Red Dawn – Alba Rossa

Red Dawn – Alba Rossa
Red Dawn – Alba Rossa

Se ti metti in testa di girare un remake di un film di John Milius i casi sono due: 1) sei un pazzo scriteriato incosciente; 2) hai le palle quadre. Nel caso di Dan Bradley temo si tratti di entrambe le cose. Lo scorso anno è uscito il nuovo Alba Rossa, rifacimento della clamorosa pellicola di Milius dell'84. Ora, leviamoci il dente subito, Bradley sta a Milius come Gabriele Paolini sta a Rocco Siffredi, oltre al fatto che le rispettive epoche storiche di concepimento e realizzazione del film sono diverse, e questo influisce non poco sul prodotto finale. Il clima da guerra fredda reaganiana è un elemento fondamentale di Alba Rossa di Milius. Preso atto di ciò tuttavia, non posso non nutrire una certa ammirazione per Bradley, il quale, con all'attivo zero film diretti ed un curriculum di direttore della seconda unità di regia in The Bourne Ultimatum, Spiderman 3, Indipendence Day e Quantum Of Solace, ha accettato senza colpo ferire di caricarsi sul groppone un simile onere.

Il file Milius lo abbiamo aperto e chiuso, adesso lasciamo perdere e trattiamo Alba Rossa (2012) come fosse un film a sé stante. Ci sono analogie con la trama del predecessore? Si ovviamente, è un remake, tuttavia non è ricalcato con la carta copiativa, e potrete divertirvi a scovare personaggi e situazioni similari, di contro alle invenzioni ex novo. Si parte come fosse Footloose (pure qui, più il remake che l'originale), siamo dalle parti di Seattle pare di capire, e i giovani del posto gozzovigliano, flirtano e fanno i fighi debosciati in birreria. Una sera come tante però salta la luce, è black out in una vasta area del paese. Al mattino dopo c'è già l'aviazione nord coreana che scaraventa paracadutisti sui cieli d'America, mezzi d'assalto a quattro ruote solcano i vialetti residenziali, carriarmati bombardano le villette: è invasione totale. Alcuni ragazzi riescono scappare e si ritrovano, a mo' di partigiani, sulle montagne. Tra di loro un vero marine appena tornato dall'Iraq. Lui li organizza e li addestra (tipo, in 5 minuti) e inizia la guerriglia di disturbo contro l'imperialismo comunista. Già, i termini si rovesciano; gli americani sono attaccati in casa propria, è messo in discussione il loro sistema di valori fondato sulla libertà e il capitalismo (chiaro, se la cantano e se la suonano), e quindi i giovani yankee si ritrovano equiparati ai mujāhidīn o ai talebani resistenti, eroi patriottici che si immolano per l'indipendenza della propria terra, del proprio popolo. Il paragone è forte anche perché siamo alla nemesi; il marine si avventura spesso e volentieri in metafore ardite, dice che in Iraq l'esercito dello zio Sam era quello buono e portava la pace, adesso invece questi giovani miliziani irregolari (autoproclamatisi Wolverines, dalla squadra di football locale) devono portare il caos, destabilizzare, fare la pulce che abbatte il molosso. Bisogna combattere per il proprio Paese, fare delle scelte (leggi: essere disposti a morire)...e bla bla bla. Chi non mostra questo coraggio (vedi il sindaco della città, che magari collabora anche solo per senso di responsabilità e per evitare stragi sempre più tragiche) è equiparato ad un pusillanime cacasotto. Fine della disamina sociologica. Ok, ideologia forte, questo è Alba Rossa non Argo, petto in fuori e cartucciera a tracolla. Esercito coreano e Wolverines si becchettano per tutto il tempo, fino a che viene individuato un possibile tallone d'Achille dei comunisti; hanno azzerato tutte le comunicazioni e l'elettricità grazie ad armi ad impulsi (di nuova generazione), mentre tra di loro tutto fila liscio. Grazie a server interni che trasportano in valigette. Gli eroici Wolverines, supportati da qualche marine random che si aggira nei boschi nei boschi dello Stato di Washington, si mettono in testa di rubarne uno proprio al capitano coreano che ha freddato con una esecuzione il padre dei due protagonisti. - SPOILER: grazie al successo della missione, pare di capire che inizi una ribellione sempre più partecipata in tutto il paese, nuove reclute accorrono al capezzale dei Wolverines, per la riscossa degli Stati Uniti d'America.

Alba Rossa è un buon film d'azione, sotto questo aspetto non c'è niente da eccepire, ritmo serrato, belle scene, tensione sempre al massimo, nessuna perdita di tempo. Gli attori, tutti ragazzotti semi sconosciuti o quasi (il leader della gang è nientemeno che Chris "Thor" Hemsworth), hanno la faccia giusta. Sulle prime i dialoghi mi sono sembrati parecchio stupidelli, roba adolescenziale che, al netto dell'ambientazione da guerra, sarebbe potuta andar bene anche in qualche faida sentimental-liceale. Poi però mi sono detto: "Aspetta, ma questi sono ragazzini strappati via alla loro vita fancazzista e trasformati giocoforza in guerriglieri, è del tutto normale che la loro natura, i loro atteggiamenti, il loro modo di pensare rimanga quello di bamboccioni in astinenza da facebook e playstation", e allora tutto ha avuto improvvisamente un senso. Ovvio che un Patrick Swayze, un C. Thomas Howell, un Charlie Sheen (di allora) garantissero tutt'altro spessore, ma la mia critica rischiava di essere troppo integralista. Una cosa che mi è molto piaciuta è che Alba Rossa non sta lì a tirarla per le lunghe, poco più di 80 minuti e un finale che tronca di brutto. Non sappiamo come diavolo sia potuto accadere che i nord coreani siano riusciti a violare gli spazi aerei degli Usa e ad invaderli addirittura (anche se dietro c'è lo zampino dei russi), né sappiamo come sarà il mondo di domani; Alba Rossa focalizza la sua attenzione solo sull'ora e adesso, l'invasione ed il combattimento giorno per giorno. E, proprio durante la sollevazione di popolo degli americani, arrivano i titoli di coda, ovvero nel momento più epico e probabilmente risolutivo. Forte! Tirando le somme, Alba Rossa di Bradley ha più in comune con Invasion U.S.A. che con Milius, ma levandosi dalla testa che un paragone tra i due film possa lontanamente essere fatto, e limitandosi a godere lo spettacolone ultra sciovinista messo in piedi, può comunque assicurare un'ora abbondante di divertimento. Ai Razzie Awards 2012 l'hanno pensata diversamente, avendo candidato il film alla nomination per "peggior prequel, remake, ripp-off, sequel" o "quel" che cacchio è.

Trailer ufficiale

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