Operazione Vacanze

Operazione Vacanze
Operazione Vacanze

Con Operazione Vacanze Jerry Calà tenta la stessa "operazione" che aveva fatto con Torno A Vivere Da Solo, recuperare un successo che gli apparteneva e replicarlo oggi. In quel caso si trattava del brillantissimo Vado A Vivere Da Solo (1982), a firma Marco Risi, e, sebbene per molti si sia trattato di un fallimento, io non ho disprezzato il risultato finale, modesto rispetto all'originale ma pur sempre gradevole. Non accade lo stesso con Operazione Vacanze, liberamente ispirato alla serie di telefilm Mediaset Professione Vacanze, andata in onda nel 1987. Sei puntate piuttosto divertenti che ruotavano attorno ad un villaggio turistico ed al suo staff, alle prese con clienti sempre diversi. Al cast fisso della serie (anche Jenny Tamburi, Gegia, Sandro Ghiani) si aggiungeva una parata di special guests interessanti (alcuni dei quali: Sabrina Salerno, Isabel Russinova, Mara Venier, Elvire Audrey - bella e sfortunata interprete anche di Vado A Vivere Da Solo - Guido Nicheli, Alessandro Benvenuti, Isabella Ferrari, Laura Troschel, Marina Massironi).

Operazione Vacanze mutua dai telefilm solo due elementi, il protagonista (che però non è neppure lo stesso personaggio) e l'ambientazione, un villaggio vacanze; per il resto non esiste praticamente altra attinenza, l'Operazione è altra cosa rispetto alla Professione, in tutti i sensi. Operazione Vacanze è un film stanchissimo e sciatto; il cast nutrito potrebbe trarre in inganno, ma le storielle intrecciate dei vari comprimari sono inconsistenti, e regia e fotografia di certo non aiutano. Pare di vedere un telefilm, però stavolta è un film. Si tenta la via del mezzo cinepanettone, anche guardando il cast, che comprende Enzo Salvi, Valeria Marini, Maurizio Mattioli, ai quali si aggiungono consumati interpreti shakespeariani come Massimo Ceccherini, Rocco Ciarmoli, Lallo Circosta. Pure Francesco Pannofino e Emanuela Rossi (voci di mille attori hollywoodiani) fanno quello che possono, ma deludono, prestandosi ad una farsa anonima e, a conti fatti, noiosa. A condire, una immancabile e abbondante schiera di belle figliole in bikini, e tra queste, più in risalto, Benedetta Valenzano, Perla Pendenza (veramente clamorosa), Ami Veevers Chorlton. Comparsata deluxe anche di Umberto Smaila, che per un attimo fa baluginare insieme a Jerry i bei tempi dei Gatti di Vicolo Miracoli.

La polpa della sceneggiatura si esaurisce in poche righe, Calà è un sessantenne che lavora come cantante nei locali (col solito nome stupidamente "giovane", Bebo). Per colpa di una bugia che Benedetta Valenzano dice al padre Pannofino, mafioso in stile ridolini, Bebo fugge dal suo villaggio ed approda ad un altro, nel quale si finge Lello Spada, famoso animatore di nome di cui assume l'identità con l'inganno. Al villaggio si incrociano le avventure dei vari ospiti, tutte con la costante del divertimento estivo ai minimi termini e della "libiiiidine". Le battute efficaci si contano sulle dita di una mano; Fragasso tenta di imprimere alla commedia anche un'impronta action, con qualche scena più movimentata, che Calà si azzarda a definire addirittura "alla Bomber" (mitico film con Bud Spencer del '82). Ma i discorsi stanno a zero, Operazione Vacanze è decisamente un film non riuscito, soporifero, fastidiosamente al ribasso, pare quasi svogliato. Fa venire l'orchite la canzone brasileira, che riprende le atmosfere nefaste e pestilenziali di "Ai Se Eu Te Pego", purtroppo composta da Umbero Smaila (dal titolo "Te Quiero Mi Amor"), il cui testo cita i Righeira con "no tengo sombrero, no tengo dinero...." (e Calà canta pure "L'Estate Sta Finendo" nel film).

Sono un difensore ed un ammiratore di Calà, ma oggettivamente Operazione Vacanze è indifendibile (altro che "un grande film!", come viene fatto ossessivamente ripetere a tutti gli attori del cast, nel backstage del dvd), una roba semplicemente brutta, giudicata tale anche dal pubblico pagante che non ha premiato il film in sala (250 mila euro circa di incasso). Fragasso è fin troppo "alto" per un progetto del genere, forse i Neri Parenti, per quanto demonizzati, sono l'unica possibile garanzia per una impresa così concepita. La dimostrazione che anche per fare una commediaccia cinepanettonara (nel senso ampio del termine) occorre il suo bel know how.

Trailer ufficiale

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