Delitto A Porta Romana

Delitto A Porta Romana
Delitto A Porta Romana

Dopo le varie Squadre (Antiscippo, Antifurto, Antitruffa, Antimafia, Antigangsters), e un Assassinio Sul Tevere, la premiata ditta Corbucci/Milian inaugura la stagione dei Delitti (Al Ristorante Cinese, In Autostrada, In Formula Uno, Al Blue Gay). Il primo della serie è questo Delitto A Porta Romana, che vede il maresciallo Giraldi in trasferta meneghina. La moglie Angela (Olimpia Di Nardo) aspetta un bambino (il mitico Rocky Giovanni Paolo Enrico Bruno) e i due sono allegramente in ferie in camper assieme alla madre di Angela (una rincoglionitissima Nerina Montagnani). Venticello (Bombolo) è testimone oculare di un delitto, comesso proprio mentre stava svaligiando un appartamento; accusato del delitto, rischia l'ergastolo, ed è così che Giraldi corre in soccorso all'amico, nel tentativo di assicurare alle patrie galere il vero colpevole dell'assassinio di una bella e adultera esponente della borghesia milanese. Naturalmente lo scontro tra le maniere ruspanti del capitolino Giraldi e quelle formali e cerimoniose del commissario Esposti della Polizia locale (Leo Gavero) costituisce un leit motiv del film.

Delitto A Porta Romana è sboccatissimo (le parolacce sono una sequenza ininterrotta che caratterizza praticamente ogni battuta di Milian) e sbilanciato sul versante della commedia a dispetto di quello puramente action. La trama poliziesca c'è, e regge discretamente, anche se il vero colpevole lo si capisce alla sua prima comparsa sullo schermo; tuttavia le indgini sono be costruite, anche se i momenti di adrenalina si riducono sostanzialmente a due: la partita di hockey con conseguente inseguimento e colluttazione di Giraldi con uno dei sospettati, e il superbo inseguimento per le strade della città che vede Giraldi sui pattini alla disperata rincorsa di una Mercedes nera. Curiosamente entrambi gli inseguimenti hanno a che fare con i pattini, su ghiaccio prima, a rotelle poi. Scene ottimamente girate e che fanno rimpiangere la mancanza di altri momenti di azione similare. Il tasso di comicità comunque pareggia lodevolmente questo deficit, poiché i dialoghi sono scoppiettanti, si ride spesso, la coppia Bombolo/Milian è ai suoi vertici qui. Personalmente ho retto poco il personaggio della Montagnani, esasperante e per nulla divertente, ok una volta, due, poi il giochino della storpiatura delle parole non avrebbe strappato una risata nemmeno nei Pierini. Impagabile invece la cena a casa Esposti, con tutti gli ospiti ingessati che si lasciano traviare da Giraldi. Un momento molto trash.

Le musiche di Micalizzi, al solito, danno una marcia in più ai fotogrammi. Tra i caratteristi di contorno si segnalano Elio Crovetto (Bartolo detto "il Monzese"), galeotto pederasta che fa il filo al povero Bombolo, Franco Diogene, proprietario di un night club equivoco, che Giraldi costringe a mostrarsi nudo in pubblico, Lino Patruno, infermiere sui generis con la forte calata dialettale milanese, Jimmy il Fenomeno (brevissimo cameo il suo come detenuto arbitro di una partita di calcio), Mimmo Poli, parcheggiatore del night, protagonista di sketch divertenti con Milian, che gli affibbia sempre delle mancie piuttosto improbabili. Oltre alla Di Nardo, altra presenza femminile da non sottovalutare è quella di Marina Lotar, starlette del night club, che naturalmente si spoglia per la gioia del pubblico pagante. Pure lei è protagonista di un siparietto bollente col commissario Giraldi, infoiatissimo per via dell'astinenza forzata alla quale lo costringe la moglie incinta. Non appena Milian e la Lotar vengono a contatto sono scintille e tra i due scatta un focosissimo "tette a tette". Profetica la Di Nardo che, colto il marito sul fatto, apostrofa la Frajese come "un'artista del cazzo". Rimane negli annali della serie la grande corsa della famiglia Giraldi in camper verso Roma, mentre Angela sta per partorire, perché Rocky possa nascere su terra romana e non lombarda. La spiegazione del nome composto chiude il film: "Rocky" per Stallone, "Giovanni Paolo" come il Papa perché così vuole la nonna, "Enrico" come Berlinguer, perché così vuole Angela, "Bruno" perché così vuole Nico, perché il figlio, essendo pure suo, lo chiama un po' "come cazzo gli pare". In realtà Bruno - dirà poi Milian - fu scelto per un esplicito omaggio a Corbucci.

Trailer ufficiale

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