Prima regola: ieri sera non ho visto Fight Club. Seconda regola: ieri sera non visto il bluray di Fight Club. Quindi non chiedetemi niente perché non posso dirvi che la versione homevideo è quella integrale, e dura ben di più di quella che (non) avete visto al cinema. Ok dai, come si fa a non parlare di Fight Club, capolavorissimo di David Fincher, uno che ad ogni film ti inquieta e ti mette l'intestino al posto delle tonsille. Brad Pitt in grande spolvero addominale (guarda caso, un "film de menare" che piace tanto anche alle donne, chissà perché...), un Edward Norton sciancato e macilento che giganteggia, e pure un Meat Loaf con le tette che, lasciatemelo dire, commuove. Non ho letto il libro di Palahniuk (né ho intenzione di farlo, perché dopo che hai letto The Dirt dei Motley Crue, entri in una nuova dimensione della letteratura), ma devo dire che quanto proferito da Pitt nel film è sempre e comunque una sentenza di vita, la sintesi esistenziale definitiva, l'apocalisse degli eventi, letteratura icastica al suo livello più marmoreo. Mi riferisco a: "Questa è la tua vita e va finendo un minuto alla volta ... le cose che una volta possedevi, ora possiedono te ... tu non sei un delicato e irripetibile fiocco di neve. Tu sei la stessa materia organica deperibile di chiunque altro e noi tutti siamo parte dello stesso cumulo in decomposizione ... forse l'automiglioramento non è la risposta, forse la risposta è l'autodistruzione ... non è perché ti ficchi penne nel culo che diventi una gallina ... è solo dopo che hai perso tutto che sei libero di fare qualunque cosa..." eccetera, eccetera.
Che dire, non mi soffermo sulla trama perché quei due Cristi che non lo hanno ancora visto mi maledirebbero fino alla fine dei tempi. Rivelazione alla Soliti Sospetti a parte (attenti però che qualche locandina spoilera indegnamente), va comunque detto che tutto il film è strapieno di cose da vedere, notare, metabolizzare; sfumature, finezze, particolari, strati su strati di roba che il vostro cervello potrà acquisire solo dopo ripetute visioni (insert subliminali compresi). Fincher ha fatto le cose da certosino, il film è di una ricchezza strabordante (sia visiva che contenutistica) e vi farete un bel regalo se riguarderete quei quasi 140 minuti più di una volta. Molteplici i piani di lettura, Fight Club non è per niente "solo" un film di botte, è molto altro, molto di più. Basti pensare che all'epoca dell'uscita in sala fu contemporaneamente tacciato di anarco insurrezionalismo anticapitalistico e fascismo neotribale, praticamente lo yin e lo yang, un po' come il tavolino Ikea di Norton. Gustosissima davvero tutta quella parte sugli arredi Ikea; ecco, sarei curioso di sapere a quel punto, tutte le donnicciole sedute davanti allo schermo per vedere la tartaruga di Brad, cosa hanno pensato, quale sinapsi è scattata loro nel cervello. C'è anche del metacinema nei fotogrammi, ad esempio quando la voce narrante di Norton ci spiega che un certo cambio di scena avviene nei film in modo che lo spettatore non colga cosa accade nel frattempo all'interno della storia. Ovviamente c'è molta ironia, nera ma c'è, e questo aiuta a smorzare i molti punti forti e tesi che segnano la storia. Divieto ai 18 anni giustificatissimo, anche se è pura utopia pensare che i 16enni di oggi non siano già abbondanetemente preprati al Fight Club.
Crisi del maschio, crisi della classe media, crisi del capitalismo....è tutta una crisi nel film di Fincher (e presumo nel romanzo di Palahniuk), davvero un film "deprimente" in un certo senso, e per questo disturbante, seppure la cifra narrativa sfiori spesso e volentieri il surreale, il grottesco, la farsa. I combattimenti solitari di Norton, al riguardo, sono esemplificativi. Helena Bonham Carter è particolarmente orrenda qui, non a caso stiamo parlando della moglie di Tim "the king of paraculs" Burton (titolo araldico condiviso aex equo col suo feticcio Johnny Depp). Indimenticabile la chiusa del film con Norton che dice alla Carter: "Marla, mi hai conosciuto in un periodo strano della mia vita..." e contemporaneamente davanti a loro: kaaboooooooooooooommmm! Infinite comunque le scene cult, vedi il ladrocinio dei sacchi di grasso alla clinica estetica, o l'attentato al monumento aziendale che prevede il rotolamento del monumento stesso, atto a distruggere un esercizio commerciale, una specie di citazione delirante de I Predatori dell'Arca Perduta. Fight Club è un film "mai più senza", da vedere senza se e senza ma, e più fa male, più fa bene.