Shooter

Shooter
Shooter

Ci sarebbe una valanga da scrivere su Shooter, bel film "de menare" visto al cinema dal sottoscritto. Volete subito una ragione, al volo? La psicologa, alias Rhona Mitra, per dire. Pellicola del tipo paranoico/complottista/cospirazionista, con attentato al Presidente, fuggitivo ritenuto erroneamente colpevole, amorazzo en passant durante la latitanza, tiratori scelti di precisione appostati sui tetti, vendette sanguinosissime, giustizia sommaria ma inesorabile. L'inizio richiama fortemente Commando, con Mark Whalberg servitore patriota e burbero dell'Esercito degli Stati Uniti ritiratosi a vita montana dopo anni di lodevole servizio. Ma lo Zio Sam ha bisogno ancora di lui per una nuova delicatissima missione e allo sventolare di medaglie d'onore del Congresso tutto riparte da capo. Proseguendo nel plot, Shooter si adagia volentieri su rimandi a Il Fuggitivo, Rambo, Blown Away. Spesso i dialoghi sono scolpiti nel marmo, soprattutto le battute da Steven Segal di Whalberg.

Devo capire com'è che negli action movies americani le figure femminili siano così sopra le righe e improbabili. Due donne in Shooter, la vedova (poco più che adolescente) di un militare ucciso in Etiopia, la quale, tre anni dopo la perdita del marito in missione, pur essendo ovviamente super modella, vive rigorosamente sola e alle 7 del mattino si presenta sull'uscio di casa in una strizzatissima canottierina sexy; una psicologa dell'FBI che incarna la tipica figura dello psicologo dell'FBI che tutti ci aspetteremmo, ovvero una bomba erotica gentilissima e disponibile anche con l'ultimo impiegatino dell'ufficio, anche lei single, nonché pronta a rispondere al telefono in piena notte in canottierina altrettanto mini e altrettanto sexy. Ovviamente entrambe hanno le palle quadre, sono grintosissime, determinate e tenaci, e col trucco sempre perfetto, anche dopo aver pianto e subito violenza. Vi direte: "ti sembra la cosa più improbabile del film?" No, però colpisce.

La legge di Shooter è quella del far west, nessun cavillo legale e avocaticchi, ma armi da fuoco a regolare tutte le pendenze. Siamo sul fascistoide? Abbastanza, ma diverte proprio per questo. Fotografia e regia sono al top, ottimo ritmo, non troppo parossistico né troppo lento, molta qualità insomma. E' stato inquietante vederlo con un tizio assai strano seduto nella poltroncina accanto alla mia. Uomo di mezza età, solo, che commentava ogni scena del film a voce alta. Il tipico tizio esaltato e un po' spostato che il giorno dopo, per troppa identificazione nel protagonista, magari fa una strage al supermercato perché non gli accettano un buono sconto scaduto da tre anni. Ogni uccisione del cattivo di turno gli sembrava troppo poco, incitava i "buoni" (che per inciso nel film non ci sono), si preoccupava della sorte delle spie, bestemmiava e insultava i "cattivi", se la rideva durante le esplosioni più cruente. Davvero un losco e sinistro figuro che spero di non vedere nei prossimi giorni al telegiornale. Cosa avrebbe fatto la psicologa con uno così?

Trailer ufficiale

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