Deliziosa commedia transalpina agrodolce e posizionata strategicamente all'inizio della decade degli anni '80, tant'è che trattiene ancora certi umori dei '70 ma li traghetta nei rutilanti '80. Christian Clavier è un ometto dai capelli improbabili e gli occhialoni che gli danno un tono, lavora in un'azienda che sa il fatto suo, ha una bella moglie (che lui tuttavia reputa un po' insipida e che gli è già venuta a noia dopo dieci anni di matrimonio), tre figli un po' pestiferi, molto agio economico ma una routine che si ripete stancamente ogni giorno. Nel suo giardino esistenziale piomba l'amico di scuola Marc Porel, attore instabile economicamente quanto emotivamente. Porel pare un fallito totale e Clavier, non senza un certo paternalismo, finge di sostenerlo. Nel loro girovagare notturno finiscono in un night in compagnia di donnine molto intime con Porel. Clavier respira quell'aria di trasgressione e anarchia, e decide che il suo stile di vita inizia ad andargli decisamente stretto. Cerca di flirtare con qualsiasi femmina gli capiti a tiro e per un po' sembra poter avere accesso a quel mondo glamour e spensierato. Totalmente incurante del contraccolpo emotivo inferto alla moglie ed ai figli, finisce pure col perdere il posto di lavoro. Vive da bohemienne con grandi aspirazioni artistiche (da scrittore) e una dipendenza morbosa per Maureen Kerwin, una bionda fatalona che salta di cavaliere in cavaliere e che richiede un tenore di vita abbastanza impegnativo.
- SPOILER: Quel che accade naturalmente è che la vita di gloria, successo, sesso e denaro sognata da Clavier andrà esattamente alla rovescia di come lui la immagina. La Kerwin si serve di questo ometto buffo e goffo con l'aspetto da impegatino (naturalmente usando il sesso come moneta di scambio) solo per far ingelosire i veri maschi alfa (e soprattutto facoltosi) a cui lei punta; l'amicone Porel è un cinico opportunista privo di qualsiasi remora morale; la moglie (Nathalie Baye), dopo aver sofferto le pene dell'inferno, decide di prendersi la sua rivincita cominciando a "vivere" per davvero e lo fa a partire da un produttore cinematografico. In breve Clavier si ritrova disoccupato, lasciato dalla moglie, odiato dai figli, schifato dall'amante e perseguitato da una ragazza candida e sempliciotta che lui detesta e ritiene orrenda (Anémone).
Je Vais Craquer!!! (letteralmente "mi sto rompendo!") è l'epopea tragica di un maschio mesto e un po' squallido, un egoista superficiale, animato dalle peggiori invidie e gelosie, un uomo grigio e qualunque che non capisce l'enorme fortuna che lo ha già baciato (un lavoro ben remunerato, una moglie bellissima e premurosa, dei figli, una sicurezza quotidiana che nulla può scalfire) e che pensa di domare il toro nel rodeo finendo scornato malamente mentre tutto il pubblico sugli spalti ride di lui. Leterrier racconta questo degrado esistenziale con un tocco garbatissimo, perfettamente equilibrato tra commedia e dramma, trasmettendo sempre un senso di ridicolo e di imbarazzo per le gesta di un "cretinetti" totalmente inconsapevole della sua mediocrità, anzi, convinto dell'esatto contrario. A suo modo Clavier è la vittima perfetta degli anni '80, un mondo effimero e cannibale che lo mastica e lo risputa fuori scarnificato ed esangue. Il film è estremamente divertente ed ha un ritmo tale che non si riesce a distogliere lo sguardo. Molto gradevole il senso di fine impero delle notti parigine, come fossimo in una trasposizione francese dei film sciantosi di Joan Collins tipo Lo Stallone. Ci sono poi dei vaghi accenni ad Emmanuelle, poiché a Clavier - sedicente scrittore in realtà piuttosto inetto - viene commissionata la sceneggiatura di un film che deve avere per protagonista una mulatta (che poi è l'amante occasionale del produttore). Quel film non esiste nella realtà, è solo un giochino per far indispettire la Kerwin, nonché un osso gettato a Clavier mentre il produttore gli ruba la moglie (che si concede pure a Porel). Chissà che in questo frangente non ci sia anche una qualche sottile allusione critica ed ironica all'ambiente cinematografico ed a quello erotico segnatamente emmanuellesco (del quale Leterrier diverrà poi protagonista in prima persona, dirigendo Goodbye Emmanuelle, terzo capitolo del franchise con Sylvia Kristel). Clavier è encomiabile nel suo interpretare la figura di un uomo senza qualità e moltissimi difetti, la classica volpe che punta l'uva e quando poi non la ottiene la dispregia pubblicamente. Sarcastico e a suo modo feroce il finale.