La Casa Che Grondava Sangue

La Casa Che Grondava Sangue
La Casa Che Grondava Sangue

La Casa Che Grondava Sangue, titolo altamente terrificante, è una produzione Amicus ma fa tanto Hammer. Nei primi cinque minuti di pellicola si colleziona una serie di citazioni che servono per collocare immediatamente il film nel suo giusto alveo. Nella ricca biblioteca della suddetta casa ematica trovano posto tomi di Edgar Allan Poe, Hoffman e tutta la crema della letteratura horror, l'agente immobiliare che tenta di piazzare l'immobile si chiama niente-po-po-di-meno che Stoker; più avanti in un museo degli orrori c'è la riproduzione del Dracula di Christopher Lee intento ad aggredire una malcapitata di turno. Non c'è margine di errore insomma, anche considerando che il cast comprende, oltre allo stesso Lee, anche Peter Cushing, Ingrid Pitt (sempre scollatissima) e il Dottor Who, Jon Pertwee. La formula è quella classica, degli episodi legati tra loro da un collante (la casa) e un narratore (l'immobiliarista) il quale, prima dei titoli di coda, si rivolge direttamente allo spettatore chiosando gli eventi accaduti nei 102 minuti appena trascorsi.

Il primo ospite della villa immersa nella placida campagna inglese è uno scrittore (Denholm Elliot, il mitico Coleman di Una Poltrona Per Due) col blocco creativo. A forza di scrivere di efferati delitti comincia a vedere il suo assassino strangolatore prediletto in carne e ossa. Il secondo ospite è l'impassibile Peter Cushing, pensionato con un grande amore disatteso (e mai dimenticato) nel cuore. Assieme ad un amico che ne viene ad interrompere la solitudine rimane incantato dalle fattezze di una Salomè ritratta nel museo degli orrori della cittadina vicina. L'attrazione sarà fatale. Il terzo ospite è il vedovo Christopher Lee, nonché padre della piccola Jane, alla quale è proibito giocare con altri bambini, andare a scuola e maneggiare giocattoli. Le viene affiancata un'istitutrice (Nyree Dawn Porter), la quale prende da subito le difese della piccola, perorandone la causa con il padre crudele. Il punto è che il vecchio Christopher aveva tutte le ragioni. Il quarto ospite è un grande attore di horror (Jon Pertwee) con compagna al seguito (Ingrid Pitt). Intento a recitare in una pellicola di basso livello (menzionando come contraltare sempre i grandi Bela Lugosi e Boris Karloff, ennesima metacitazione), reperisce un mantello vampirico che secondo lui potrà dare il giusto tocco di verosimiglianza alla produzione. Beh, ci ha visto giusto, altroché se la dà. Infine, arriva un ispettore da Scotland Yard ad investigare sulla sparizione di Pertwee; viene messo al corrente di tutte le storie precedenti dall'agente immobiliare (è così che lo spettatore, a ritroso, apprende i fatti); quindi si reca alla villa, per scoprire che Pertwee e la Pitt sono meno lontani di quanto potesse immaginare. L'ultima parola spetta a Stoker (John Bryans), il quale per tutto il tempo aveva cercato di mettere sugli attenti gli avventori della magione, ispettore compreso. - SPOILER: Il succo è che la casa è una sorta di specchio magico che non fa altro che (ri)proporre ai suoi abitatori esattamente quelle che sono le loro personalità ed aspettative.

Per noi spettatori degli anni 2000 le atmosfere di un film come La Casa Che Grondava Sangue sono certamente il piatto forte della visione. Quelle ambientazioni tipicamente inglesi, quella flemma narrativa, quella facce perfette per i ruoli da interpretare, quel gotico letterario, quel tocco di erotismo garantito da attrici deliziose, quel sottile senso di ironia che pervade ogni fotogramma, la cura della fotografia; un meccanismo ad orologeria insomma che funziona a dovere e va liscio dal primo all'ultimo minuto che è una meraviglia. Se ci pensate bene manca solo Vincent Price, al quale fu effettivamente offerto il ruolo di Pertwee, e che avrebbe anche accettato se la American International Pictures non gli avesse vietato di partecipare sventolando clausole contrattuali. Altra curiosità non da poco è che neppure una goccia di sangue si vede in tutto il film, e pensando al titolo è una scelta estrosa. Lasciate perdere la copertina del dvd italico della Pulp, con una casa sullo sfondo che è praticamente quella di Psycho (e guarda caso lo sceneggiatore del film è proprio quel Robert Bloch che inventò Norman Bates e mammina); semmai - piuttosto - concentratevi sulla balconata della Pitt (.....ché quella nel film effettivamente c'è). Geniale lo slogan pubblicitario del film: "hey, fella, don't forget your umbrella when you visit ... the house that dripped blood".

Trailer ufficiale

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