La Vergine, Il Toro E Il Capricorno

La Vergine, Il Toro E Il Capricorno
La Vergine, Il Toro E Il Capricorno

Anno 1977, Luciano Martino (fratello di Sergio), solitamente produttore, dirige il suo quarto film come regista, optando per una commedia sexy con la Fenech. Rispetto però al filone classico Martino cerca di rendere il prodotto minimamente più elegante, in parte ci riesce, scontando però un risultato finale anche meno divertente. Se la colpa sia della volgarità espunta non saprei dirlo, rimane il fatto che La Vergine, Il Toro E Il Capricorno, pur essendo un film gradevole, non "spacca". Il titolo lascerebbe presagire il tipico film ad episodi, invece la trama è unica lungo tutti i 95 minuti. I protagonisti sono Alberto Lionello (palazzinario donnaiolo) e la Fenech (moglie ex indossatrice), i due vivono una vita agiata, economicamente al top, come due borghesi della società che conta, tennis, vacanze, belle auto. Nonostante sia sposato con la donna più invidiata dagli italiani, Lionello non perde il vizietto di gradire altre compagnie femminili; all'ennesimo tradimento conclamato la Fenech, fino ad allora fedele, decide di rendere la pariglia al coniuge. Parte per una vacanza solitaria a Capri e qui finisce tra le braccia dell'aitante Ray Lovelock. Lionello, perso tra una gelosia furente e altre donnine, la raggiunge sull'isola, disperatamente intenzionato a recuperare il rapporto con la moglie. Sul finale i due sembrano aver rimesso tutti i cocci del matrimonio a posto, ma appare chiaro che sia l'uno che l'altra intendono continuare a godere di piacevoli "alternative".

Una prima cosa che non funzion è Alberto Lionello, troppo pesante e sforzata la sua recitazione, talvolta ai limiti del demenziale e dello slapstick. le sue battute sono verbosissime e accentuate da una fisicità troppo da picchiatello. Il confronto con i Banfi e i Montagnani è improbo. La Fenech invece (ovviamente) funziona come sempre, immensa, bellissima e perfetta per il ruolo, del resto ha il physique du role (e che physique!). Il cast di comprimari è molto ricco, quasi dispersivo; c'è Aldo Maccione che aiuta abbastanza a tenere in piedi la carretta, nel suo ruolo di nobilotto un po' macchietta, coi tic e la mania delle donne (anche se pare andare sempre in bianco); c'è Lovelock che si limita ad "esserci", col suo fisico prestante; c'è Riccardo Garrone con pochissime battute; c'è Alvaro Vitali (maggiordomo), sottoutilizzato; c'è Ugo Bologna, "cummenda" con 2 pose di numero; idem Mario Carotenuto. Michele Gammino fa lo stallone villoso, Tiberio Murgia un poliziotto di cui manco ci sia accorge - tanto è fugace la sua apparizione - Giacomo Rizzo e Gianfranco Barra caratteristi à la volé. Tra la moltitudine di attrici presenti, da segnalare invece Ria De Simone, con un ruolo discretamente importante (è l'amante ufficiale di Lionello), sempre bella polposa, e caratterizzata da un cu...rioso modo di parlare dialettale; Erna Schürer, turista tedesca tuttofare, Olga Bisera, segretaria di Lionello nonché pure lei amante alla bisogna (buffa la scena della "lettera dettata"); Patrizia Webley (purtroppo la si vede troppo poco e troppo vestita!); Lia Tanzi, amica della Fenech con la quale prende il sole in terrazza in versione nudo integrale (e per gabbare il guardone Carotenuto, le due simulano anche una improvvisata seduta saffica).

La Fenech ha qualche scena culto, di quelle indimenticabili che poi sono da assegnarsi di diritto alle cineteche del sexy italico. Ad esempio l'inaspettato topless alla villa degli industriali Scapicolli dove, scoperta la tresca tra Lionello e la De Simone, la Fenech decide di chiudersi a chiave con il bel professorone Lars Bloch (quello che conia gli slogan pubblicitari per i bidet tipo: "l'aperitivo dell'amore"), fingendo un rumoroso rapporto sessuale per punire il marito adulterino. O quando a Capri si presenta in piscina con un costume nero esplosivo, o ancora quando con una vestaglia piena di pizzi tenta di convincere il marito a prestarle attenzioni. Niente, Lionello è sordo e cieco, le preferisce la De Simone (e altre mille). Il titolo del film gioca con i segni zodiacali, poiché la voce narrante di Edwige pare mettere assieme personaggi e relazioni in base alla compatibilità zodiacale, un labile pretesto per addentrarsi nei maneggi orditi dalla sceneggiatura in forma di pochade con la fissa delle corna. La Vergine, Il Toro E Il Capricorno non fa granché ridere, si sorride qua e là e ci si limita ad ammirare mai sazi il fulgore della sempiterna Fenech e le altrettanto sostanziose Ria De Simone e Patrizia Webley.

Trailer ufficiale

Galleria Fotografica