La Donna E’ Una Cosa Meravigliosa

La Donna E’ Una Cosa Meravigliosa
La Donna E’ Una Cosa Meravigliosa

Film ad episodi di Mauro Bolognini del 1964, due per l'esattezza, anche se a questi si aggiungono due brevi intermezzi animati sempre a tema, ovvero la donna. Nella versione televisiva - oramai l'unica vedibile, per altro anche gratuitamente sul canale YouTube Film & Clips - le animazioni diventano una sola poiché il siparietto Il Mondo E' Delle Donne viene ridotto a qualche immagine sotto i titoli di testa (l'altro si chiama Ai Amore e ritrae una donna che insegue un uomo per farne il proprio cagnolino). Il fil rouge della pellicola è esattamente quello, il predominio del cosiddetto sesso debole su quello cosiddetto forte; i ruoli si invertono ed in entrambi gli episodi filmici (ma non solo evidentemente), le donne assoggettano uomini insulsi, incapaci di ribellarsi e schiavi della passione, dell'indolenza o della mancanza di spina dorsale. Per questo motivo il film di Bolognini venne accusato di potente misoginia. L'addebito potrebbe anche stare in piedi, perché la misoginia c'è, è palpabile, tuttavia di contro non è che le figure maschili ne escano in modo molto costruttivo. Sono vittime, è vero, e le loro compagne sono aguzzine, altrettanto vero; ma va anche sottolineato come in generale tutti i personaggi del film siano negativi e criticabili.

In La Balena Bianca, il clown nanetto Arnaldo Fabrizio è un vile che cerca per tutto il tempo di uccidere la moglie, proprietaria del circo nel quale entrambi lavorano, obesa incarnazione dell'ultimo ostacolo che si frappone fra lui ed il suo vero amore, la trapezista nana Carmen Najarro. Fabrizio è pronto a passare da un giogo ad un altro; è del tutto chiaro che tolta di mezzo la "balena" non farà altro che consegnarsi nelle mani di un altro carnefice, incapace di autonomia ed integrità. Sulle prime la Najarro neppure lo istiga più di tanto, poi invece ne fomenta le manie omicide, il tutto mentre comicamente la moglie scampa ad ogni possibile attentato. Quella di Fabrizio è un'autentica discesa all'inferno, durante la quale, assieme ai freni inibitori, perde dignità, rispetto per se stesso e senso della vergogna. In Una Donna Dolce, Dolce, il povero Vittorio Caprioli deve contenere quotidianamente gli assalti di Sandra Milo. La mogliettina, oltre alle forme burrose, straborda di istinto materno inappagato dalla mancanza di un figlio. Tratta il marito come surrogato del bambino che non hanno mai avuto, facendogli il bagnetto, rivolgendoglisi come ad un infante, istupidendolo ogni giorni di più. Il confronto con le amiche moglie e madri (tra queste Beba Loncar) la umilia e, quando per motivi di lavoro il marito sta per essere inviato a Berlino, decide letteralmente di sabotarne la trasferta, causando un incidente domestico che lascerà per sempre paralizzato Caprioli. Immobilizzato su di una sedia a rotelle, l'uomo cade progressivamente in una spirale di regressione infantile, alimentata dalla Milo (per altro a sua volta in combutta con la madre e la zia, due orrende arpie), felicissima di poter finalmente accudire il suo bambino. Le scene di Caprioli ai giardini, mentre litiga con dei piccolini di 4 anni per un palloncino, sono avvilenti; purtroppo durante una di queste scaramucce finisce in una vasca d'acqua, annegando. Il funerale è una parentesi magistrale, la Milo è la gran prim'attrice della sfilata, piange lacrime di felicità, finalmente il marito sarà per sempre suo. Qualche tempo dopo convolerà a nuove nozze, ed appare chiaro sin dal giorno del matrimonio che pure il futuro sposo è destinato a fare la stessa fine di Caprioli.

Fabrizio e Caprioli sono due uomini di nessun nerbo e la vittoria finale delle donne amate si può verificare solo per la pochezza del maschio. Idem dicasi per il secondo marito della Milo. Dunque, al netto di tutta la misoginia possibile di Bolognini, nessuno si salva in questa commedia amarissima e dalla perfidia assoluta  La rappresentazione del circo nel primo episodio, pur tradendo un assai probabile lascito felliniano, si trasfigura in una specie di fiera di mostri e animali, i toni sono cupi, affatto celebrativi o fiabeschi. Una cornice ideale per i piani di morte di Fabrizio, a base di veleno per topi e canne del gas (sistemi gretti e spregevoli) e per gli sguardi di rimprovero e disprezzo che la Najarro (una specie di mini Giulietta Masina) gli rivolge continuamente. L'atmosfera a casa della Milo è molto più eterea, sognante e soffice, ma è un velo di superficie che cela il fortissimo disagio psichico della protagonista, non meno pericoloso e inquietante per lo spettatore. Tra gli amici di Caprioli da segnalare lo scapolone Tinto Brass, il quale nelle poche battute assegnategli pare già prefigurare la sua filosofia esistenziale a proposito del matrimonio e della donna. Splendide le musiche di Piero Piccioni. La Donna E' Una Cosa Meravigliosa è un film intrigante e crudele, un affresco che rimane incredibilmente vivido e potente nonostante il mezzo secolo sulle spalle.

Trailer ufficiale

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