Ragazza Tutta Nuda Assassinata Nel Parco

Ragazza Tutta Nuda Assassinata Nel Parco
Ragazza Tutta Nuda Assassinata Nel Parco

Si comincia con un riccone trovato morto nel tunnel degli orrori del parco divertimenti di Madrid, 1972. Anzi, ancor prima abbiamo assistito ad uno strano sacrificio, presumibilmente durante il tempo di guerra; un tizio condanna a morte madre e figlio lasciandoli legati mentre una bomba scandisce i suoi ultimi ticchettii. Poi passiamo a Madrid, e preciamente all'agenzia assicurativa che aveva firmato una polizza vita per un corrispettivo di un milione di dollari. Beh, lo stesso giorno della firma lui è cadavere (esatto, quello del luna park). Beffardo no? Un investigatore dell'Assicurazione (Robert Hoffmann) inizia le indagini, indirizzandosi verso i familiari del morto, madre e due figlie, una più belloccia dell'altra. Prende a fare il filo a Pilar Velázquez, splendida morettona con tratti vagamenbte simili a quelli della nostra Claudia Rocchi (Dolce Calda Lisa); la donna è ossessionata da un assassino e piuttosto fragile emotivamente. Accetta la corte di Hoffmann al punto da invitarlo nella villa di campagna di famiglia. - SPOILER: Qui l'investigatore ha modo di entrare in contatto con la famiglia del defunto al gran completo. La sua permanenza però è scandita da continui omicidi, compresi quelli della madre della Velázquez (Irina Demick) e della sorella (Patrizia Adiutori). Il cerchio si stringe, gli attori in commedia sono oramai pochissimi, e lo spettatore finalmente scopre chi è l'assassino e quale è il movente dei suoi delitti, in un rocambolesco finale all'insegna della resa dei conti e del sangue che chiama nuovo sangue.

Alfonso Brescia, prolifico regista del cinema bis dei '70/'80, attivo fino al 1995, regista ufficiale di tanti Merola movies, firma un giallo che non è solo giallo, ma si fregia di incursioni nel thriller (segnatamente argentiano), nel gotico (la villona, le visioni soprannaturali), nell'erotico (le brevi ma polpose scene di nudo della Velázquez e della Adiutori), e nel gore (poco poco, un po' di sangue negli omicidi). L'assassino non è di decriptazione eccessivamente facile, almeno per me non lo è stato, il che è un pregio; le attrici sono molto belle e discretamente talentuose, il che è un altro pregio; le musiche non sono malaccio. Tutto il resto sarebbe di gran lunga potuto essere migliore. A cominciare dal titolo, certamente ad effetto (richiama volutamente un articolo di giornale), ma ai limiti dell'inappropriatezza. Hoffman era il bello del momento ma scarsamente carismatico e poco espressivo; i cameo di Adolfo Celi e Philippe Leroy sono serviti a vendere meglio il film a livello internazionale, però in concreto apportano pochissimo al film, visto il ruolo defilato e marginale dei due attori, ed una interpretazione poco convinta (non vorrei dire una bestialità ma Celi mi pareva pure doppiato...o sbaglio?). La trama è ingarbugliata e sul finale i colpi di scena sembrano avere l'ansia da prestazione, tant'è che sì, la storia regge, ma scricchiola, siamo al limite del credibile e del possibile. La regia è un po' piatta, priva di tensione; Brescia ha fatto assai di meglio. L'unica scena veramente ad effetto è quella mutuata dai gialli argentiani, quando la Velázquez è assediata in casa dal maniaco, con telefonate catarrose, guanti neri, coltelli, silenzi squarciati da rumori improvvisi, dettagli di scarpe e corde, tende gonfie dal vento.

Sceneggiatura di Peter Skerl e Gian Antonio Martucci; quest'ultimo racconta come il plot fosse stato vergato molti anni prima, ambientato a Vienna anziché a Madrid (da cui il primo originario titolo Prater Shock) e sostanzialmente diverso dalla resa finale che poi realizza Brescia. Ciò nonostante, collabora alla rivisitazione della storia, sia in sede di sceneggiatura che come aiuto regista, ruolo che ricorda con scarso trasporto. Qualche omicidio è migliore degli altri, soprattutto nel finale, quando il film sorprendentemente offre una chiusa circolare, concludendosi dove era iniziato. Condivisibile l'osservazione di Giusti che trova posticcia l'ambientazione europea del film, in effetti non si capisce se siamo in Spagna, in Austria o da qualche parte nei Balcani...

Trailer ufficiale

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