RocknRolla è un filmone che non avevo mai preso in serie considerazione, sbagliando. L'ex marito di Madonna, Guy Ritchie (santo solo per quello, sai cosa deve aver sopportato masticando tutta la giornata fuffa macrobiotica, tirando gli addominali e andando ai meeting sulla kabbalah!), inglese doc, tira fuori una pellicola londinese bella articolata e ritmata, un poliziesco parecchio sui generis che mescola azione, umor nero, atmosfere tarantiniane e un plot financo troppo ricco e complesso (per il genere, s'intende). Ci sono una quantità spropositata di personaggi e storie parallele, tant'è che risulta difficile riassumere la trama in poche righe. Un film che cura maniacalmente i dettagli, sia di forma che di sostanza. Una roba che è meglio vedere che raccontare. Un magnate russo alla Abramovich (l'attore gli assomiglia anche un bel po') fa affari con un immobiliarista corrotto, padrone dei più loschi traffici londinesi. Su questa vicenda si innestano molteplici sottotrame legate in qualche modo tra loro e tutt correlati alla compravendita immobiliare tra il russo e il boss criminale. Ci sono dei banditi proletari capitanati da Gerard Butler (si fanno chiamare il "Mucchio Selvaggio"), c'è una commercialista avidissima che fa il doppiogioco, c'è un cantante rock tossico che muore ma in realtà non muore, ci sono i suoi ex agenti, ci sono dei mastini picchiaduro dei Balcani pieni di cicatrici, ci sono amici omosessuali.
Un frullatone di situazioni che ribolle come la macchinetta del caffè sul fuoco quando è l'ora di far colazione. Ritchie fa le cose per bene, dando spessore e tridimensionalità ad ogni singolo personaggio, nessuno escluso, e quasto rende credibilissimo il film, nonostante molte situazioni siano ai limiti del l'improbabile. I dialoghi sono minuziosi, attenti, scrupolosi. Ritchie non cade in fallo, non ha sbavature, mantiene tutto ad un altissimo livello, e tutto contemporaneamente, ritmo, recitazione, montaggio, narrazione e, come detto, i dettagli, che contribuiscono quanto tutto il resto al film, quelle minuzie subliminali che magari lì per lì non cogli, ma che invece incorniciano meravigliosamente la storia e la esaltano ulteriormente. Tostissima pure la musica, naturalmente rockarolla. Non ottima l'accoglienza del pubblico, discreta qualla della critica. Fatico a capire perché Guy Ritchie non sia un regista stimato e corteggiato dalle major, visto che di talento ne ha, i suoi film che ho visto mi hanno sempre convinto. Penso proprio che il passaporto britannico e lo sposalizio (abbondantemente naufragato) con Madonna lo abbiano penalizzato. Peccato. Io mi metto buono buono ad aspettare il prossimo film invece, ne godrò certamente.