
Spielberg voleva farsi perdonare per Il Tempio Maledetto - come se realmente avesse avuto qualcosa da farsi perdonare - inoltre doveva onorare la promessa fatta a Lucas di concludere la trilogia girando tre capitoli di Indiana Jones. Fu più volte sul punto di recedere, per portare a termine L'Ultima Crociata dovette rinunciare alle regia di Big (con Tom Hanks) e Rain Man, due ottimi film anche sena Steven Spielberg, per fortuna. Questa nuova pellicola, che distanziava di un lustro la precedente, doveva distanziarsene anche contenutisticamente il più possibile, recuperando lo spirito più solare e spensierato de I Predatori Dell'Arca Perduta. Il professor Indiana Jones, adulto, viene incorniciato tra due stagioni della vita, la gioventù e la vecchiaia. Nel primo caso assistiamo al giovane Indy, boyscout alle prese con il trafugamento di un importante manufatto d'oro ad opera di un cacciatore di tesori. In questa sorta di mini prequel, che funge da prologo del film, scopriamo dove Indiana Jones ha preso la sua celebre fedora e dove ha familiarizzato per la prima volta con la frusta (creandosi quel piccolo taglio sul mento che è - non a caso evidentemente - lo stesso che ha Harrison Ford); ma anche dove è nata la sua avversione per i serpenti. Per quanto riguarda la vecchiaia invece, questa va messa tra virgolette poiché il "vecchio" è suo padre Henry Jones, professore emerito interpretato da uno Sean Connery particolarmente gigione, di appena 12 anni più anziano di Ford. Il film gioca moltissimo su questo tema portante, il rapporto tra i due Jones, soprattutto il rapporto mancato in tutta la fanciullezza di Indiana. Gli eventi porteranno i due a riavvicinarsi ed a recuperare il tempo perduto. Connery fu una scelta perseguita da Spielberg e Lucas poiché in qualche modo stavano pagando il tributo a quello che avevano sempre ritenuto il padre putativo del loro archeologo avventuriero, James Bond.
Il giovane Indiana è River Phoenix, il quale fu preso in considerazione anche per lo stesso ruolo nella serie tv trasmessa tra il '92 ed il '96 da ABC e prodotta da Lucas, ma la sua dipartita nel '93 ed i problemi con la droga non facilitarono la liaison. In questo film scopriamo anche (sul finale) che Indiana si chiama Henry, proprio come il padre, motivo per il quale il professor Jones senior lo chiama Junior. Indiana è un nome d'arte, che egli mutua dal cane che ha amato molto (che in realtà era il cane di Lucas, il quale proietta la medesima situazione nel film). Lo script fu travagliatissimo e impegnò moltissime versioni e persone, tra l'inizio della scrittura del film e la sua versione ultima cambia praticamente tutto. Spielberg inizialmente non parteggiava affatto per il sacro Graal, idea di Lucas. Un po' lo stesso schema che si ripeterà poi per Il Regno Del Teschio Di Cristallo. In entrambi i casi Spielberg cercherà di tener testa al proprio produttore (nonché amico fraterno), riuscendovi meglio nell'89 che nel 2008. L'Ultima Crociata in ogni caso si rivela un degnissimo epilogo della serie anni '80, rimanendo al pari degli altri due capitoli e non sfigurando affatto. A mio parere, l'alter ego femminile di Jones è il più debole di tutti stavolta. Alison Doody (la Dr.ssa Elsa Schneider), ancorché bellissima bionda, non ha lo spessore dei ruoli delle altre "Jones girls" già viste all'opera, né la Doody, fattezze fisiche a parte, sembra avere molto altro da offrire. Così come va detto che il rimbambimento progressivo di Denholm Elliot è incomprensibile e che in generale il tono dei personaggi è assai più farseco e macchiettistico, finendo con lo svilire un po' il risultato globale
Le ricerche esoterico-archeologiche di Indiana Jones hanno un ruolo quasi secondario rispetto alla vera ragione sociale del film che pare essere l'interazione tra padre e figlio. La ricerca reciproca dei due, padre verso il figlio e viceversa, in qualche maniera allegorizza la caccia al Graal, che a sua volta rimanda alla ricerca di Dio, il padre di tutti gli esseri umani. Cercando il Graal i Jones stanno cercando loro stessi, forse l'inchiesta più filosofica di sempre in casa Jones. L'approdo in Giordania, luogo nel quale il calice è custodito, è affascinante e ricco di atmosfera, e tutta la parte materialmente rivolta alla sua conquista tiene incollati allo schermo. Laurence Olievier avrebbe dovuto interpretare l'ultimo dei crociati, custode del Graal, ma le condizioni fisiche dell'attore britannico non lo consentirono. Tornano a farsi vedere i nazisti, che Lucas aveva assolutamente bandito dal sequel de I Predatori Dell'Arca Perduta. E ci sono a tal punto che Indy si scontra vis à vis con Adolf Hitler in persona, in una scenetta memorabile e assai divertente. Nel 1989 Indiana Jones E L'Ultima Crociata fu il primo incasso dell'anno ricevendo il pieno plauso del pubblico ed una critica largamente positiva.