Miss Italia

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Miss Italia

Quando Coletti dirige Miss Italia il concorso esisteva da appena 4 anni. Nel film la Lollobrigida vince ma pure nella realtà ci era arrivata vicinissima, nel 1947 è seconda a Miss Roma e viene invitata a Stresa per le finali di Miss Italia dove si classifica terza dopo altre due attrici, Lucia Bosè e Gianna Maria Canale. Inizialmente la pellicola, al cui soggetto aveva contribuito pure Dacia Maraini, l'avrebbe dovuta dirigere Lattuada (la cui firma rimane in sceneggiatura) ma poi l'orizzonte del progetto cambia, dal dramma si passa quasi alla commedia, anche se elementi tragici permangono, sebbene quasi nascosti da un clima generale volutamente più leggero e superficiale. La trama è poco più che un pretesto per portarci a Stresa e valorizzare belle ragazze, e tra queste la Lollobrigida in particolare. Nel cast vengono praticamente imposti due nomi internazionali, Constance Dowling e Richard Ney (doppiato da "Cary Grant", Gualtiero De Angelis). Lo scrittore Massimo Lega senza nessun apparente motivo se non la mera curiosità si fa dare da un amico industriale organizzatore del concorso le foto delle aspiranti Miss ed inizia un viaggio lungo l'Italia per andarle a conoscere e sondare i motivi che le hanno spinte a partecipare al concorso e da quale contesto sociale provengano. Troverà umanità varia, dalle snob alle prostitute, dalle umili lavoratrici a delle decadenti nobili paraplegiche, un misto di quadretti vagamenti commoventi che mirano a dipingere le ragazze sempre e soltanto come angeli incantati. Tra queste c'è Lisetta (Lollobrigida) che fa la sarta e cuce proprio i vestiti per il concorso. Il padre a sua insaputa l'ha iscritta ma, al contempo, si è andato a compromettere con un losco faccendiere che in cambio della promessa di vittoria della figlia utilizza l'inconsapevole vecchio come corriere per il contrabbando di gioielli tra Italia e Svizzera. - SPOILER: non tutto è bene quel che finisce bene perché se da un verso ovviamente la Lollo vincerà il titolo e coronerà il sogno d'amore con il bel giovanotto scrittore (Richard Ney) dall'altra un'altra probabile vincitrice, la ex prostituta Lilly (Constance Dowling) si immolerà lanciandosi da una scogliera su di una macchina e portando con sé il perfido faccendiere che avrebbe mandato a monte tutto. Titoli di coda con Lisetta e Massimo sulla scogliera che dedicano la loro vittoria a Lilly e promettono di onorarne la memoria realizzando ogni loro sogno di felicità.

Il tono è da fotoromanzo, sono pur sempre gli anni '50 e la totale assenza di malizia va anche contestualizzata nel periodo storico. Le ragazze sono tutte madonne sante, anche le maddalene della situazione, anzi quelle ancora di più, perché cercano la redenzione. Il film ha la fotografia di Mario Bava ed in qualche maniera in quel bianco e nero la sua firma si riconosce. Come aiuto regista c'è Marino Girolami. I 102 minuti di Miss Italia sono lo specchio di un paese che non esiste più, il concorso sopravvive ma come sappiamo è stato totalmente stravolto rispetto ad allora (per altro si fa chiaramente riferimento alle "raccomandazioni" per vincere), oggi non è nemmeno più un evento televisivo ma distrattamente capita di leggere in qualche trafiletto di giornale che la giovane signorina Tal dei Tali è stata eletta Miss Italia. Un tempo quella fascia garantiva denaro, successo, popolarità, cinema, televisione e pubblicità, oggi molto meno. Rimane il fascino di un candore che abbiamo perso e rimane agli atti la bellezza sfolgorante della Lollobrigida all'epoca 23enne. Una curiosità non proprio felice, Cesare Pavese si innamorò perdutamente di Constance Dowling, mai ricambiato, alla quale dedicò anche sue opere letterarie. Proprio nell'anno dell'uscita del film si tolse la vita con i barbiturici in un albergo di Torino.

Trailer ufficiale

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