Matrix Reloaded

Matrix Reloaded
Matrix Reloaded

Un po' come accaduto a Dario Argento con le tre Madri, anche i fratelli Wachowski (poi sorelle Wachowski, ma all'epoca il cambio di genere non era ancora avvenuto) crearono la cornice di una trilogia ex post. Con lo strabordante successo del primo film (1999) arrivò la convinzione e l'opportunità che girare un sequel fosse una buona idea. Già che c'erano a quel punto ne girarono due. Peter Jackson con Il Signore Degli Anelli (il primo capitolo era uscito nel 2001, ma i successivi uscirono tra 2002 e 2003) aveva dimostrato che la trilogia si poteva fare, e così anche a casa Wachowski si seguì lo stesso percorso, dichiarando che sin dall'inizio Matrix era stato ideato come una tripartizione. Forse vero, forse no, fatto sta che il marketing esasperato è sempre stato un elemento fondante di questo franchise e alla lunga il marchio si è rivelato premiante. Già perché anche se i due successivi capitoli non ottennero il riscontro di critica del primo, Reloaded perlomeno raddoppiò gli incassi, mentre Revolutions, pur andando discretamente, non bissò i numeri di Matrix né a livello di biglietti venduti né in termini di entusiasmo generale.

Nel secondo capitolo gli antani tecno-filosofici raggiungono vertici asfittici, da capogiro, i discorsi dell'Architetto, del Merovingio e dell'Oracolo sono arzigogoli cyber-esistenziali da far venire il mal di testa. Notevole il gran lavorio in termini di sistema generale perché tutto si tenga e Matrix sia un insieme logico accettabile e credibile. Scoperto che l'invenzione Wachowski piace ed incontra il favore del pubblico, la componente estetizzante di Matrix schizza all'impazzata, elevata a potenza. E così tra guaine di pelle ultra aderenti, onnipresenti occhiali da sole, maglionicini sdruciti da collettivo studentesco, salopette monacali, l'Eletto vestito come un prete, Zion trasformata in un mega raduno rave (forse uno dei punti più bassi dell'intera trilogia, con annessa telefonatissima scena d'amore tra Keanu Reeves e Carrie-Ann Moss), la Bellucci interamente vestita di latex (uno dei punti più alti dell'intera trilogia), damerini di ogni risma e sorta, francesi, albini e quant'altro, Matrix Reloaded letteralmente esplode di stilismo. Divertente come i personaggi chiave spesso siano del tutto anti epici ed anti eroici. Il Fabbricante di chiavi o l'Oracolo sono due persone qualunque, anonime, understatement, esponenti da maggioranza silenziosa americana (l'asiatico e la nera) che invece in Matrix assurgono a deus ex machina. E' l'attenzione verso la diversità dei Wachowski, una sensibilità che pervade tutto Matrix e che indubbiamente va loro riconosciuta. Quando addirittura Neo assume connotati cristologici la cosa forse inizia a sfuggire di mano ma la componente "larger than life" fa parte del pacchetto, prendere o lasciare.

Rivisto oggi Matrix fa sentire un po' il peso dei tre lustri che si porta sulle spalle. le scene action più dinamiche e concitate - che all'epoca apparivano megalomani e sensazionali - oggi equivalgono un buon gioco della Play Station. Nel vorticoso combattimento di Neo con i 100 agenti Smith (che insieme alla lunga sequenza dell'inseguimento e dei combattimenti in autostrada rimane uno dei momenti più roboanti e spettacolari del film) è molto facile smascherare la digitalizzazione dei volti, dei corpi e di intere sequenze. Venne appositamente creata la cosiddetta "virtual camera", un punto di vista in realtà inesistente ma ricostruito attraverso diverse posizioni e punti di vista sul set per creare, appunto, angolazioni di ripresa altrimenti impossibili. Un sequel sostanzialmente divertente anche se sostanzialmente pure piuttosto ripetitivo. La forma straborda sul contenuto ed il contenuto, in termini narrativi, avanza di pochissimi centimetri per volta nella direzione del compimento della storia. Matrix è prevalentemente ciò che si vede sullo schermo, non ciò che si racconta; questo può finire col saturare lo spettatore. A me accadde nel 2003, all'uscita dal cinema questo Reloaded mi si piantò sullo stomaco come una cenone di Capodanno e per un bel po' non ne volli più sapere di Neo, Zion e compagnia cantante, motivo per il quale Revolutions neppure lo vidi al cinema. Ci vollero anni perché maturassi nuovamente una certa disponibilità a recuperare la saga e terminarla, scoprendo che in fondo era gradevole (col senno di poi).

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica