Mala, Amore E Morte

Mala, Amore E Morte
Mala, Amore E Morte

La datazione esatta di questo film è controversa, visto che il dvd Cinekult riporta il '77, Stracult riporta il '76, e online, Filmscoop riporta il '75. Fatto sta che la pellicola di Longo è una commedia nera con risvolti erotici, definita "misteriosa", vuoi perché circolata poco all'epoca, vuoi perché mal distribuita anche a livello di homevideo, tant'è che l'odierna edizione Cinekult si configura quasi come una vera scoperta archeologica di un film dimenticato. E vedo che anche girando in rete viene assai poco citata e spesso neanche attribuita a Longo, oppure al titolo è associata una locandina sbagliata di un altro film vattelappesca con Tony Musante. Protagonista è la bella Femi Benussi, che eredita la Pensione Mimosa dalla zia morta (ammazzata da un killer per strada). Preso possesso dello stabile, la donna si ritrova invischiata in strane trame criminali, poiché viene dapprima minacciata da sconosciuti, poi scopre un morto in casa, ed infine viene assediata da dei malavitosi che pretendono qualcosa, facendo evidentemente riferimento alla defunta zia Adalgisa (Françoise Prévost). A sbrogliare la matassa ci pensa Gianni Macchia, ambiguo e sfuggente cliente della pensione, che assiste la Benussi passo passo nelle "indagini", fino al colpo di scena finale ben orchestrato.

Il film parte lento, lentissimo, e per i primi 20-30 minuti si fa quasi fatica a rimanere vigili, se non fosse che la comparsa sullo schermo della Benussi provoca una certa vitalità nello spettatore in età fertile. Per altro la Benussi dispensa molti nudi lungo i 90 minuti, tant'è che spesso, nei momenti più mosciarelli, si ha quasi l'impressione che la precaria vicenda sia un pretesto per far girare la MdP attorno alla Benussi discinta il più possibile. Gli occhi di quella donna sono qualcosa di spettacolare, pur non statuaria fisicamente, ma con dei bei fianchi generosi, la Benussi, qui sulla trentina, si lascia apprezzare senza dubbio alcuno. Longo del resto - regista dello stracult Onore e Guapparia - è noto per i suoi erotici, avendone girati diversi (Peccatori Di Provincia, Lo Stallone, La Profanazione, La Prova D'Amore, Sedicianni). Fondamentalmente il film, il cui titolo è a dir poco fuorviante, è una commedia, visto che situazioni, dialoghi e recitazione si spingono frequentemente su toni surreali e farseschi, direi altamente improbabili (c'è pure un tema nella colonna sonora che ricorda vistosamente La Pantera Rosa). All'occorrenza però l'umore sa farsi anche nero, vito che in effetti, tra omicidi, cadaveri occultati che perseguitano la protagonista, malavitosi incarogniti, e Polizia con tanto di Giulietta d'ordinanza, non c'è di che lamentarsi in materia di malaffare. Infine c'è la componente rosa - l'amore sottinteso tra i la Benussi e Macchia - che sfocia platealmente nell'erotico, quasi costruendo attorno alla Benussi, più nuda che vestita, un contesto da sexy commedia. Ulteriore riprova ne è Gabriella Lepori; se la Benussi è quasi sempre nuda in scena, la Lepori (l'amante del capo dei malavitosi) è sitematicamente sempre nuda, o al massimo decorata con autoreggenti e mutandine di pizzo. La sceneggiatura va un po' a tentoni, non mi ha convinto troppo, sembra girare a vuoto, o quantomeno procedere a corrente alternata, con guizzi creativi e quarti d'ora senza idee (che non siano la Benussi come mamma l'ha fatta). Non è sempre chiaro dove Longo voglia andare a parare (una parodia del poliziesco?), sebbene la chiusa a sorpresa, benché non degna di un giallo, riscatti parzialmente i minuti noiosi sparsi qua e là. Menzione dovuta, tra i caratteristi, per Gigi Ballista, avvocato che appare molto brevemente all'inizio del film.

Trailer ufficiale

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