Terza Ipotesi Su Un Caso Di Perfetta Strategia Criminale (di Joseph Warren aka Giuseppe Vari, 1972), è una pellicola che oscilla borderline tra poliziesco, giallo con venature argentiane, Mafia-movie, e che non disdegna pure momenti di erotismo. Ma andiamo per ordine; la trama vede un fotografo di fotoromanzi osè (Lou Castel) che per caso assiste ad un omicidio (e lo immortala prontamente a suon di click). Il morto è un giudice; appare subito chiaro che le foto si tradurranno in denaro (e guai), e infatti puntualmente si verificheranno ammazzamenti e scorrerano scie di sangue, con colpo di scena finale. Lo spunto tratto da Blow Up di Antonioni non deve fuoriviare, Vari (per fortuna) va da tutt'altra parte, con buona pace degli spocchiasnob. La pellicola ha subito critiche piuttosto feroci che ne sottolineerebbero la pochezza e la vacuità, lo stesso aiuto regista di Vari (Ricciotti Albanese) in una lunga intervista tra gli extra del dvd Cinekult demolisce sistematicamente il film, attaccandolo in ogni suo aspetto. E il regista era un mero artigiano anziché un "autore"...e gli attori erano veniali e appena dignitosi, eccezion fatta per Adolfo Celi (che però si comportava in modo altezzoso sul set, non degnando nessuno di considerazione)...e Beba Loncar era fuori forma...e la sceneggiatura aveva cadute di stile...e il budget era ridotto...e i giorni di lavorazione erano troppo pochi...e la storia era adatta giusto per un film tv di poche pretese, eccetera. Insomma, un abbattimento inesorabile del film, senza pietà (fatto per altro da chi ci ha mangiato su, magari poco, ma ci ha mangiato).
Spezzo volentieri una lancia invece a favore di Vari e della sua opera, perché Terza Ipotesi è un lavoro gradevolissimo, ben fatto, apprezzabile e, almeno per quanto mi riguarda, coinvolgente. La presunta "indecisione" sul genere di riferimento è tutto fuorché un limite, anzi contribuisce a mantenere vivace la curiosità dello spettatore, che viene sorpreso diverse volte per il cambio di binario della storia. Vari gira in modo nient'affatto becero o anonimo, scegliendo inquadrature sghembe particolari e realizzando un gran bel piano sequenza (quello sulla scena del delitto con Adolfo Celi che "studia la dinamica dei fatti"). Gli attori sono più che dignitosi; Fortunato Arena come boss italo-americano magari non è il massimo ("don't break my balls!"), ma per il resto, niente da eccepire, compreso il criticatissimo Lou Castel, che effettivamente ha quel non so che di scostante e compassato, ma che tutto sommato rende il suo personaggio diverso nel suo essere così distante e controllato. Celi (che gigioneggia vistosamente) è divino, e del resto, pure gli avessero dato come copione le Pagine Gialle, nessuno avrebbe notato la differenza. Altrettanto valido il paraplegico (da copione) Massimo Serrato. Beba Loncar è molto bella e soprattutto molto sensuale; altro che fuori forma...la forma è perfetta e francamente Ricciotti Albanese di belle donne non deve capirne un granché. La sceneggiatura non ha queste mostruosità di cui vergognarsi; certo, Vari non è Kubrick e Terza Ipotesi non è (né credo abbia mai voluto essere) Orizzonti Di Gloria ma, detto questo, si difende egregiamente, pur conservando una certa linearità, abbastanza tipica per i polizieschi, che si basano anche e soprattutto sulle atmosfere, i dettagli e i personaggi. Appena 18 giorni di lavorazione ed un budget risicatissimo non fanno altro che aumentare l'ammirazione dovuta a Vari, agli attori e alla troupe, visto che con tanto poco hanno fatto un film che anche a distanza di 40 anni si lascia vedere piacevolmente. La verità è che Albanese nell'intervista ammette chiaramente di aver "rimosso" quel periodo storico di cinema, per motivi suoi evidentemente; ribatte continuamente che il cinema "di genere" era solo fumetto portato sul grande schermo, come a dire che chi lo andava a vedere era un sub-normale indegno dei vari Visconti e Antonioni...vabbè, oramai ci ho fatto il callo, uff!
Interessante l'aneddotica su Lou Castel, attore svedese naturalizzato italiano, un tizio sui generis che lavorò praticamente gratis, avendo devoluto il suo intero compenso alla Repubblica Democratica Cinese....contento lui! Trascorreva tutto il tempo sul set discutendo di politica, millantando le magnifiche sorti progressive del comunismo. La "terza ipotesi" del titolo è quella che a metà film accenna il poliziotto Celi e che poi si rivelerà risolutoria per le indagini (ma lo spettatore la conoscerà in ogni suo dettaglio e particolare solo al termine, naturalmente). Per il mercato estero erano state realizzate scene hard, da insertare nei momenti caldi del film, scene presenti come materiale extra nel dvd Cinekult, "appetitose" per carità, ma del tutto irrilevanti rispetto alla narrazione e all'economia semantica del film, ovviamente.