Tra una Messalina...Orgasmo Imperiale ed un Orgasmo Infernale, nel 1983 Joe D'Amato trova lo spazio per un bel post atomico, citato da alcuni come addirittura il migliore del genere tra quelli girati in Italia. Non è l'unico del regista, coadiuva infatti George Eastman per Anno 2020 - I Gladiatori Del Futuro e anche Porno Holocaust in fondo è pur sempre un post atomico, tecnicamente parlando. Siamo nel 2025, dopo una guerra nucleare il mondo è andato avanti, le radiazioni impestano il suolo scoperto e la popolazione si è rifugiata perlopiù nel sottosuolo, soprattutto la parte più indigente e proletaria della civiltà sopravvissuta. Lo sport del momento è il Gioco Finale (Endgame), ovvero una vera e propria caccia mortale, con una preda che fugge e dei cacciatori che la braccano, Vince chi rimane vivo, accumulando punti per la vittoria del campionato. Shannon (Al Cliver), dopo aver trionfato nell'ennesima caccia, viene assoldato da un gruppo di fuggiaschi che vogliono lasciare la città, nonostante le misure restrittive dei militari. Shannon mette in piedi una squadra di mercenari e assume il comando dell'operazione. - SPOILER: riuscirà a mettere in salvo i suoi "clienti", pur vedendo decimato il suo team. Nel finale, prima di intascare la ricompensa in oro, dovrà vedersela col suo nemico di sempre, il cacciatore Karnak (George Eastman).
Endgame si situa esattamente a metà tra 1997: Fuga Da New York (1981) e L'Implacabile (1987), dal primo prende più di uno spunto, nei confronti del secondo invece funge quasi da anticipatore, benché anche Rollerball (1975) concorra alla ideazione del film con Schwarzenegger (e che comunque è tratto dal romanzo di Stephen King L'Uomo In Fuga, uscito nell'82, dunque l'anno prima della produzione di Endgame). E non dimentichiamoci i due Interceptor (rispettivamente '79 e '81). Una differenza che salta subito all'occhio è che Carpenter con budget risibili creava film distopici stupefacenti, D'Amato, con budget quasi sicuramente assai più risibili, creava film carini, artigianalmente parlando di gran valore, ma deficitari sotto molti punti di vista. Endgame è ultra cheap per quanto riguarda messa in scena, costumi, scenografie ed ambientazioni; anche il parco attori è ben noto a chi bazzica il cinema di genere nostrano, con tutta una serie di facce giustamente etichettate da Giusti sul suo Dizionario Stracult come appartenenti al cinema "menàmose". C'è Nello Pazzafini, indimenticabile Gargiulo di Vieni Avanti Cretino, c'è il giapponese di tutti i film italiani dove ci voleva il giapponese, Hal Yamanouchi (ribattezzato con poca fantasia "Ninja"), c'è Mario Pedone, mitico Franchino della saga fantozziana, c'è Gordon Mitchell, protagonista di tante trashate all'italiana, e naturalmente c'è Al Cliver, il nostro Jena Plissken, con la sua faccia inamovibile, totalmente priva di espressione. Né poteva mancare l'attrice feticcio di D'Amato, Laura Gemser, qui accreditata come Moira Chen, suo l'unico topless in un film che sostanzialmente non prevede alcuna concessione all'erotismo (e questa è una notizia quando dietro la MdP c'è Aristide Massaccesi).
Le poche risorse sono sfruttate al massimo (leggi exploitation), ecco quindi numerose riprese in scantinati e sotterranei, auto e moto customizzate per fare pezzi di ferraglia gladiatoria, l'esercito governativo ricalcato pari pari sulla Wehrmacht con tanto di doppia S stilizzata sull'elmetto (e infatti non si capisce perché nel 2025 sparino con i mitra del 1945). Un minimo flirt con le zomberie D'Amato se lo concede, visto che gli umani investiti dalle radiazioni sono classificati come "mutanti", alcuni sono essere progrediti (inspiegabilmente) proprio grazie ai raggi gamma, acquisendo così super poteri come la telepatia, altri invece sono addirittura regrediti, sviluppando parti anatomiche animalesche di scimmie o pesci; altri ancora sembrano solo martoriati da patologie varie, zombi che si cibano pure di carne umana. Un universo di pezzenteria a vario titolo che si mescola ad uomini curiosamente del tutto integerrimi fisicamente (tra questi pure tutta la squadra di mercenari di Shannon). Ci sono scene spettacolari, combattimenti, ammazzamenti, sparatorie, salti con le moto; c'è pure un'altra parentesi pseudo horror, quando il commando arriva al cospetto di un ordine di monaci ciechi che combatte furiosamente grazie alla visioni di un telepata che invia ai loro cervelli le esatte posizioni dei nemici. Tutte trovate ai limiti della praticabilità da parte di D'Amato che però, da geniaccio dell'arte povera qual'era, conosce il mestiere. Il paradosso di Endgame, come di molti altri film similari, è che nonostante tutto la baracconata regge e convince. D'Amato sapientemente butta in un unico calderone tematiche fantascientifiche, orrorifiche, avventurose e persino western in qualche misura. Musiche tutte appoggiate all'uso dei sintetizzatori, assai a la page all'epoca.