Tarda trasheria stracult di quelle che furoreggiano spesso e volentieri su Cineraglio. E qui c'è lo split screen del giudizio critico: razionalmente vi dico che il film è poca roba, girato insomma, sceneggiato insomma, gag divertenti insomma. Il critico criticone vero gli darebbe un 5 e mezzo e starebbe a posto (Mereghetti credo sia andato sui numeri negativi). Col cuore in mano invece vi dico che almeno una visione ci vorrebbe; innanzitutto per l'effetto amarcord nostalgia canaglia che questa pellicola, come altre del filone, riesce a dare ad un puro di spirito come è il devoto del cinema B italiota. Secondo perché assomma una parata di signore da far impallidire. Nell'ordine: Marisa Mell a fine carriera, sempre un gran donnone da paura, mini ruolo ma ha il suo perché; Annamaria Rizzoli, superstar del film, fisico scultoreo, sesso allo stato puro; Serena Grandi, agli esordissimi, pure più caruccia del solito e con tutto il consueto carico di special balloons; Moana Pozzi quando ancora non era Moana Pozzi, ma senza maglietta la si riconosce subito subito.... (pare fosse il suo primo ciak in assoluto e alla seconda scena è già con la mercanzia in bella mostra, quando si dice avere le idee chiare); Marina Lotar, bellissima; Annie Belle, francesina in tono minore ma che arricchisce l'apparecchiatura generale. La storia vede un barone (Gastone Moschin sottoutilizzato, mortificato dal doppiaggio e ridotto a fare il Gianfranco D'Angelo qualsiasi) che organizza un colpo sul treno, coadiuvato da procare attricetta (la Rizzoli). Coi soldi devono poi girarci un kolossal. Sul treno ne accadono di tutti i colori, sempre però in mezzo a donnine scollacciate e vicende da pochade. Non si ride tantissimo, ma c'è quell'aria di "casa nostra" che fa tanto tepore al caminetto col plaid sulle ginocchia e gatto accovacciato a seguire.