Andrew Jarecki esordisce alla regia nel 2003 con un documentario su Arnold e Jesse Friedmans (Una Storia Americana - Capturing The Friedmans), accusati e condannati per reati di pedofilia. Il punto di vista di Jarecki è che la sentenza vada rivista, adombrando dubbi sulla effettiva colpevolezza degli imputati. La posizione del regista solleva un vespaio e mette tutti contro di lui, familiari delle vittime, istituzioni, stampa, Non contento nel 2010 Jarecki prende di nuovo spunto da un caso di cronaca nera americana per il suo successivo film, si tratta dell'imprenditore immobiliare Robert Durst, finito sotto processo per la sparizione della moglie, l'omicidio di una sua amica e di un uomo che sarebbe stato l'esecutore materiale dell'omicidio su commissione di Durst. Il vero Durst nella realtà ha subito tre processi, nel 2021 è stato condannato all'ergastolo e un anno dopo è morto per complicazioni derivanti dall'aver contratto il covid. Stavolta Jarecki non ammorbidisce la posizione del protagonista; sebbene non vi sia certezza che abbia commesso i crimini di cui è accusato (poiché ciò che lo spettatore vede potrebbe essere una fallace ricostruzione processuale e non necessariamente la realtà dei fatti), Jarecki perlomeno non edulcora e non tralascia prove, come invece accaduto per i Friedmans. Stavolta Jarecki ci mette proprio tutto ed il profilo che ne esce comunque di David Marks (così viene ribattezzato il personaggio chiaramente ispirato a Durst) è ugualmente torbido e disturbante.
Ad interpretarlo chiama Ryan Gosling, attore ancora in costruzione (il vero successo arriverà l'anno dopo con Drive di Winding Refn), sufficientemente spostato e nevrotico per dar corpo e volto al passivo aggressivo Marks. Sua moglie è Kirsten Dunst, eterna fatina candida del cinema americano, una vittima sacrificale predestinata (anche se la scena in cui realizza che il marito ha fatto fuori il cane è da Oscar per intensità, un urlo silenzioso che ti squarcia dentro). Il pessimo padre di Marks, il patriarca Marks è Frank Langella, altro attore inchiodato a quel tipo di ruolo, il marcio, spietato e anaffettivo uomo americano. Il tono del racconto è freddo, congeniale all'indole trattenuta del protagonista. Il vero Durst per altro apprezzò parecchio il film e volle incontrare Jarecki, i due parlarono per un totale di oltre 20 ore, una prolungata intervista che diede poi origine alla serie documentaristica The Jinx, proprio sul caso Durst. Jarecki insomma ama scherzare col fuoco. Il punto di vista in Love & Secrets è quasi da entomologi, non c'è una condanna partecipata, nemmeno un'assoluzione, vi sono solo i fatti che scorrono fotogramma dopo fotogramma, sta allo spettatore farsi un'opinione, ammesso che ne sia richiesta una.
Il film è stato finanziato dalla Weinstein Company che all'epoca versava in cattive acque ed infatti l'uscita del film venne rimandata un'infinità di volte al punto che direttamente Jarecki assunse su di sé i diritto e cercò un altro distributore che alla fine fu Magnolia Pictures. Love & Secrets uscì sostanzialmente in contemporanea al cinema e on demand in tv. Assurda la rititolazione italiana poiché in originale il film si chiama All Good Things, alludendo ad un negozio di prodotti naturali che Marks e sua moglie aprono nel Vermont. Per la distribuzione italiana evidentemente non andava bene e quindi si decise di cambiare, ma anziché trovare un titolo valido ed appropriato si optò per un finto titolo originale inglese che non ha alcuna diretta relazione col film e non significa niente, poiché almeno un migliaio di altre pellicole potrebbero avere lo stesso titolo anonimo e banale.