
Dato lo stramegagalattico fantastilioso successo di Jurassic Park al botteghino, un sequel venne messo in cantiere praticamente un nanosecondo dopo la prima del film (e secondo me nella mente di Spielberg e dei colletti bianchi della Universal pure molto prima). Quattro lunghi anni di preparazione e nel 1997 esce al cinema The Lost World. L'opera letteraria di Crichton soggiace sempre alla stesura della sceneggiatura, che però stavolta è appannaggio del solo David Koepp (che nel '93 aveva affiancato lo scrittore), effetti speciali assegnati sempre alla Industrial Light & Magic di Lucas, musiche sempre di John Williams e, manco a dirlo, regia sempre di Steven Spielberg. Un usato sicuro insomma. Dopodiché succede quello che classicamente accade da che sequel è sequel, ovvero, quando viene annunciato il secondo episodio l'intero pianeta Terra entra in fibrillazione, tutti sono eccitatissimi all'idea che quel gran film abbia un seguito; poi il film esce per davvero, e tutti lì a dire che...beh...boh...buh....però il primo era meglio, che si era messo in testa di fare Spielberg, come pensava di poter anche solo lontanamente avvicinarsi a Jurassic Park, che era perfetto così come era?
Ma il primo era davvero meglio? Prendetela come una domanda provocatotria se volete, ma in tutta onestà a me The Lost World è piaciuto clamorosamente, se non più del primo quanto meno allo stesso livello. I due film però sono diversi, o meglio, uguali e diversi al contempo. Uguali perché sostanzialmente, nonostante qualche accorgimento di fino, la storia è suppergiù la stessa, riproposta ai limiti del tale e quale: isola popolata dai dinos, umani che dapprima se la godono estasiati, poi si lanciano nel fuggi fuggi per non essere maciullati dalle forze della Natura irrispettosamente profanata. Stavolta in più c'è pure la banda di bracconieri, autorizzata direttamente dal nipote di Attenborough (il deus ex machina del parco jurassico, nel primo film), bieco business man che intende portare i dinosauri in uno zoo di San Diego, poiché se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna, ovvero, se non è possibile portare il pubblico pagante sull'isola dei dinosauri, devono essere i dinosauri ad andare dal pubblico pagante, in America.
Manca del tutto l'effetto sorpresa, come accade sempre nei sequel, qui sappiamo esattamente cosa aspettarci e come aspettarcelo, tant'è che Spielberg non ci mette molto a presentarci i primi triceratopi che passeggiano allegramente per la foresta dell'isola (immaginaria) di Sorna, situata all'altezza del Centro America (siamo sempre dalle parti del Costa Rica, che poi sono le Hawaii). Se perdiamo in "novità" guadagniamo però enormemente in azione, visto che Il Mondo Perduto spinge prepotentemente il pedale della spettacolarità e dell'adrenalina. Il film è fortemente sbilanciato sul versante action, tanto da essere pieno di sequenze rocambolesche, mozzafiato e tesissime. Due i momenti clou, quello del camper-laboratorio che viene scaraventato in bilico sulla scogliera, col disperato tentativo della spedizione di salvarsi, e quello dell'attacco dei dinosauri al vecchio centro operativo abbandonato dell'isola. Il resto non è da meno, Spielberg non bada a spese. Non solo sull'isola accade di tutto, ma dopo l'azione si trasferisce addirittura a casa dello zio Sam, con un Tirannosauro che terrorizza San Diego, alla maniera di Godzilla. Certo, libertà rispetto al romanzo di Crichton ce ne sono (ad esempio proprio questo epilogo americano); certo, incongruenze continuano a sussistere, sia da un punto di vista scientifico (la fisiologia dei Velociraptor, il comportamento dei T-Rex, etc), che narrativo (per dire, la nave che porta il T-Rex a San Diego, e che arriva sparata a schiantarsi sul molo, con l'equipaggio completamente neutralizzato e mamma dinosauro e figlioletto sempre sigillati nella stiva, come si spiega...?), ma vale quanto ho già scritto per il primo film. Se vogliamo misurare il tasso National Geographic presente nella pellicola, allora l'indicatore segnerà profondo rosso, se invece ci interessa il puro divertimento che Spielberg è in grado di regalarci, allora c'è di che essere soddisfatti, mentre si ingollano pop corn e pinte di Coca Cola.
Spielberg aveva pensato a Joe Johnston per la regia, ma questi era impegnato in Jumanji (film nemmeno troppo distante da Jurassic Park); dirigerà comunque il terzo episodio nel 2001. Al posto di Julianne Moore invece ci sarebbe dovuta essere Juliette Binoche la quale, molto elegantemente, fece sapere che avrebbe accettato solo se avesse potuto interpretare la parte di un dinosauro. Jeff Goldblum stavolta spadroneggia, da ruolo marginale nel primo film (anche se fortemente caratterizzato), qui prende totalmente il comando, ridimensionandosi quanto a "fighettaggine" e assumendo un profilo più quadrato, sfumato, credibile. Gran cacciatore di dinosauri è il sornione Pete Postlethwaite, con la pelata e quelle sue espressioni un po' così. I bimbi del primo film hanno un cameo anche qui, così come all'inizio e alla fine si rivede pure Attenborough; Spielberg mantiene i consueti argomenti a lui cari, il rapporto genitori-figli, la forza propulsiva dei bambini (in questo caso Goldblum viene letteralmente salvato dal provvidenziale intervento "ginnico" della figlia), il timore delle leggi naturali, il dualismo conflittuale etica-avidità.
I 129 minuti di The Lost World ci offrono ben 10 tipi diversi di dinosauri e circa il doppio delle animazioni digitali che aveva richiesto il primo film; in un'intervista il responsabile degli effetti speciali Dennis Muren dichiarò che se con Jurassic Park era stato come guidare una berlina, beh, adesso potevamo accomodarci sulla Ferrari. Vi confesso che il film è talmente grasso, grosso ed esagerato da avermi profondamente affascinato, e soprattutto divertito. Ogni minuto succede qualcosa, ogni fotogramma regala cose da vedere, i nervi non conoscono sollievo, ed in particolare intere sequenze sono Cinema allo stato puro, con un senso del ritmo, delle inquadrature, ed una nitidezza di scene in notturna da far impallidire qualsiasi regista in circolazione. Il tutto, se possibile, ulteriormente acuito dalla edizione in bluray del film. L'incasso a livello mondiale fu di 618.638.999 di dollari (tra i 40 maggiori incassi di tutti i tempi), all'epoca secondo solo allo stesso Jurassic Park. Per quattro anni ha inoltre conservato il primato per i biglietti staccati nel primo weekend di programmazione.