Finalmente John Rambo è tornato e non ha lasciato superstiti, come è suo costume. Ecco cosa ne direbbe il critico Edmondo de Cinemis: "ennesima prova di cinema muscolare, da parte del sempre più imbolsito e anziano Sylvester Stallone, capace unicamente di rinverdire i fasti dei personaggi che l'hanno reso celebre nei fragorosi ed effimeri anni '80 sino ad un numero estenuante di capitoli, sempre più inverosimili, roboanti, anacronistici. Infarciti di morale semplicistica, qualunquista e fascistoide. Adesso Rambo combatte in Birmania, libera le ragazze bianche americane cattoliche, ma se ne sbatte della povera gente Birmana che muore. Predica la pace ma massacra tutti i cattivi come in un videogame, parla poco perché pensa poco. Reagan è passato da 20 anni ed infatti Stallone si è adeguato alla via di Bush".
Più prosaicamente io dico che John Rambo spacca. Sempre più crepuscolare, nichilista, privo di speranza, rancoroso e spietato. Poco più di un'oretta per una storia concisa, mirata e dritta al punto. Un gruppo di idealisti cristiani va a portare conforto disarmato alla popolazione birmana, vessata dal sadismo del regime. Sono volatili amari. Arriva Rambo con dei mercenari antipatici (che poi sono simpatici) e massacra ogni anima vivente nella giungla. Quando si è sfogato, accetta il consiglio della ragazza di turno (Julie Benz) e se ne torna negli States a vedere come è ridotta casa sua dopo tanti anni di assenza. Il bello di questo quarto capitolo della saga è che non ci sono sovrastrutture. D'accordo, non ce ne sono mai state parecchie, ma qui siamo proprio allo zero assoluto. Nella sua purezza la sceneggiatura di Stallone raggiunge quasi la spiritualità, il nirvana catartico. E dopo aver visto anche l'ultimo Rocky devo dire che la regia dell'attore Stallone convince pienamente. Bella la fotografia, bella la Birmania, seppur militarizzata, scorci di camera interessanti e quadri fotografici non banali, azione resa a puntino, senso epico restituito al personaggio. Stallone non strafa' e dimostra un senso del mestiere asciutto, sobrio, concreto. "Vivere per niente o morire per qualcosa", la filosofia di John si esplicita compiutamente in età senile, dopo un'intera vita di esperienze massacranti. Parole scolpite nel marmo.