Stangata In Famiglia

Stangata In Famiglia
Stangata In Famiglia

Sono appena due i lungometraggi di Franco Nucci, altrimenti documentarista; Il Giudice E La Minorenne (1974) e questo film con un insolito Piero Mazzarella protagonista, del 1976. Insolito non perché l'attore non avesse la stoffa, ma perché nel panorama del cinema dell'epoca e di genere, Mazzarella non si è mai veramente conquistato un ruolo da prim'attore indiscusso, quanto più da caratterista di cesello. Qui invece è Lino Banfi ad affiancarlo come spalla comica, assieme ad una pletora infinita di attrici ed attricette più o meno acclamate e gradite dal pubblico italiano. Tra i nomi di spicco senz'altro Femi Benussi, Marisa Merlini e Isabella Biagini, un passo indietro Patrizia Gori, quindi un lungo elenco di comprimarie ad impreziosire il bouquet.

La storia è quella del Sig. Brambilla - ovviamente, siamo a Milano - che mantiene figlia, nipoti e cognato meridionale (Banfi). Come ispettore dell'Intendenza di Finanza gli viene assegnato un compito di estrema delicatezza, indagare nel mondo delle massaggiatrici private e smascherare le truffe all'erario. Come un vero e proprio agente sotto copertura, Brambilla inizia a battere a tappeto gli appartamenti degli annunci a pagamento, addentrandosi nel mondo di smaliziate donnine esentasse pronte a tutto. Tra queste per la verità si imbatte anche in oneste lavoratrici, che infatti cerca di premiare come può. In particolar modo la dolce Margherita (Femi Benussi). Parallelamente alla sua indagine, Brambilla si rende conto che il tenore di vita dei suoi familiari sembra inspiegabilmente in ascesa. - SPOILER: l'ispettore scoprirà che l'agiata vita delle massaggiatrici ha esercitato il suo fascino anche sulle figlie e le nipoti, le quali hanno aperto un centro gestito dal cognato trafficone. Non solo, pure il suo capufficio si è messo in combutta con l'onestissima Margherita per la gestione di un'altra casa di appuntamenti proprio presso l'Intendenza di Finanza.

Il tono di Stangata In Famiglia è piuttosto strano, ambiguo. La cornice è quella di una commedia dai risvolti sexy. Le atmosfere intessute da Nucci tuttavia sono meste e malinconiche, pare un mondo in disfacimento, il crepuscolo di un piccolo mondo antico che va dissolvendosi nella (terribile e gretta) modernità, dedita all'individualismo esasperato ed all'avidità irrefrenabile. Gli stessi parenti di Brambilla sono stranieri in casa. Per non parlare della variegata platea di massaggiatrici, tra le quali Brambilla deve affrontare perfino un travestito (incontro che lo traumatizza non poco). Né va meglio pensando ai suoi superiori in grado. Brambilla è un uomo solo, anch'egli offerto allo spettatore con sfumature e zone d'ombra, poiché se per un verso sembra un irreprensibile borghese al servizio dello Stato, dall'altro ogni volta deve misurarsi con le comprensibili pulsioni derivanti dalle tentazioni delle procaci ragazze da appartamento. Di contro il cognato interpretato da Banfi è la summa degli stereotipi sull'uomo meridionale "ingrifeto". Un personaggio orizzontale. C'è un aria grigia, dolente e drammatica in Stangata In Famiglia che fa a cazzotti con il farsesco dialetto pugliese di Banfi e le nudità delle attrici, in qualche episodio anche piuttosto spinte (c'è una insistita scena di amoreggiamento lesbo totalmente gratuita per quello che è il tono del film).

Non si ride moltissimo, anche se qualche scambio tra Mazzarella e Banfi va a segno; ed anzi ci sono lunghe digressioni di Mazzarella, lamentoso e logorroico che addormentano il ritmo. Un film quasi irrisolto. Carina l'idea, interessante il tema, strampalato il cast, poco a fuoco la sceneggiatura, che a tratti pare solo voler offrire un palco per una carrellata di incontri tra Brambilla e delle ragazze discinte. La musica invece (a cura dei mitici fratelli Mino e Franco Reitano) spinge apertamente sul pedale della pochade volgarotta. Da segnalare nel curioso cast anche una giovane Gabriella Golia pre annunci su Italia 1, quasi irriconoscibile. Folle il passaggio della Biagini, un personaggio senza né capo né coda che Mazzarella incontra avendo sbagliato piano. Alla fine non si capisce dove il film voglia andare a parare - un po' come Brambilla che sbaglia piano - non risolvendosi né in una commedia ridanciana a tutto tondo, né in una pellicola dagli spiccati accenti erotici, né tantomeno si può parlare seriamente di un film di denuncia. Grottesco, temo suo malgrado.

Trailer ufficiale

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