La Coda Dello Scorpione

La Coda Dello Scorpione
La Coda Dello Scorpione

Amo Sergio Martino, svisceratamente, vorrei fosse mio zio, un mio parente, vorrei fosse stato un mio professore d'Università, un mio amico, ma in fondo lo è perché il piacere provato nel vedere i suoi film è un po' come il calore che ti dà un'amicizia, affidabile, stimolante, importante. La Coda Dello Scorpione è "appena" il suo quarto film, ed arriva subito dopo Lo Strano Vizio Della Signora Wardh (capolavoro). Martino voleva replicare la coppia George Hilton/Edwige Fenech, ma la bella algerina era incinta, così ripiegò (si fa per dire) sull'altrettanto avvenente Anita Strindberg, per altro diametralmente opposta alla Fenech, meno mediterranea burrosa e e materna, certamente più bionda, nordica e frizzantina (ma comunque estremamente sensuale).

Siamo naturalmente in ambito giallo, tipicamente all'italiana, e le due principali fonti di ispirazione sono Argento e Hitchcock. In alcuni casi la derivazione è piuttosto vistosa; ad esempio l'omicidio della Raynaud replica L'Uccello Dalle Piume Di Cristallo, uscito l'anno prima, oppure l'impostazione della storia, che vede la presunta protagonista (Evelyn Stewart) compiere forse qualcosa di poco chiaro, ereditare una grande fortuna ma venire uccisa dopo appena pochi minuti (il che costringe lo spettatore a rivedere le sue aspettative sui personaggi), un'architettura narrativa proveniente da Psycho. Ma di dettagli ce ne sono molti; il killer di Martino vede in soggettiva, usa guanti di pelle nera, il suo coltello scintilla prima di colpire, elementi decisamente argentiani. C'è un certo gusto efferato nei violenti omicidi, con tanto di particolari ai limiti del gore (lo steward accecato, le gole tagliate, i fiotti di sangue). Se infatti si dà un'occhiata al trailer che presentava il film nelle sale all'epoca, ci si renderà conto che una voce fuori campo presentava il lavoro di Martino come la prosecuzione logica e coerente di film come Il Golem (1920), La Corazzata Potemkin (1925), L'Età Dell'Oro (1930) M Il Mostro Di Dusseldorf (1931), il cosiddetto cinema delle "origini", ma anche il cinema che per primo porta la violenza agli spettatori, nuda e cruda. Non so quanto Martino scientemente intendesse pubblicizzare il suo film inserendolo in un'ottica simile, tuttavia fa gioco il riferimento a quei primi esperimenti di intensità, turbolenza e crudeltà per esaltare e sottolineare (in modo un po' roboante) la dimensione di un film come La Coda Dello Scorpione. Oltre agli input derivanti da altri registi, Martino, sebbene ad inizio carriera, ci mette già del proprio, penso ad esempio alla ripresa tutta sghemba dell'interrogatorio a George Hilton al commissariato, ed anche un altro dialogo ripreso dal basso verso l'alto, oppure al suggestivo rallenty della Reynaud che corre a sprangare la porta di casa prima che l'assassino faccia irruzione.

La trama è abbastanza complessa, anche se poi si risolve in modo tutto sommato prevedibile. Tuttavia, nella scena risolutiva (il confronto sulla barca) Martino offre uno spunto che parecchio tempo dopo verrà ripreso pari pari in Ore 10: Calma Piatta (1989). Thriller, giallo, spy story, truffe assicurative, sono molti gli elementi che si mescolano nel plot fimato Manzanos Brochero, Gastaldi e Scavolini, anche delle venature erotiche (che nel cinema di Martino non mancano), eleganti e mai sbracate. In particolare la Stindberg si concede discretamente a George Hilton (e agli spettatori), anche con dei topless (un seno che ricorda da vicino quello di Susan Scott...non proprio naturalissimo), ed anche Janine Raynaud, quando lotta con il suo aggressore, lo fa con una vestaglia che concede molto al vedo/non vedo. Marco Giusti in Stracult parla di "porno thriller", abusando iperbolicamente - come fa spesso - del termine "porno" che in La Coda Dello Scorpione (ed in tutto il cinema di Martino, ad eccezione forse di Spiando Marina, che comunque è un soft) non sta né in cielo né in terra. Ottime le musiche di Bruno Nicolai, definite giustamente nostalgiche e romantiche, ma sempre perfette per la scena da incorniciare, anche laddove serve tensione ed adrenalina. Ennesima imperdibile pellicola di Martino.

Trailer ufficiale

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