Terrore Sul Mar Nero è un film apocrifo di Orson Welles. Venne inizialmente affidato a lui, lo avrebbe dovuto dirigere, dopo aver scritto la sceneggiatura assieme a Joseph Cotten, col quale lo interpretava pure. Poi la RKO gli preferì Norman Foster, anche se pare che molte scene siano state girate per mano di Welles, ad esempio la viruosa apertura con un dolly che avrebbe fatto invidia al Dario Argento di Tenebre, o la scena del cornicione sotto la pioggia battente. In effetti una certa mano di Welles si avverte, anche se la pellicola non è stata diretta da lui per intero è abbastanza evidente che il suo stile, la sua visione, ci siano. E comunque ne fu il produttore. Il suo più grosso cruccio fu il taglio voluto dalla RKO di oltre venti minuti, tant'è che dalla novantina prevista si scese a sessantotto di durata effettiva. Welles e Cotten volevano un thriller spionistico, lo Studio voleva un action; ne uscì fuori un montaggio un po' rabberciato, sbrigativo, fatto con l'accetta, dove addirittura ci sono personaggi che guardano da un oblò della nave quando in realtà sarebbero già morti prima. Ciononostante, questa pelliolca del 1943 rimane godibile e fascinosa, naturalmente per gran merito dell'impronta wellesiana.
Howard Graham (Joseph Cotten) è un commerciante di armi che si trova in Turchia per concordare una fornitura dagli States al governo turco. Qualcuno (i nazisti) non vuole e bracca Graham nel tentativo di fargli la pelle. Il colonnello Haki lo prende sotto la propria protezione e gli organizza un viaggio in incognito su un battello merci diretto fuori dalla Turchia, verso il Mar Nero. - SPOILER: sul battello però si imbarcano pure gli assassini di Graham, che ingaggieranno con lui una caccia al topo che proseguirà sulla terra ferma, fino al drammatico esito finale, un inseguimento sui cornicioni di un albergo durante il quale i killer moriranno liberando finalmente Graham dall'incubo.
Il dvd Dynit consente di vedere il film sia nel bianco e nero originale che nella versione colorizzata, la quale naturalmente ha un sapore posticcio, ma rimane un esperimento buffo soprattutto se si conosce il film nella sua versione b/n. Che si tratti del macete adoperato in sala montaggio o meno, la pellicola ha un ritmo altalenante, molto blando in certi frangenti, più frenetico in altri. I suoi principali motivi di interesse sono scene con angolazioni decisamente particolari (la su menzionata d'apertura, "alla Citizen Kane", che ci mostra un uomo intento a pettinarsi nel suo appartamento - ma la ripresa parte dal bordo della strada per poi salire al piano con la finestra aperta - quella del numero del mago al night, e tutta la parte ambientata sulla nave, con i suoi spazi claustrofobici) ed il cast, fatto di personaggi caratterizzati in modo accattivante. Tra questi ovviamente il colonnello di Welles, un baffone volutamente somigliante a Stalin, dai modi cinici e marziali, il signor Kopeikin (Everett Slaane), un affettato gentiluomo un po' vigliacco, rappresentante turco della ditta americana per la quale lavora Graham, la magnetica Josette (Dolores Del Rio), dark lady della situazione nonché vedette di un night turco nel quale si esibisce con un costumino da felina che è tutto un programma, il Professore Muller (Eustace Wyatt), un enigmatico tedesco, il suo compare Banat (Jack Moss), ed il tizio che è diventato socialista pur di tener testa alla moglie megera. Ad un certo punto il doppiaggio italiano va per la tangente e in un dialogo tra Scott, il capitano ed il suo vice si comincia a parlare in dialetto genovese (giuro!), poiché il vice sostiene che quando il capitano prende la ciucca capisce solo il dialetto ligure....in Turchia? Mah! Nella concitata scena finale del cornicione uno stunt cadde fratturandosi una gamba. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Eric Ambler, dove omonimo sta per Journey Into Fear, titolo originale della pellicola (nonché di una canzone dei Celtic Frost, anche se probabilmente Terrore Sul Mar Nero non deve essere stata l'esatta ispirazione di Thomas Fischer).