F/X - Effetto Mortale è il film più famoso di Robert Mandel, regista che pur con qualche altro titolo nel carniere non ce l'ha mai "fatta" per davvero. Rivisto oggi ha il tipico sapore di un film degli anni '80 ed infatti spacca quel decennio a metà. Ne scaturirono anche un sequel (1991) e una serie tv (1996-1998). Interessante il fatto che nasca già come una specie di prodotto di serie B, affidandosi ad un cast tutto di nomi minori. Il protagonista, Bryan Brown ha la faccia giusta ed il fisico giusto (gran bel fisicaccio per altro), nonché una filmografia sterminata che va dalla metà degli anni '70 a tutt'oggi. E' proprio questo il suo momento, dopo F/X girerà Tai Pan e farà parte del suddetto sequel, ma comunque non diverrà mai un attore di primo piano dello star system hollywoodiano. Peccato perché la sua faccia e la sua recitazione hanno una certa verità che arricchiscono anche un film prettamente di genere come questo. Si deve dire l'opposto dei vari poliziotti, commissari, tenenti e agenti governativi che paiono tutti usciti da una puntata dell'A-Team, mafioso compreso (interpretato da Jerry Orbach, un volto da cattivo per eccellenza). Con particolare riprovazione per il doppiaggio italiano affibbiato a Joe Grifasi, italiano d'America degno di Bruccolino e senza alcun motivo plausibile per l'economia della storia. Le attrici del film sono molto concrete, niente bellone sexy e formose, quanto piuttosto personaggi funzionali alla storia ed al protagonista.
La vicenda vede un creatore di effetti speciali (da cui FX) ingaggiato dal governo per simulare l'omicidio di un capo mafia pentito. La sua morte permetterà di nasconderlo fino al giorno del processo nel quale il criminale deporrà facendo i nomi dei mafiosi che la Giustizia intende assicurare alle patrie galere. - SPOILER: evidentemente c'è dell'altro, l'effettista verrà materialmente mandato con la pistola in mano ad "uccidere" il cattivo e verrà poi pubblicamente accusato di ciò. Nel frattempo il mafioso e i servizi segreti corrotti intendono spartirsi il malloppo che in anni e anni di doppio gioco il gran villain ha sottratto all'Organizzazione. Il povero effettista però riesce a scampare a ripetuti agguati che mirano ad eliminarlo del tutto (come unico testimone del complotto) e risalirà piano piano la china per ristabilire la verità, inconsapevolmente coadiuvato in questo da un tenace e sgangherato poliziotto (Brian Dennhey, l'arrogantissimo sceriffo di Rambo) che pare aver fiutato che qualcosa non torna nella versione ufficiale.
La sceneggiatura è divertente nel suo andare a pescare il dietro le quinte del cinema e quindi provando a giocare con il metacinema. Nonostante lo svolgimento sia molto lineare e ordinario l'idea di base è piuttosto originale. L'inadeguatezza come "uomo action" del protagonista è resa molto bene, più che un film adrenalinico (che comunque a conti fatti risulta essere) F/X punta alquanto sul realismo della situazione e questo trasforma il Rollie di Bryan Brown in un personaggio vero, credibile, che si trova suo malgrado in una situazione che non sa gestire e nella quale cerca di sopravvivere come può. Inaspettatamente, data la genesi da film prettamente commerciale e di intrattenimento a budget relativamente contenuto, F/X andò molto bene al botteghino e la Orion ritenne che un altro titolo avrebbe aiutato a renderlo ancora più appetibile, ma ammise che nel produrre il film le sue eminenze grigie non si fossero minimamente rese conto di cosa quelle due lettere dovessero sottintendere, come si trattasse di una qualche provocazione fine a se stessa per incuriosire lo spettatore.