San Pasquale Baylonne Protettore Delle Donne

San Pasquale Baylonne Protettore Delle Donne
San Pasquale Baylonne Protettore Delle Donne

Il motivo per cui stasera ho estratto proprio San Pasquale Baylonne Protettore Delle Donne (di L.F. D'Amico, 1976) dalla lunga fila di quelli ancora da vedere, è presto detto, un'accoppiata da fuochi d'artificio, Lando Buzzanca e Orchidea De Santis, nonostante il primo sia il protagonista e la bella Orchidea solo una delle tante. La storia: Giuseppe Cicerchia, separato dalla moglie Iolanda, noto alla polizia per una serie di piccoli reati connessi con i mezzucci di cui si serve per vivere, si è impiantato da tempo nel montano paese di Fusolone (Lazio) ove, basandosi sulla dabbenaggine dei villici paesani, tesse truffe (talvolta simili alle beffe boccaccesche, vedi l'episodio delle monete nel giardino degli sposi, quello del "membro" del santo che sopperisce alle mancanze di un contadino evirato, o della donna restìa trasformata in docile pecora per l'accoppiamento) e funge da mago-intermediario con un presunto S. Pasquale nel cui nome prescrive ricette amorose alle donne in un modo o nell'altro insoddisfatte. Tra le sue funzioni c'è anche quella di soddisfare di persona, facendosi pagare con caciotte, orci d'olio e prosciutti. Suoi nemici sono il concorrente Mago di Bagnacavallo, rappresentante di S. Costantino e Don Gervasio, il parroco dei paesello.

Buzzanca è il "Femminario", ovvero Cicerchia, strepitoso nella sua interpretazione, che Sordi avrebbe apprezzato e Moretti avrà detestato. Il Femminario infatti è il "solito" italiano che si barcamena, truffatore ma non cattivo fino in fondo, opportunista e di dubbia moralità, ma al dunque anche un povero diavolo che tira a campare e talvolta, più o meno volutamente, realizza anche il bene altrui. Alle sue dipendenze ha il Muto, Francesco De Rosa (il mitico impresario delle pompe funebri di Così Parlo Bellavista), il quale, nonostante l'impedimento fisico, è un personaggio divertentissimo nella sua gestualità ed espressività (con tanto di "miracolo" finale). Buzzanca è talmente "positivo" come personaggio che una contadina si innamora pure di lui, una vergine con la quale lui si accoppia con la scusa di liberarla dal demonio e che per questo rimane affascinata dal mago. L'altro mago concorrente, quello di Bagnocavallo, è il mitico Gianni Cavina, il quale si sottopone ad ogni sorta di tenzone sulla pubblica piazza, contro il Femminario, nella speranza di conquistarsi un proprio pubblico. Don Gervasio è nientemeno che Lionel Stander, anche se le sue scene sono poche e non particolarmente epocali. C'è Memmo Carotenuto, protagonista di tante pellicole della commedia all'italiana, che qui fa la parte di un parente di Don Gervasio, il quale su compenso inscena apparizioni e sabba demoniaci per terrorizzare il Femminario e farlo rinunciare alla sua professione di mago. E c'è pure un'adolescente Giuliana De Sio che amoreggia nuda col suo moroso dentro un fiume.

E la bella Orchidea? Ha una piccola parte, è una delle contadine, purtroppo trascurata dal marito, un canuto ultrasettantenne evidentemente giunto alla pace dei sensi (per altro, curiosamente... ma neanche tanto, gli anziani contadini di Fusolone sono maritati quasi sempre a giovani e belle donne, chissà perché!). Ecco che Buzzanca, dopo aver provato di persona le qualità di Orchidea, la dota di una potente pozione (il Gerovital), lasciandole credere che la protezione di San Pasquale Baylonne la assisterà d'ora innanzi (ed il Gerovital compie i suoi benefici effetti). Orchidea è in scena complessivamente per una decina di minuti circa (con comparsata anche nel finale) ma, come spesso le accade anche quando il suo ruolo è minore o secondario, ruba la scena un po' a tutti (e tutte), esondando oltre i pochi fotogrammi che le vengono concessi e risultando essenziale e sostanziale per il buon risultato del film. Quando Orchidea mostra a Buzzanca il seno e le terga, a testimonianza della propria bontà, c'è di che saltare sulla sedia. La storia riprende abbastanza vistosamente Per Grazia Ricevuta con Manfredi (del '71 e sempre con Lionel Stander), per altro gli autori sono gli stessi (i fratelli De Angelis) e pure la lode a San Pasquale che viene cantata per tutto il paese durante la sagra del patrono, è praticamente la stessa rivolta a San Eusebio, tranne che per il nome del santo. Film ruspante ma mai rozzo e trash, anzi piuttosto brillante nel suo gioco di finta trivialità poggiata invece su di una sceneggiatura assai raffinata. E il plot c'è, non si tratta di pretesti e sketch incollati "tanto per". Diversi i momenti in cui si ride. Buzzanca è un grande, ma non ci sarebbe nemmeno bisogno di doverlo dire. Purtroppo il dvd della 01 pare abbia ben 11 minuti "cut", ma è anche l'unico in circolazione, mannaggia. Chissà cosa mi sono perso, mica altre scene con Orchidea De Santis?!

Galleria Fotografica