Dracula – L’Amore Perduto

Dracula – L’Amore Perduto
Dracula – L’Amore Perduto

Sono andato a gustarmi al cinema questa pellicola evitando appositamente di leggere qualunque cosa al riguardo, ho visto il trailer e ho pagato il biglietto, stop. Tutt'ora non ho idea di cosa si dica al riguardo e di come sia stato accolto il film di Besson, anche se non fatico a immaginare quali critiche possano essergli state rivolte. Quello che posso certamente dire è che personalmente l'ho assai gradito, il che non vuol dire che questo Dracula sia esente da difetti, o comunque da cose che ho apprezzato meno, ma complessivamente è una buona prova di un regista che da tempo non mi entusiasmava granché. Non ho mai capito se Besson sia o meno un grande autore, né Dracula ha sciolto definitivamente questo nodo, ma poco importa, ho passato due ore e dieci interessanti e di valore, questo mi aspettavo pagando il biglietto. L'immediato termine di paragone, oltre che con il buon Stoker, è naturalmente con Coppola ed oggettivamente Besson un po' ci gioca, ci gira intorno, lo sfida. Due probabilmente i momenti clou, la ribellione di Vlad Tepes a Dio e l'accoglienza di Jonathan Harker (Ewnes Abid) al castello del conte, con tanto di mise ed acconciatura. Volendo c'è anche dell'altro, come ad esempio le milizie di Valacchia che si stagliano all'orizzonte su di uno sfondo infuocato, terrorizzando il sovrano degli Ottomani, inquadratura che anche Coppola aveva, forse si potrebbe persino parlare di omaggio o citazione. Ma sarebbe davvero riduttivo giudicare il lavoro di Besson unicamente in rapporto a quello del regista di origini italiane, tenendo conto che per altro i due si proponevano traguardi alquanto diversi.

Laddove il Dracula di Coppola era una monumentale (e megalomane) opera glamour, che trasformava Dracula in Oscar Wilde, quella di Besson è più prosaica e concreta, senza per questo perdere l'afflato visionario, che sposta il fuoco sul romanticismo della storia d'amore tra Vlad (Caleb Landry Jones) e Elizabeta (Zoë Bleu). Quella di Dracula è una storia d'amore che attraversa i secoli, Besson non è interessatissimo all'aspetto orrorifico, che non può naturalmente tralasciare ma che non è l'obbiettivo, il fine ultimo, semmai solo un colore del racconto. Ciò nonostante, quello che Besson mette in scena è magnifico. Ho sempre trovato un po' posticcio l'uso della computer grafica alla quale Besson ha fatto generosamente ricorso in carriera e qui il pericolo di strafare (o mal fare) era fortissimo, invece lo spettacolo sta in piedi; ad eccezione dei servitori troll di Dracula (che poi scopriremo essere ben altro), oggettivamente troppo in là, almeno per il sottoscritto. Besson avrebbe perlomeno dovuto trovare uno stratagemma narrativo per suggerirne la presenza facendoli vedere il meno possibile. Altre due le cose che non ho particolarmente apprezzato, il finale (sostanzialmente da quando le milizie assaltano il castello, troppa azione e una rivoluzione esistenziale di Dracula troppo repentina) e il personaggio di Christoph Waltz, cucito più su Sherlock Holmes che su Van Helsing. Waltz gigioneggia davvero esageratamente, cosa che gli capita spesso. È fuori tono rispetto al racconto, di fatto pare Hans Landa (Bastardi Senza Gloria) o il dott. King Schultz (Django Unchained), ovvero un personaggio di Tarantino, e mi viene il dubbio che Waltz più o meno faccia sempre quello, con minime variazioni di spartito. O magari è esattamente il motivo per il quale Besson lo ha scelto, chissà.

Detto tutto ciò, ho trovato estremamente sontuoso, potente ed elegante il modo in cui Besson ha offerto al pubblico la storia di Dracula, ho adorato la sua cifra peculiare (Parigi in festa, i viaggi del conte alla ricerca dell'essenza definitiva in grado di sedurre ogni donna, il meraviglioso dialogo tra Harker incatenato e prigioniero ed il conte dominante e sornione, un meraviglioso pezzo di cinema). Ottimo il cast, magnetico Caleb Landry Jones, imperioso e divertente a seconda di come andava dosata la personalità del conte in base agli eventi, nonché doppiato in modo eccellente da Simone D'Andrea. A mio gusto e parere quello di Besson si è sorprendentemente rivelato un piccolo gioiellino, ben scritto, con buoni dialoghi (non era scontato), una regia accattivante, un'estetica peculiare e mai derivativa. L'ennesimo Dracula rappresentava un potenziale rischio per il cineasta francese, che invece ha dimostrato di non averlo girato per vezzo o capriccio ma perché aveva davvero una sua versione da proporre al pubblico. Non andò così, ad esempio con Dario Argento e per quanto riguarda quello di Coppola, può darsi sia vero che se non ci fosse stato quello non avremmo avuto questo, ma a mio modesto parere Besson è riuscito laddove Coppola aveva solo parzialmente avuto successo, il suo Dracula del 1992 è ammirevole per lo sfarzo e la messa in scena, decisamente meno per la concretezza della sceneggiatura, Besson coniuga a dovere forma e sostanza, e scusate se è poco.

Trailer ufficiale

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