The Asphyx

The Asphyx
The Asphyx

Peter Newbrook è uno che ha un elenco sterminato di titoli sulle spalle come operatore di macchina, direttore della seconda unità di regia, direttore della fotografia, produttore e pure elettricista, ma come regista vero e proprio ha un solo titolo diretto in carriera, The Asphyx, che arriva al termine della carriera. La ciliegina sulla torta di una vita professionale che forse avrebbe dovuto preludere ad un salto di qualità, o magari no. Da un punto di vista critico, l'accoglienza riservata al film non fu neppure malvagia, sebbene si collocasse nella scia di una certa exploitation britannica di stampo horror, più moderna dei film della Hammer (in quanto scienza e tecnologia - pur risalenti al 1875 - giocano un ruolo importante nella storia) ma pur sempre ben salda mani e piedi nelle ghost story, nel paranormale, nel mondo del brivido vittoriano e financo medievaleggiante (si vedano le cripte ed una certa rigida gerarchia sociale dei rapporti interpersonali tra uomini e donne, e tra classi sociali). La vicenda vede l'aristocratico Lord Cunningham (Robert Stephens) dilettarsi tra scienza e filosofia, alla ricerca dello spirito della morte. Mediante le sue apparecchiature fotografiche ritiene di averlo individuato accanto a uomini in punto di morte, una macchia nera, che poi diventa una vera e propria presenza, la quale sopraggiunge quando l'uomo sta per passare a miglior vita. Si ciba della sua paura e poi possiede il defunto annullandosi. E' l'asphyx, di cui già l'antica mitologia greca riporterebbe tracce.

Se inizialmente l'intento di Cunningham è meramente speculativo, progressivamente le sue scoperte alterano l'atteggiamento dello scienziato. La tragica morte della sua futura sposa e del figlio primogenito durante una banale scampagnata lo segnano a tal punto da volerli riportare in vita. Una volta acquisita la padronanza di catturare e imprigionare per sempre l'ashpyx, Cunningham accarezza morbosamente il desiderio di eternità per sé e per i suoi cari, convinto che la vita sempiterna gli darà la forza per imprimere svolte sociali finalizzate al benessere dell'umanità. Cunningham è sempre più accecato dalla hybris di potere e naturalmente - secondo la più shakespeariana delle evoluzioni - tale bramosia lo condurrà alla rovina. L'eterno ritorno di Prometeo, di Faust, dell'uomo che vuole farsi al leviatano. Il figlioccio adottivo Giles (Robert Powell) lo asseconda nei suoi esperimenti scientifici, pur percorso da un forte scetticismo morale e dal timore che i propositi di Lord Cunningham possano portare ad esiti nefasti. - SPOILER: così sarà.... in un cupio dissolvi Cunningham finisce con l'uccidere tutti coloro i quali voleva eternare, poiché durante i suoi tentativi di imprigionare i rispettivi asphyx riuscirà in realtà ad ottenere solo la morte accidentale dei propri familiari. Giles cercherà di porre fine a questo sterminio facendosi saltare in aria nel laboratorio con dentro il professore Cunningham ma questi, essendo divenuto eterno, sopravviverà.

The Asphyx ha delle atmosfere molto intriganti, delle scenografie ottime, bei giochi di luce, ma sconta una messa in scena del paranormale piuttosto puerile, fiaccata da effetti speciali decisamente poco all'altezza. I vari metodi di Cunningham per evocare e catturare gli asphyx sono una saga della goffaggine degna di Willy il Coyote (perché poi ogni volta debba inventarsi un metodo diverso anziché perfezionarne uno, non è dato sapere). La drammaticità della situazione è retta perlopiù dalla recitazione degli attori, dalla intensità del loro muoversi, agire e dialogare in scena, tuttavia quando si arriva al momento della manifestazione spiritica il film regredisce ad una sorta di Ghostbusters ante litteram con effetti un po' fiaccanti, dovuti al fatto che siamo spettatori degli anni 2000 che si rivolgono ad una pellicola di modesto budget degli anni '70. Va decisamente meglio per quanto riguarda l'evoluzione psicologica dei protagonisti, il passaggio dalla moralità all'immoralità di Cunningham è reso in maniera molto sottile e credibile, così come lo spaesamento dei suoi familiari che cercano di contenerne la febbre. Da un punto di vista scientifico la faccenda dell'asphyx fa acqua da tutte le parti ed è totalmente incredibile, ma è anche vero che un approccio rigidamente realista renderebbe impossibile la visione della maggior parte dei film horror, o del terrore che dir si voglia (etichetta assai più calzante per le pellicole realizzate tra i '60 ed i '70). Il suono emesso dagli asphyx è davvero lancinante e mi sono ritrovato più volte ad abbassare il volume per non ritrovarmi con i timpani perforati. Diciamo che il film costruisce molto bene e sa gestire ottimamente le atmosfere, per fortuna i momenti di incontro con il soprannaturale sono tutto sommato pochi e concentrati, il che toglie parzialmente dall'imbarazzo la pellicola. Molto carina l'idea della cornice iniziale e finale, che incastona la vicenda ottocentesca dentro uno sviluppo contemporaneo piuttosto coerente con le "malefatte" di Lord Cunningham.

Trailer ufficiale

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