Come Frank Capra, pure Carlo Vanzina nel 2010 era convinto che La Vita E' Una Cosa Meravigliosa. Ci ha fatto un film, di quelli di ultima generazione vanziniana, meno sgrattate di palle e "ma li mortacci tua", e più commedia per famiglie, attori misurati, e storie popolari sì, ma non troppo triviali o all'insegna della mezzadria volgarissima. Solito intreccio di storie, svolte però contemporaneamente, non a compartimenti stagni con episodi separati l'uno dall'altro. E un po' come Mai Stati Uniti, Buona Giornata, Un'Estate Al Mare e Un'Estate Ai Caraibi, il film è riuscito a metà, un po' si, un po' no. A qualche battuta si ride, a qualche altra si rimane impassibili, certe situazioni sono più garbate, altre sbracano comunque.
Mattatori del film sono Brignano (sempre affidabile), Salemme (sempre il migliore), Proietti (oramai regge più il "brand" che l'attore), la Brilli (sempre più tettocentrica), Luisa Ranieri (bellissima anche quando non fa niente di niente), Yuliya Mayarchuk (...di certo non passa inosservata), Virginie Marsan (lolitina un po' cafona, piuttosto cara ai Vanzina, unici cineasti per i quali abbia mai lavorato dal '93 ad oggi). Immancabile la comparsata "amichevole" del solito Maurizio Mattioli maneggione e specchio dei vizi italiani (e romaneschi). Cameo deluxe anche per un Vincenzo Crocitti visibilmente malato (e scomparso proprio nel 2010), Armando De Razza, Rodolfo Laganà, Stefano Antonucci (aficionado doc della saga fantozziana).
Rovesciamenti di fronte, equivoci, un occhio al mondo giovanile, dialoghi che non prescindono dalla fenomenologia televisiva e dall'attualità italiana, una spinta ottimistica di fondo e, incredibilmente, niente Christian De Sica. Un film "medio", nel senso più pieno del termine. Non ci sono vette artistiche né cadute rovinose, non ci sono eccessi di alcun tipo, solo un tranquillo film per famiglie, dove si ride moderatamente, tutto è molto sereno, conciliante, buffo, positivo. Nulla di preoccupante, e infatti, quando avete finito di vederlo, non vi preoccupate affatto di dimenticarlo rapidamente. Le musiche sono di Armando Trovajoli, e mejcojoni quanto sono anonime e bruttarelle.