Omen III – Conflitto Finale

Omen III – Conflitto Finale
Omen III – Conflitto Finale

Prosegue la serie dei film The Omen dopo i primi due capitoli tra 1976 e 1978. Il terzo capitolo arriva negli anni ottanta, 1981 per l'esattezza e porta la firma di Graham Baker, si tratta del suo esordio dopo un cortometraggio del '75 che aveva riscosso successo e destato interesse (Leaving Lily). Nonostante a livello produttivo siano trascorsi pochi anni, nel film Damien è oramai un uomo fatto, lo abbiamo lasciato adolescente e lo troviamo trentenne, a capo della Thorn Corporation, impegnato ad affamare il mondo, conquistare fette di potere sempre maggiore e scalare la politica. La sua nomina ad ambasciatore in Gran Bretagna coincide con il secondo avvento di Cristo come predetto dalle scritture, motivo per il quale Damien si fa assegnare ad Albione, avendo decriptato che il luogo della nuova incarnazione sarà proprio l'isola degli angeli (angle-terre). Tuttavia sulle tracce del figlio del Diavolo - ed a protezione del Cristo - c'è una congrega di monaci italiani capitanata dal nostro Rossano Brazzi, la quale raggiunge a sua volta l'Inghilterra per frapporsi nel "conflitto finale" del titolo.

L'ennesimo Omen comincia a far scadere il franchise; se il secondo episodio, pur inferiore al primo, si manteneva a livelli ancora più che dignitosi e conservava a suo modo le atmosfere sottilmente sinistre ed inquietanti de Il Presagio, questo Conflitto Finale è decisamente più rozzo. Piace poco il salto temporale così netto ai 30 e passa anni di Damien, per altro viene da chiedersi cosa abbia fatto sin qui il "povero" (si fa per dire) diavolo, perché in tutti questi anni non abbia sconquassato il mondo ma si sia mantenuto in disparte, agendo con basso profilo come uno dei tanti tycoon cinici e avidi? O ancora perché, da grandissimo esegeta esperto delle Sacre Scritture (devi conoscere il tuo nemico per batterlo), non realizza la grande verità finale - che noi poi vediamo riportata con citazioni bibliche - sbagliando clamorosamente bersaglio? Pecca terribilmente di vanità e di superficialità questo satanasso di Sam Neill, qui ad inizio carriera e pure lui un po' grossolano nella recitazione, nonostante quella faccia estremamente cinematografica che si ritrova. Il suo tirapiedi, Don Gordon, è consapevole della vera natura di Damien, ma si rapporta al segreto come si trattasse di una qualche bizzarria estrosa del proprio datore di lavoro, un capriccio di cui è meglio non parlare, niente di che insomma. Ordina telefonicamente di sterminare tutti i nati nella data della nuova venuta del Cristo (per il copyright citofonare a Erode) senza il minimo rimorso, ma quando viene messo in discussione suo figlio pare diventare Sandra Milo alla notizia che Ciro si è fatto male. Anche il soggiogamento di Lisa Harrow e di suo figlio avviene con qualche ambiguità e con una incomprensibile naturalezza. E ancora, perché se i monaci conoscono da decenni l'identità di Damien aspettano proprio l'ultimo giorno per ucciderlo o quantomeno ridurlo all'impotenza? Perché non perseguitarlo da subito?

Oltre alla prima sequenza di sesso mai vista in tutta la serie, ci sono anche le scene gratuitamente gore. I precedenti Omen erano stati accusati di sporcare una trama elegante con morti inutilmente violente; per non essere da meno Baker si impegna a costruirne qualcuna pure lui, come il complicatissimo stratagemma dell'ambasciatore americano, la morte del primo monaco nello studio televisivo (uno stunt estremamente pericoloso, assieme alla caduta di 30 metri da un ponte), o come la scena del figlio di Gordon che la madre vede in sembianze di mostro scarnificato, annebbiata dai nefasti influssi di Damien. Il finale poi, dopo aver costruito il climax per tutto il film, appare alquanto moscio, decisamente poco incisivo. Jerry Goldsmith compone ancora la soundtrack e pure quella, coerentemente con la resa complessiva della pellicola, suona stanca e poco interessante. Segue un quarto ed ultimo capitolo, prima degli inevitabili remake/reboot.

Trailer ufficiale

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