Emanuelle: Perché Violenza Alle Donne? è il quarto episodio della serie "nera" (ovvero Laura Gemser) nonché di produzione italiana, con Massaccessi dietro la MdP. Qui ci diamo un contegno socio politico, con Emanuelle (definita nel film una che ha fatto successo fotografando "tette e culi") che si appassiona alla causa femminista, sotto l'influenza dell'amica Cora Norman (Karin Schubert), giornalista del Post (....un Post). Ecco che allora le location si susseguono come i petali di una margherita e svolazziamo dall'India (dove la Gemser smaschera il santone fuffa George Eastman) a Roma (dove viene smantellata una banda che rapisce e violenta le donne per spedirle in Medio Oriente). Poi andiamo a Hong Kong, a cercare i capi dell'organizzazione criminale; grazie all'aiuto di un emiro (?) i cattivi vengono assicurati alla giustizia (compreso il primo Ministro). Infine si torna a New York dove però Emanuelle riesce ugualmente ad imbattersi in una tratta di bianche che vede sempre implicati senatori e politici del Congresso. Emanuelle rischia lo stupro (anzi è costretta ad un calippo, mentre un'altra malcapitata viene stuprata) ma alla fine la Polizia fa piazza pulita.
Come si intuisce, è forte l'appeal della battaglia contro la violenza alle donne ma, proprio sfruttando questo topos, si mostrano continuamente scene di stupri e violenze, ed il confine tra denuncia ed opportunità, voyeurismo e j'accuse, si fa sempre più labile. Anzi, in tutta onestà, credo proprio che a D'Amato della violenza alle donne e della tratta delle bianche fregasse un par di cippe e che, semplicemente, sui tardi anni '70 un argomento del genere donasse una parziale giustificazione a pellicole del genere, oltre ad offrire lo spunto per far vedere tanta roba. Il giochino si smaschera facilmente in scene come quella degli stupri nella villona romana. Le donne vengono denudate e bendate, quindi sopraggiunge il capo (un essere deturpato che pare uno zombie) e le possiede a piasèr. All'ennesima violenza, la malcapitata posta a pecorina dapprima si dibatte e si dimena inorridita, ma progressivamente mostra di apprezzare lo stupro, finendo col far moine e leccarsi voluttuosamente le labbra. Lì c'è la solita vecchia idea maschilista che alle donne, in fondo in fondo, piaccia comunque, anche se le violenti. Nella querelle tra Gordiano Lupi ("film trucido ma femminista") e Marco Giusti ("non è proprio un film femminista, anche se il titolo ci invita a pensarlo") direi che ha palesemente ragione Giusti.
Comunque, al di là dell'ipocrisia di fondo, il film alterna momenti divertenti ad altri insomma (alcuni dialoghi sono veramente senza senso e privi di qualsiasi consequenzialità tra botta e risposta). Ho letto che da alcuni è ritenuto addirittura il migliore della serie. Io non lo reputo tale, nonostante la girandola di location che ci dovrebbe far girare la testa, anche perché la trivialità degli affondi zoofili (o finto snuff, come nel caso del precedente Emanuelle In America, o cannibalici, come nel caso di Emanuelle E Gli Ultimi Cannibali) mi è sempre interessata poco. Certo i nazi porno invece mi affascinano, e valle a capire certe incoerenze.... Qui, per dire, abbiamo un cinese che allena le schiave a ricavare piacere dal dolore, da qualsiasi sevizia e tortura, e quindi le cosparge di latte e poi le fa "trattare" da serpenti e cani. E a seconda del dvd in vostro possesso, questi passaggi saranno più o meno cut (di sicuro non li avete mai visti in tv, nemmeno a notte fonda).
Questo episodio è il più ricco della serie e si nota, molto bella tutta la parte ambientata in India, con scenografie lussuose ed eleganti (ed un tizio - la guida di Emanuelle - che pare John Lennon, veramente ridicolissimo). Ci sono accoppiamenti lesbo, orge, fellatio, tutto il repertorio insomma, con brevi inserti hard che si lasciano apprezzare (controfigurati da Marina Lotar). Pure la Schubert ha un paio di momenti di "gloria" (si fa per dire....) ovvero uno stupro ed una cosa a tre con Emanuelle e l'emiro. Immancabile il tormentone canzonettistico, stavolta appannaggio dei FireFly ("A Picture Of Love"), un motivetto super trash, anche se poi il resto delle musiche sono di Nico Fidenco).