Maleficent

Maleficent
Maleficent

Cambio di prospettiva, uno schema tipico del cinema contemporaneo, anche per rivitalizzare storie altrimenti già trite e ritrite. E' così che, presa La Bella Addormentata Nel Bosco, fiaba tradizionale europea, nota perlopiù nella versione tramandata da Charles Perrault (e contenuta ne I Racconti Di Mamma Oca, 1697) e già "cartoonizzata" dalla Disney nel 1959, viene recuperata l'ossatura della storia, affidata all'esordiente Robert Stromberg e trasformata nella biografia di Malefica, la strega che opera il sortilegio che addormenta la bella (fino al bacio del vero amore). Abbiamo rischiato grosso, perché inizialmente, al timone dell'operazione c'era Tim Burton, che avrebbe trasformato il film nella sua solita vaccata gotica tenera tenera, alternativa e punkettona, e da qualche parte ci avrebbe sicuramente infilato tanto Johnny Depp quanto Helena Bonham Carter. Pericolo scampato, a un certo punto Burton si ritira e il film comincia a girare di mano in mano (pure Darren Aronofsky e Guillermo Del Toro entrano nel giro dei papabili, assieme a David Yates, abbonato agli Harry Potter, e David O. Russell, fresco fresco di 10 nomination agli Oscar per American Hustle senza averne portato a casa manco mezzo), fino a che arriva Stromberg, scenografo e specialista degli effetti visivi, e prende tutto il cucuzzaro. Maleficient ha il record di aver messo a disposizione di un regista esordiente il più alto budget mai corrisposto per un'opera prima (solo 180 milioni di dollari), anche se l'impressione è che Stromberg sia stato l'ultima delle pedine in ordine di tempo e che tutto il meccanismo fosse già stato sostanzialmente pianificato in ogni minimo dettaglio, anche considerando che Angelina Jolie è produttrice oltre che interprete malefica.

A me il film è piaciuto, visivamente è sicuramente un bello spettacolo per gli occhi, fantasioso, creativo, colorato, disneyano ma in maniera "adulta". Malefica è graficamente assai simile alla strega della versione animata, osservanza e rispetto sono stati mantenuti, anche se naturalmente la Jolie ci aggiunge del proprio, e va detto che la diva ha il phisyque du role per interpretare quel ruolo, alcuni suoi sguardi (opportunamente amplificati da lenti a contatto colorate) sono veramente satanici. La sua Malefica non difetta in oscurità e cupezza, così come il contesto della Brughiera (il mondo fatato che la ospita insieme a tutte le altre creature fantastiche) è quello di un mondo che si adatta agli umori della fata, solare e colorato all'inizio, poi paludoso e infernale. Molto belle tutte le creature, in particolar modo alberi e piante animate (siamo in odore di Ent tolkeniani). Il personaggio che ho meno apprezzato è forse quello del corvo (Sam Riley), una creatura toccata dalla magia di Malefica, che può trasformarsi da corvo in umano ed anche in altri animali; troppo filosofo, troppo contraltare della Jolie, messo lì a posta per fare da spalla, e con un make up meno originale e inventivo rispetto al resto. I personaggi non sono comunque il piatto forte del film, poiché anche Re Stefano (Sharito Copley) e sua figlia Aurora (Elle Fanning, sorella minore di Dakota) non fanno proprio simpatia, ottuso e monoliticamente meschino il primo, pimpa e vispa Teresa la seconda. Cionondimeno sono difetti che inficiano relativamente il film, tutto concentrato sulla Jolie, e magnifico da un punto di vista fotografico e di effettistica. Molte le immagini potenti e solenni, accanto ad una cura maniacale del dettaglio che rende credibile l'incredibile. Davvero ottima anche la scena del drago che, per un attimo, trasforma Maleficient in un film heroic fantasy. Troppo spinti i combattimenti della Jolie, che scontano ahimé il cinema supereroistico degli ultimi anni.

Numerose le libertà narrative che si prende la pellicola, tutte a buona ragione, poiché riproporre pari pari lo schema della fiaba avrebbe giovato poco all'esplorazione della biografia della strega. Malefica diventa un po' il corrispettivo del Dracula di Francis Ford Coppola; una grandissima delusione d'amore scatena la malvagità del/la protagonista, anche se qui abbiamo il valore aggiunto del lieto fine. Il film vive di personaggi prevalentemente femminili, la strega, la bella, le fatine; gli uomini sono tutti guerrieri e pure scemotti. C'è il corvo ma, come detto, alla fine è un corvo prestato alla specie umana e non viceversa. Le fatine Fiorina, Giuggiola e Verdelia garantiscono delle parentesi comiche, di contrappunto alla tenebrosità vendicativa di Malefica. Lana Del Rey interpreta la cover di "Once Upon A Dream", direttamente dal cartone del '59. Trivia che ci rivela Wikipedia: la bambina che impersona Aurora a 5 anni è la vera figlia della Jolie e Brad Pitt, l'unica in grado di reggere senza piangere al cospetto di sua madre vestita da Malefica, con tanto di corna luciferine sulla testa. Le disamine critiche che si sono scaraventate sul film fanno piuttosto paura, più degli incantesimi di Malefica; si è parlato di stupro simbolico (quando Stefano mutila Malefica asportandole le ali), e conseguentemente di un "rape and revenge fantasy"; si è parlato di mondi "capitalisti" contro mondi "socialisti" (il fronteggiarsi del regno degli umani contro quello della fata), eccetera eccetera. Se siete appassionati di sociologia, accomodatevi; io ho visto un buon film, ben fatto e che mi ha fatto tornare ai tempi della fiaba che conoscevo sin da bambino.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica