Sapore Di Te

Sapore Di Te
Sapore Di Te

Carlo ed Enrico Vanzina lo hanno dichiarato apertamente, Sapore Di Te è nato esplicitamente come una prosecuzione di Sapore di Mare. In realtà Bruno Cortini nell'83 un seguito a quel film lo aveva già dato con Sapore di Mare - Un Anno Dopo, ma il marchio rimane di proprietà dei Vanzina ed è per questo motivo che Sapore Di Te ha il vero "sapore di mare". L'idea di partenza è la medesima, una storia corale che, attraverso i suoi vari protagonisti, sia in grado di raccontare l'Italia di quel periodo storico (stavolta siamo negli anni '80 anziché nei '60), una fotografia collettiva fatta però di piccoli racconti. Ora come allora tutto accade d'estate sulle spiagge della Versilia, ora come allora le aspirazioni e l'emotività ipetrofica dei ragazzi - tutti rivolti alle scoperte amorose - si scontrano con la maturità dei genitori, vera o presunta; genitori che - molto similmente ai propri figli - hanno altrettante beghe amorose, perché in fondo il cuore è ballerino per tutte le generazioni. Stesso format per un nuovo capitolo della serie che però, inevitabilmente, appare anche un po' fuori tempo massimo.

La trama è irrilevante, e se ci pensate bene era tale anche per il primo fortunato film dell'82 (proprio quegli anni '80 che i Vanzina stavolta intendono raccontare). Nell'economia della storia non conta tanto chi fa cosa, ma il contesto, l'ambiente nel quale i protagonisti si muovono, i loro struggimenti, i loro desideri, le loro delusioni, perché sono la nostalgia e la malinconia a farla da padrone, come sempre quando si sfoglia un vecchio album di fotografie. La vera differenza la faceva il cast. E se in Sapore Di Mare avevamo Jerry Calà, Virna Lisi, Marina Suma, Isabella Ferrari, Christian De Sica, Karina Huff, Ugo Bologna, Gianfranco Barra, Guido Nicheli, in questo sequel la platea degli attori è decisamente più modesta. Non solo i loro personaggi sono più "ini", ma anche gli stessi interpreti non sembrano avere una statura tale per prenderli in consegna e portarli laddove una sceneggiatura semplice semplice non arriva fisiologicamente. Non mancano dei nomi importanti della commedia italiana degli ultimi 30 anni, come Maurizio Mattioli, Nancy Brilli, Vincenzo Salemme (che infatti, alla fine della fiera, sono anche gli unici che salverei), ma l'abisso che separa quel cast da questo è incolmabile. I giovani di allora erano i Calà e i De Sica, qui abbiamo Martina Stella, Katy Saunders, Laura Berlin, Virginie Marsan, Eugenio Franceschini, tutte belle figurine molto fotogeniche che sembrano però recitare all'interno di uno spot pubblicitario o di un videoclip balneare di Max Pezzali. Per carità, bella la Stella, altrettanto la Autieri, fascinoso Franceschini (che a me continua a sembrare Ligabue da giovane), manca però totalmente lo "scatto", quella scintilla vitale e terremotante che avevano la mimica e la gestualità dei Calà e dei De Sica. La Huff o la Ferrari dal canto loro erano lì per lo stesso motivo, erano le bellocce da conquistare, eppure il magnetismo che emanavano oltre lo schermo era di ben altra risma. Non parliamo poi delle misere vicende del bagnino cucador Paolo Conticini, o di Giorgio Pasotti, fossilizzato - anzi direi cementificato - sempre nello stesso stereotipo di personaggio, oramai ampiamente oltre i limiti del sopportabile.

Vincenzo Salemme è l'unico che mi abbai strappato qualche sorriso genuino, per il resto Sapore Di Te scorre sin troppo banale e "insapore". Si recupera un po' con la colonna sonora, che naturalmente assembla brani famosi del periodo, dagli Spandau a Stevie Wonder, da Cindy Lauper ai Ricchi e Poveri, non necessariamente canzoni epocali, ma che perlomeno hanno il merito di contestualizzare a dovere. Stavolta i Vanzina hanno puntato troppo sulla bellezza e poco sulle qualità recitative, anche se l'estrema cura ed eleganza della loro regia salva parzialmente il film dal naufragio totale. Si avverte una delicatezza di tocco che ben si sposa con l'impronta fortemente nostalgica di tutta l'operazione. Intendiamoci, i Vanzina hanno sempre avuto nel proprio dna quello di lavorare con i giovani e lanciare in ogni film belle facce sconosciute, pronte per la passerella o per una produzione pubblicitaria, tuttavia non sempre la ciambella gli è riuscita col buco, come in questo caso. Inevitabilmente però Sapore Di Te ha un retrogusto meramente derivativo.

Trailer ufficiale

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