Sky Captain And The World Of Tomorrow

Sky Captain And The World Of Tomorrow
Sky Captain And The World Of Tomorrow

Partito come un film indipendente, Sky Captain And The World Of Tomorrow è stato a lungo solo 6 minuti di cortometraggio; in 4 anni di lavoro in solitaria con un Apple, Kerry Conran aveva iper prodotto appena 6 minuti, ricoperti di chili e chili di post produzione digitale. Un lavoro maniacale e certosino, fedele all'idea estetica che il filmaker americano si era fatto a proposito del suo gigantesco fumetto visivo. Una cassetta di metallo con dentro una vhs dei 6 minuti (si, avete capito bene una vhs) e come gadget un robottino, viene consegnata ad un produttore della Paramount, il tizio la vede, poi la rivede, e decide che la casa sosterrà economicamente il film. Non solo, procura Jude Law e Gwyneth Paltrow come attori protagonisti. Parte l'impresa, circa 100 mestieranti a vario titolo (grafici, animatori, coloristi, eccetera) vengono impiegati per portare a termine il film nel tempo previsto. In meno di 30 settimane viene girato tutto, utilizzando unicamente un gigantesco magazzino, interamente coperto di blue screen e con attori che recitano nel nulla, dovendosi ricordare a memoria tempi e gesti in un'ambientazione inesistente, poiché tutto verrà ricreato successivamente in post produzione (come Kyashan). Conran però il film se lo è girato in testa mille volte, prima del primo ciak sono state fatte tantissime prove, proprio per ottimizzare i tempi e consentire a tutti di sapere esattamente cosa fare, quando farlo e come farlo.

Scoprire come è stato realizzato Sky Captain And The World Of Tomorrow e quanto immane lavoro ha richiesto al cast tecnico e artistico è forse più interessante del risultato finale raggiunto da Conran, un film nel film. Probabilmente questo giudizio non sarà condiviso dagli appassionati della tecnologia estrema applicata al cinema, sicuramente il film era all'avanguardia (nel 2004), sperimentale, e coraggioso. Tuttavia la visione pone l'interrogativo di quanta computer grafica si è disposti a sopportare prima di implodere saturati. L'estetica, oltre a rimandi all'espressionismo tedesco, è di stampo dieselpunk, declinazione cyberpunk riferibile alle opere di immaginazione ispirate ai pulp magazine della metà del Novecento, analoga allo steampunk, ma specificamente caratterizzata dall'ascesa del potere del petrolio e dalla percezione tecnocratica, con annessi elementi neo-noir. Tradotto si tratta di retrofuturismo, pur con le sue sfumature specifiche e peculiari. Sky Captain And The World Of Tomorrow ci mostra una New York anni '30, invasa da macchine meccaniche, ma poi ci porta in giro per il mondo, dal Nepal ad un'isola di lussureggiante vegetazione, fuori dalle mappe conosciute, e che pare rigenerare la letteratura ottocentesca dei Salgari e dei Thoreau. Non manca naturalmente la fantascienza, anch'essa più ispirata ai vecchi fumetti americani d'inizio secolo che ai romanzi di genere della fine del '900.

Complessivamente il film è un'estasi visiva, e si deve accettare di entrare nel mondo posticcio di Conran e prenderlo in blocco; tuttavia il troppo stroppia, non c'è un singolo oggetto di scena, una luce, un elemento qualsiasi che non sia fuffa digitale. Il film è stato girato in bianco e nero (forse per dare un'atmosfera ancora più noir, o forse per avere una tabula rasa su cui lavorare più agilmente) e poi interamente colorato post, compresi i volti degli attori, il rossetto della Paltrow, tutto. La colorazione, così come l'illuminazione degli ambienti, non va in cerca del realismo ma di una sorta di iper realismo stilizzato ed estremo, fumettizza cioè i fotogrammi, facendoli letteralmente esplodere di materia. Personalmente devo dire che il mio giudizio sul film è variato strada facendo. Inizialmente ero molto curioso, poi - per la prima oretta circa - mi sono sentito schiacciato dalla computer grafica; la seconda parte, molto inventiva anche a livello di plot, va meglio. Infine tutta la parte extra del blu ray (circa 80 minuti), con il making del film, mi ha seriamente appassionato, perché tanto lavoro genera rispetto. Conran ed i suoi collaboratori sono visibilmente innamorati del risultato ottenuto e questo suscita una simpatia genuina nei loro confronti, anche se poi il film di per sé non mi ha entusiasmato. C'è anche Angelina Jolie a fare una particina, un ruolo dei suoi, donna sprezzante, mascolina e temeraria (mentre la Paltrow, intenta a fare la Lauren Bacall de' noantri, è la solita sogliola). Pure Jude Law nei panni del Capitan America di turno pare un po' costretto in abiti sempliciotti, ma questo è quanto richiedeva il film. Ed è stato scomodato persino Laurence Olivier nel ruolo di uno scienziato pazzo; grazie al computer il defunto mostro sacro shakespeariano recita accanto a Jude Law e la Paltrow, in un delirio di cinema onnipotente. Il film è costato 40 milioni di dollari e ne ha incassati 58.

Trailer ufficiale

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