Sky produce questo thriller d'esordio (inteso come lungometraggio) di Daniele Falleri, tenuto a battesimo da una ottima attrice italiana come Stefania Rocca. Falleri ha scritto e collaborato (come direttore di seconda unità) a diverse fiction televisive, da Linda E Il Brigadiere a Il Commissario Manara, addentro a polizieschi e storie criminali insomma. In questo caso firma sia soggetto che sceneggiatura e si accolla oneri ed onori della riuscita del film. Siamo nell'ambito del cinema di genere, che in Italia è diventato quasi un ossimoro, una etichetta terribilmente demodé. Purtroppo aggiungo io, visto che è stato uno dei nostri punti di forza ed attualmente pare che solo le piattaforme streaming a pagamento abbiano voglia, coraggio e risorse per tornare ad investire su questo filone. Vivaddio che di tanto in tanto un carneade si propone per spezzare il monopolio degli unici due generi altrimenti esistenti all'interno dei nostri confini, commedia e drammatico (declinati a loro volta nelle rispettive sottocategorie: commedia pecoreccia oro-genitale/commedia per non più giovani in cura dallo psicanalista e dramma sentimentale/dramma impegnato a sfondo sociale). Falleri segna dunque il primo punto. Con la Rocca poi non si sbaglia, la sua presenza nobilita anche il peggior film. Una novantina di minuti scarsi, altro punto a favore (e fanno tre), una storia snella, che non si perde in chiacchere e non fa del minutaggio un vanto (cosa che sfugge a molti autori innamorati della propria "poetica"). La trama, decisamente "al femminile", vede un'addetta alla sicurezza di una grande azienda dover custodire dei diamanti in attesa di un trasferimento a Dubai. Marta (Stefania Rocca) si gioca il posto proprio alla viglia di questo compito, per manifesta incompatibilità con il nuovo capo (figlio del vecchio capo). Quella notte sarà indimenticabile, diventerà ostaggio in casa propria mentre un misterioso rapinatore tenterà di rubare il bottino.
L'incipit in azienda (con una Rocca insolitamente glamour e algida) ed il corpo centrale del film (l'assedio) sono molto interessanti e coinvolgono lo spettatore con buoni dialoghi, una regia viva e attenta, un senso del ritmo indiscutibile. Siamo in pieno genere, in pieno "cliché" e tuttavia Falleri lo manipola in modo assai soddisfacente e gratificante per lo spettatore interessato ad essere immerso in un simile tipo di storia (che poi è esattamente il motivo per il quale ha probabilmente scelto di vedere il film). Dove arrivano le dolenti note è sull'epilogo, quando la sceneggiatura si fa prendere un po' dalla smania di voler stupire a tutti i costi, sparigliare le carte e abbattere lo spettatore a colpi di twist e rivoluzioni d'ingegno. Come è d'uopo in questi casi, la narrazione viene in realtà disseminata di tanti piccoli "hooks", ami che il film lancia in attesa che lo spettatore li raccolga, abbocchi, li metta insieme e prefiguri ciò che potrà accadere. Tuttavia strada facendo, al di là dell'accorta costruzione mattone dopo mattone, il sensazionalismo prende un po' la mano a Falleri, il quale tira la corda fino agli estremi portando la vicenda ed i personaggi alla massima vibrazione elastica consentita; uno scatto ancora ed il giochino rischiava di spezzarsi del tutto. Personalmente avrei preferito un'evoluzione meno estrosa, spiralesca ed arzigogolata, stupefacente "ad ogni costo", in favore di una chiusa magari più quadrata, concreta e rigorosa, come del resto si presenta il film per i suoi precedenti 3/4. Sul finale ogni personaggio dimostra di essere altro rispetto a ciò che è, qualcuno scade anche nella caricatura. La risata corale alla battura "diamonds are a girl's best friend" sa un po' di palla calciata in tribuna.
Peccato perché per il resto Dietro La Notte viaggia che è una meraviglia. I personaggi sono interessanti, gli attori appropriati, il rapporto tra madre (Rocca) e figlia (Visari) è puntellato di bei momenti, autentici e sinceri, e la storia di per sé sa tenere sul filo del rasoio il pubblico. Il finale poteva essere cattivo, ma non lo è; poteva essere conciliante, ma non lo è (fino in fondo); poteva essere tutto dentro al thriller criminale, ma non lo è; poteva mantenersi classico, ma non lo fa. Né questo né quello, il finale è semplicemente la via di Falleri, indubbiamente e fino in fondo propria, ma anche - a mio parere - un po' scialba e impalpabile. Così come detesto quando un film inizia con la voce off del protagonista o di un narratore che contestualizza, spiega e introduce i personaggi (pura pigrizia), apprezzo altrettanto poco gli spiegoni finali (qui con tanto di flashback), sorta di vassoio apparecchiato servito a spettatori che si presume abbiano deficit neuronali. Peccato perché Falleri ha delle zampate notevoli, ad esempio la scena di sesso tra la Rocca e Cerlino, atipica, bizzarra, casta e vestitissima, eppure spia (intelligente) del rapporto che lega i due e che avrà il suo peso nel prosieguo della visione. Dietro La Notte è un'opera pregevole e con il gran merito di riportarci al thriller ed al genere credendoci; non è esente da difetti ma, stante il desolante panorama italico, merita supporto.