Hammer presents.... nel 1972 la Hammer produce questo thriller bucolico tutto ambientato nella campagna dell'Hertfordshire, nel sud est della Inghilterra. Inizialmente lo script di Jimmy Sangster, anche regista, era stato sviluppato per una produzione della Universal con il nome di Brainstorm. Dopo varie false partenze ed anche cambi di titolo si arriva al al 1971 ed al passaggio alla Hammer per Fear In The Night. L'anno dopo il film esce nei cinema in coppia con 4 Farfalle Per L'Assassino, una pellicola che echeggia quella di Sangster anche per tematiche (a sua volta riferibile a La Casa Del Terrore del 1961, la cui sceneggiatura era dello stesso Sangster), e che curiosamente in originale si chiama Straight On Till Morning (dalla notte... al mattino). Chi acquista il biglietto lo fa per la coppia "Women In Fear", avendo la possibilità di assistere a due proiezioni aventi al centro della propria trama due donne profondamente turbate da minacce che oscillano tra verità e fantasia, psiche e assassini. Il topos della donna fragile e prossima all'isteria era abbastanza comune in quegli anni, da Rosemary's Baby a Carrie, passando ovviamente da L'Esorcista e dalle tante pellicole minori orbitanti attorno a questo stereotipo, tra le quali la stessa Paura nella Notte. Qui abbiamo Peg (Judy Geeson) che si trasferisce in un college di campagna dove insegna il marito, a seguito di una misteriosa aggressione subita in città da un uomo con una protesi al posto del braccio. Senza mai aver appurato se quell'incubo sia stato reale o lo strascico dell'esaurimento nervoso avuto sei mesi prima, Peg sembra ritrovare la sua dimensione con Robert (Ralph Bates). Dopo aver fatto conoscenza con il preside della scuola, Michael Carmichael (Peter Cushing), il quale ha una protesi come braccio sinistro, e sua moglie, la scostante ed ambigua Molly (Joan Collins), Peg viene nuovamente aggredita con la stesse modalità. In una notte nella quale è da sola (Robert è a Londra per una conferenza), Peg fugge per tutto l'istituto imbracciando un fucile, per poi abbattere il suo persecutore.
- SPOILER: Al ritorno da Londra Robert trova una situazione disastrata, Peg è quasi in stato catatonico e Michael è irreperibile. In una scena epifanica scopriamo che Robert e Molly, amanti, erano d'accordo nel fare eliminare Michael a Peg, sfruttando la sua instabilità emotiva. Tutto era stato pianificato ed organizzato sin dalla prima aggressione. Quello che i due non sanno è che Robert aveva scoperto il complotto e si era premunito, caricando a salve il fucile che aveva dato a Robert. Adesso è dunque Michael a condurre le danze. In una disperata caccia all'uomo Robert spara ad un lenzuolo adagiato su di una poltrona convinto di aver ucciso Michael, ma in realtà scopre di aver freddato Molly. Quindi fugge nel giardino per impiccare ad un albero Peg (unica testimone rimasta) ma viene raggiunto e sopraffatto da Michael, che proprio grazie alla forza della sua protesi ha la meglio su Robert. L'ultima scena riprende circolarmente la prima, un uomo penzola impiccato ad un albero davanti all'istituto scolastico, ma stavolta sappiamo di chi si tratta.
Paura Nella Notte è molto semplice e lineare nella sua costruzione e nello sviluppo, ma anche estremamente efficace, è il più classico thriller anglosassone di stampo Hammer, con elementi vagamenti sanguinari e altrettanto vagamente erotici. La Collins spinge molto sul versante della sessualizzazione del personaggio, benché sia piuttosto sobria nell'abbigliamento. Ma, oltre ad essere di una bellezza particolarmente sfolgorante in questo film, recita il suo personaggio d'elezione, la "stronza" (bitch), una donna spigolosa, altezzosa, algida, dallo sguardo penetrante, carico di ambiguità e malignità. E' chiaro sin dall'inizio che la sua parte in commedia sarà votata al nero. Judy Geeson ne è l'esatto contraltare, occhi verdi, bionda, di una purezza e di una ingenuità disarmanti, la fanciulla in pericolo da salvare, la vittima sacrificale perfetta. Non a caso il loro primo incontro ha un valore altamente simbolico; avviene quando la Geeson si intenerisce alla visione di una lepre nel bosco, ma un'istante dopo è sorpresa dall'esplosione di un colpo d'arma da fuoco a bruciapelo, è la Collins che ha appena sparato alla lepre, per altro a pochissimi metri dalla Geeson, un avvertimento per ciò che di lì a breve vedremo. L'erotismo soggiacente si percepisce anche in scene come quella nella quale Peg si lascia sciogliere i capelli dal preside, il quale insiste molto per violare questo suo pudore, una allegorica "violazione sessuale", un espediente di sublimazione di cui spesso la Hammer si serviva per non dover essere troppo esplicita (al netto delle episodiche scollature di attrici particolarmente dotate anatomicamente).
L'ospite di lusso di questa compagnia teatrale è nientemeno che sir Peter Cushing, naturalmente nel ruolo dell'enigmatico preside della scuola, che ha una storia tutta sua. Anni addietro scatenò involontariamente un incendio che causò la morte di alcuni studenti e ridusse anche lui in fin di vita. La scuola venne chiusa e mai più riaperta. Ciò nonostante, lui la rimise in sesto per poi continuare ad amministrarla come se tutto fosse rimasto cristallizzato a prima dell'incidente, con tanto di altoparlanti in grado di diffondere per tutto l'edificio il suono di studenti che pranzano nella sala mensa vuota, e seguono le lezioni in classi altrettanto deserte, mentre ridono e scherzano con i professori. Un tratto davvero disturbante di fuga dalla realtà da parte di Carmichael. Questo, unitamente alla protesi, rendono inizialmente il preside l'ovvio colpevole delle aggressioni a Peg, motivate da una presunta gelosia nei confronti di Robert, il suo affezionatissimo braccio destro. Ottime atmosfere, recitazione di mestiere ma adeguata al "genere", fotografia decisamente accattivante. Il piacere nella visione non sta tanto nello scoprire chi fa cosa ma nel lasciarsi cullare dai fotogrammi, dagli attori, dalla splendida campagna inglese e da quel sapore di antico e classico che emanano le immagini. Puro intrattenimento.