fine. E' Rob, il ragazzo che la Longoria ha chiesto di recuperare. L'attore che lo interpreta (Thomas Sangster) è un normodotato senza alcun handicap, cosa che mi ha fatto trasalire quando l'ho scoperta perché la sua recitazione è a dir poco eccezionale. Il trio guascone degli Oodie lo prendi subito in simpatia, il che è abbastanza pericoloso perché oltre ad essere leggermente degli assassini, sono poco educativi, diciamo così, a livello di "valori". Un po' sprecato invece Billy Bob Thornton, il suo personaggio è caratterizzato il più possibile, ma è davvero un ruolo molto periferico, sarebbe andato bene anche qualcuno meno ingombrante ma forse più abile nel tirar fuori il massimo col minimo delle pose assegnategli. Pure la Longoria, a dirla tutta, fa poco, però, vuoi mettere la Longoria con Billy Bob? Eh. Filmetto divertente in definitiva, ruffianotto, autocompiaciuto, derivativo, sborone, ma gradevole. Io, fossi in voi, lo vedrei.