Safe House – Nessuno È Al Sicuro

Safe House – Nessuno È Al Sicuro
Safe House – Nessuno È Al Sicuro

Safe House è un action/thriller movie cinico e nichilista. Ma soprattutto un film che tiene a fede a ciò che promette, 115 minuti interamente di action da capogiro. Inseguimenti e lotte in ogni formato, dimensione, variante e possibilità. Con l'ulteriore pregio di essere poco "hollywoodiano" e molto vero; le colluttazioni ad esempio non sono roba da Mission Impossibile o Matrix, ma sono assai concrete, verosimili, e non per questo meno potenti e cariche di tensione, anzi. Protagonisti dua attori che amo molto, il gigante Denzel Washington, qui in un ruolo ambiguo e ombroso, e Ryan Reynolds, il seppellito vivo di Buried, capace di espressioni sconvolte e di una fisicità incredibili. Dirige Daniel Espinosa che, a dispetto del nome, è svedese, un tizio che ha fatto la sua brava scuola cinemtografica in Danimarca, ha diretto quattro pellicole a casa sua, e alla quinta fa il botto negli States con un mezzo capolavoro del genere. Safe House racconta di una caccia all'uomo, il mitico Tobin Frost (Washington) ex agente Cia che si diverte a fare la scheggia impazzita, sospettato di venedere informazioni. La Cia lo bracca e a sorpresa lui si rifugia proprio in un'ambasciata americana, mentre a Città del Capo mezzo mondo gli spara addosso. Viene così condotto alla safe house locale, (una zona sicura della Cia, dove ovviamente ogni diritto è sospeso, e il waterboarding è appena il buongiorno). Ogni safe house ha un suo guardiano, Reynolds è quello di Città del Capo. Accadono fatti, succedono cose... e Reynolds intuisce che non tutto è come sembra, che Frost forse ha qualcosa da dire, e che i capi della Cia magari... inizia il circo, la capitale africana viene sconvolta da sparatorie, omicidi, inseguimenti, esplosioni e devastazioni, all inclusive. Fino al disvelamento finale di tutti gli altarini. Il film è molto crudo, riprende il vecchio topos della Cia corrottissima, ma non tiene fede al proprio cinismo fino all'ultimo fotogramma, poiché in chiusura Reynolds - un puro di cuore - può rilassarsi con un sorriso, dando allo spettatore l'illusione che il mondo possa essere cambiato, e che un uomo solo possa mettere in crisi intere organizzazioni protette sin nei piani più alti del potere. Positivismo a parte, Safe House è un grandissimo film, infaticabile nel suo proporre corse e ribaltamenti di posizione; Washington e Reynolds gareggiano per bravura, Espinsosa dà un ritmo vorticoso alla storia, sa sempre dove piazzare la macchina da presa e sceglie un modo accattivante e originale per dar corso alla sua narrazione, più simile a quella dei Jason Bourne movies che ai James Bond, per dire (in fatti il direttore della fotografia è Oliver "Bourne" Wood). Al termine sarete parimenti esaltati ed amareggiati, contenti per lo spettacolo visivo, ma anche doloranti per i cazzotti allo stomaco ricevuti; "nessuno è sicuro", dice il sottotitolo italiano, ecco perché anche voi inizierete a guardarvi le spalle sospettosi....

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica