L'estrazione in gergo tecnico è il tirar fuori un qualche Cristo da una situazione avversa, che sia alleato o nemico. Ordinaria amministrazione alla CIA. Steven C. Miller (regista di Silent Night e recentemente di Escape Plan 2) "estrae" un film dalla sceneggiatura di Umair Aleem e scrittura un "turnista" di lusso come Bruce Willis e un lusso assoluto come Gina Carano. Io amo Gina Carano. Faccio un appello a registi e produttori italiani perché scritturino Gina Carano e la arruolino per qualche produzione nostrana. Avete presente le ospitate speciali delle varie Brigitte Nielsen, Megan Gale, Cindy Crawford, etc., nei cinepanettoni neriparentiani di fine anni '90? Quando si prendeva la diva glamour del momento, le si costruiva un personaggio del tutto pretestuoso e velleitario attorno, tanto per avere quel nome di richiamo sul cartellone e far accorrere orde di maschi italiani al cinema durante le feste? Oppure ancora, preso atto che oggi in Italia si fanno solo commedie sentimentali a nastro, rivolgo un appello ai vari Brizzi, Veronesi, Volfango De Biasi, Paolo Genovese e colleghi, perché pensino ad un ruolo per la Gina. Vi suggerisco anche la sceneggiatura. Il Bisio/Argentero/Gassmann/De Luigi della situazione va ad una festa di amici (i soliti Marco Giallini, Rocco Papaleo, Cristiana Capotondi. Ambra Angiolini, Raoul Bova, Micaela Ramazzotti. Paola Cortellesi.... tutti caratterizzati con i loro tic, le loro manie, i loro piccoli segreti inconfessabili e soprattutto i loro dialetti) assieme ala nuova fidanzata, una misteriosa bellissima messicana conosciuta un po' fortunosamente su Tinder o Instagram, della quale si è innamorato perso. In fondo in fondo non sa niente di lei e solo durante la serata con gli amici, piena di rocamboleschi equivoci (50% comici - 50% romantici) scoprirà di far coppia con un'agente sotto copertura della S.W.A.T., venuta in Italia per acciuffare un narcotrafficante in affari con la n'drangheta. E chi è il boss della Mala con il quale il ricercato si deve incontrare? Proprio il papà di uno degli amici, un tipo eccentrico e spostato, con l'accento calabrese, sigaro perennemente in bocca, accendino a forma di revolver, che fa strane allusioni ogni volta che parla e tira pacche fortissime sulle spalle. Il resto poi sviluppatelo voi, finale scoppiettante bim bum bam, con sfoggio di arti marziali e lieto fine, la Carano poi si innamora veramente del gonzo italiano goffo e stordito che aveva usato come copertura per stare alle calcagna del criminale assicurato alla Giustizia. Praticamente il tipico film italiano in sala 365 giorni all'anno, di quelli fatti con lo stampino, solo che stavolta almeno ci sarebbe uno straccio un motivo per andarlo a vedere.
Ma torniamo ad Extraction. Trattasi di un action evidentemente di serie B, realizzato scimmiottando parecchio il filone Mission impossibile/James Bond (la sigla grafica dei titoli di testa è un lampante scimmiottamento di 007). Ha i pregi di essere girato discretamente, di scorrere via liscio e di avere una perla come Gina Carano. Ha i difetti di avere un protagonista maschile del tutto anonimo e inadeguato (Kellan Lutz), di avere dei dialoghi che più banali e stereotipati non si può e di avere scene di colluttazione coreografate un po' così, nonché spesso girate in una incomprensibile semi oscurità. Willis è chiaramente uno specchietto per le allodole; c'è all'inizio e alla fine, non fa nulla a parte il solito campionario di faccette perculanti, e si intasca un gruzzolo per averci appena messo la pelata. Miller non si fa mancare delle ovvietà telefonatissime, vedi un bacio saffico del tutto gratuito tra le due uniche attrici del film, o una sbirciatina alla Carano in reggiseno mentre cambia l'outfit, Tutte cose messe appositamente nel trailer per far credere chissà che. La trama è abbastanza ordinaria ma nonostante ciò riesce persino ad essere confusa. Lutz è uno sborone da competizione, il suo personaggio è un maschio alfa tagliato con l'accetta, di quelli ai quali sei disposto a credere solo se hanno la faccia giusta. E Lutz non ce l'ha, soprattutto nelle scene in coppia con la Carano, che pare la mamma che lo sculaccia subito dopo aver fatto la marachella (e invece nel film dovrebbe essere la sua ex). La scena nel bar dei motociclisti, oltre ad essere brutta, è proprio ridicola e purtroppo quel retrogusto riaffiora spesso durante il film.
Una pellicola onesta, niente di che (uscita poco e male in sala in USA e poi approdata direttamente on demand in tv), che non nasconde la sua natura di B-movie ai limiti dell'exploitation. Vuole intrattenere senza grandi ambizioni e tutto sommato lo fa, a patto di essere di bocca (molto) buona. Però c'è Gina Carano, e questo salva la baracca. Nel cast anche D.B. Sweeney che non rivedevo dai tempi di Bagliori Nel Buio, oltre 20 anni fa (e che infatti si è assai imbolsito).