Acquistato il cofanetto bluray dell'Ispettore Callaghan, 5 dischi per gli altrettanti film della serie Dirty Harry, ovvero Ispettore Callaghan: il Caso "Scorpio" È Tuo!, Una 44 Magnum Per l'Ispettore Callaghan, Cielo Di Piombo Ispettore Callaghan, Coraggio... Fatti Ammazzare, Scommessa Con La Morte. Inutile dire quanto siano soldi spesi bene e quanto la conoscenza a menadito dei suddetti titoli sia fondamentale per la corretta crescita e lo sviluppo cognitivo ed intellettuale di un maschio adolescente. Per altro i dischietti strabuzzano di extra di ogni tipo, documentari, interviste, colonne sonore, eccetera; insomma, uscite di casa e fiondatevi a sborsare quella sessantina di euro scarsi che vi assicurano una dignitosa esistenza.
Ho inaugurato le visioni ripartendo ovviamente dal primo mitico Dirty Harry (il vero titolo originale, 1971): Scorpio. Tra l'altro fatemi dire che, per una volta, i titolisti italiani - sarà che erano gli anni '70 - hanno fatto un buon lavoro, poiché in questo caso, le versioni italiane sono pure meglio dei titoli orignali, avendo contributo a particolareggiare ulteriormente il personaggio (ovvio che "coraggio....fatti ammazzare" sia un modo di dire nato in Italia, visto che Eastwood in quella battuta dice "make my day", ovvero una specie di "fammi contento". E con quel "coraggio...fammi ammazzare" ci hanno intitolato pure il terzo episiodio, che in realtà si chiamava scialbamente Sudden Impact). Titolare un film in quegli anni significava creargli un mondo attorno, approfondire, far lavorare la fantasia, ma tutto finalizzato a espandere la direzione originaria pensata da chi quel film lo aveva creato, non come adesso che i film li ammazzano con titoli da mentecatti assoluti, tipo Ti Odio, Ti Lascio Ti...., che manco riesci a pronunciarli e ricordarli, tanto sono ad minchiam.
Finito il pistolotto, veniamo al film. Cosa posso dire che non sia già stato detto e scritto e non risulti banale e pleonastico? Niente, quindi mi rassegno ad esserlo. Anche 40 anni dopo la sua realizzazione, il primo Dirty Harry risulta non solo un capolavoro assoluto, ma uno step imprescindibile per chiunque voglia approcciarsi al genere poliziesco, una pietra miliare, e segnatamente per una certa categoria del poliziesco, ovvero quella con i criminali cinici e spietati, con la polizia che usa metodi spiccioli, con la giustizia fai da te, con l'irrisolto nodo dei diritti dei criminali vs diritti delle vittime, che, a periodi alterni, si scavalcano per importanza nei salottini buoni della società. Eastwood/Callaghan (che in originale ricordo si chiama Callahan, la "g" di appoggio fu inserita in Italia per permettere evidentemente una pronuncia più facile), è il prototipo del poliziotto che dilagherà poi nei polizziotteschi italiani (i vari Merli, Giraldi, etc.), in perenne dissidio con i superiori e con la stampa, che vedono nei suoi metodi risoluti e violenti un non rispetto dei diritti dei criminali. Callaghan entra nelle case senza mandato, tortura i malavitosi, spara per uccidere senza fare tanti complimenti, non tratta e non negozia mai, quando è assegnato ad un caso difficilmente lo risolve lasciandosi dei superstiti dietro le spalle. Tutte cose che in genere fanno incazzare tremendamente il sindaco, il procuratore, il capo del distretto, la tv e i giornali, e il bello è che Harry se ne fotte. I suoi dialoghi, sempre centellinati, sono tuttavia tappezzati di irresistibili battute umoristiche, acide e sarcastiche, e questo crea uno splendido e vitalissimo contrasto tra la violenza dell'azione e l'ironia del personaggio. Callaghan è capace di uscire da un ristorante mentre mangia un hot dog e, ancora masticando, freddare i rapinatori di una banca, per poi coglionarli con qualche motto.
Lo sfondo di San Francisco (con i suoi cieli tersi e le sue vedute sconfinate, splendidamente resi dal bluray) aggiunge meraviglia a meraviglia, divenendo insieme alla inseparabile 44 Magnum (la pistola più potente al mondo, in quegli anni), una sorta di personaggio ulteriore che arricchisce non solo la fotografia ma anche la sceneggiatura. In questo primo episodio della serie conosciamo Callaghan, che è una sorta di pistolero degli spaghetti western precedentemente interpretati sempre da Eastwood, trapiantato in un contesto urbano. Ma come quegli eroi del West, non sappiamo nulla di lui e del suo passato, conosciamo solo il suo presente e, molto raramente, qualche dettaglio viene lasciato trapelare (come la moglie morta a causa di una rapina). Un maniaco omicida, che si fa chiamare Scorpio, mette sotto assedio la città, uccidendo a caso vittime innocenti (bambini compresi) per estorcere soldi; Callaghan gli dà la caccia, riesce a catturarlo una prima volta, ma le autorità lassiste e permissive lo liberano per insufficienza di prove, e perché più intente a condannare le infrazioni di Callaghan anziché le colpe del killer. Scorpio quindi si ritrova in libertà, e riprende le attività omicide, finché Harry si trova costretto a dargli una caccia personale, arrivando immancabilmente a seccarlo senza tanti fronzoli, tuttavia mettendo per questo in discussione la sua appartenenza al corpo di Polizia (l'ultima scena ritrae proprio Eastwood che, dopo una sofferta riflessione sul suo distintivo di ispettore, lo getta in una discarica). Le vicende sono liberamente tratte da un fatto di cronaca che terrorizzò la Bay Area di Frisco tra la fine degli anni '60 e i '70, quando il serial killer Zodiac imperversava per le strade senza che la polizia riuscisse ad acciuffarlo né a dargli un volto (lo stesso Zodiac che ha poi interessato David Fincher nel suo film).
Stile, ritmo, classe e potenza sono i trademark di questa pellicola firmata da Don Siegel, davanti alla quale, nonostante una intensa dose di violenza, non si può che rimanere estasiati. Più di una volta è stato chiesto ad Eastwood se non ritenesse che i suoi film fossero eccessivamente violenti, e la sua risposta in genere era che lo erano quanto necessario, e comunque assai meno della realtà. Se si vede la versione in lingua originale del film si noterà che molte battute sono state cambiate in quella doppiata in Italiano, questo da una parte imporrebbe una visione anche in lingua del film, per assaporarlo completamente e al meglio, dall'altra però permette di sottolineare come le "licenze poetiche" non storpiano il film ma, caso raro, lo arricchiscono. Gli extra del bluray, come detto, contengono una miriade di aneddoti e particolari interessanti, come quando John Milius (qui sceneggiatore) racconta che Eastwood chideva di poter recitare il minor numero di dialoghi possibili, ritenendosi bravo negli sguardi ma non nella recitazione verbale. E questo ha certamente contribuito a creare "il tipo" Callaghan, che, inutile dirlo, senza Eastwood sarebbe stato tutta un'altra storia. Oppure c'è Schwarzenegger che declama tutto il proprio spassionato amore per la serie dei Callaghan, ritenendo che la forza di Eastwood fosse nel suo proporsi con estrema calma e ironia, anziché impersonare il classico poliziotto esaltato e adrenalinico che urla, sbatte e corre. Eastwood parla piano, scandisce bene, si prende il suo tempo e così facendo emana carisma in quantità. Siamo solo al primo episodio della serie, dunque, rimanete fedeli all'Ispettore...to be continued...